Perantoni risponde a Salvini sulla Cannabis: "Spaccio si ferma con la legalità"

Marco Ribechi
10 Sep 2021

L'onorevole pentastellato primo firmatario del decreto di legge sulla depenalizzazione della Cannabis spiega gli obiettivi a lungo termine e poi spiazza: "Quando la proposta sarà analizzata più nel dettaglio non escludo che anche altre forze politiche la appoggeranno perché è pensata per contrastare la criminalità"


Contrastare la criminalità e lo spaccio, alleggerire i compiti della polizia giudiziaria e della procura, sostenere i pazienti che fanno uso terapeutico di Cannabis. Sono questi i tre punti cardine che ruotano attorno al disegno di legge che l’8 settembre è stato approvato in Commissione giustizia alla Camera dei deputati con l’obiettivo, al più presto, di trasformarlo in legge, almeno nelle parole del deputato pentastellato Mario Perantoni, primo firmatario della proposta.

Il disegno, che è stato creato attraverso la fusione e l’integrazione di tre proposte precedenti (leggi l’articolo), ha visto l’opposizione dei partiti di destra che hanno definito “follia” la soddisfazione per una proposta che andrebbe a favore della legalizzazione. «Ciò che hanno inteso Salvini ed altri esponenti della destra è esattamente il contrario delle finalità per cui è stato proposto questo disegno di legge - spiega Perantoni - lo spaccio non si contrasta solo col proibizionismo, infatti le pene verso le condotte nocive sono state rafforzate, proprio per prevenire fenomeni di spaccio e di criminalità organizzata. Allo stesso tempo però c’è la necessità di depenalizzare i comportamenti che vanno verso un uso personale anche perché già oggi la detenzione per modiche quantità è già lecita, con la conseguenza paradossale che vengono avviati moltissimi procedimenti legali che, nel tempo, decadono trasformandosi in un nulla di fatto sia per gli organi competenti che per i cittadini. Quindi non stiamo altro che definendo cosa significhi modica quantità».

La modica quantità è stata identificata nella coltivazione di quattro piante a individuo: «Non si tratta di una scelta arbitraria dettata dal caso - aggiunge Perantoni - infatti questa quantità è stata selezionata in base alle esigenze dell’uso terapeutico che ne fanno i pazienti, rappresenta il fabbisogno di chi si cura attraverso la Cannabis e che quindi può coltivare in casa la propria medicina che, attualmente, è spesso difficile da reperire a causa di una scarsa produzione». Sarebbe infatti assurdo definire una modica quantità inferiore rispetto a quella di cui necessitano i malati poiché si andrebbe nella direzione di mettere chi ne ha più bisogno nella condizione di non poterne usufruire. 

«Ritengo quindi plausibile che, a una disamina più attenta di questo disegno di legge - continua Perantoni - anche alcuni membri dei partiti che oggi sono contrari o si sono astenuti (Italia Viva) in futuro possano manifestare il proprio appoggio».

La prossima settimana si deciderà la data per il termine di presentazione degli emendamenti al testo. «In questo momento i partiti sono impegnati con le elezioni amministrative quindi è presumibile che la data fissata sarà un po’ distante nel tempo - Conclude Perantoni - in ogni caso sono felice che questo primo passo abbia avuto esito positivo, ora dobbiamo andare avanti per continuare questo iter legislativo e arrivare, il prima possibile, si spera, ad una legge vera e propria».

 

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Marco Ribechi