Governo mente sulla Cannabis, malati dall’Antitrust

Marco Ribechi
27 Jul 2022

Stanchi dell'inoperosità del Ministero della Salute i pazienti di Cannabis Medica si rivolgono al Garante dell'Antitrust per cercare di modificare la legge che regola le importazioni: "Vincolo illegittimo e in violazione della libera circolazione delle merci, il Governo impedisce ai pazienti di poter aver accesso ai medicinali necessari"


Governo Italiano basta bugie sulla Cannabis, i pazienti si rivolgono all’Antitrust. È ormai diventata insostenibile la situazione legata all’importazione della Cannabis medica in Italia. I pazienti non possono più soffrire l’immotivata carenza di terapia e per questo scrivono al Garante dell’Antitrust allo scopo di aprire importazione da altri paesi.

«Dal Ministero della Salute rappresentato da Andrea Costa - spiega Santa Sarta, Presidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica - non abbiamo ricevuto alcuna risposta sullo studio di fattibilità per l'apertura alle importazioni di cannabis medica da altri paesi europei. Al contrario è emersa una chiara e immotivata mancanza di volontà a ascoltare le istanze dei pazienti. Il vincolo imposto alle importazioni è del tutto illegittimo e in manifesta violazione della libera circolazione delle merci e dei servizi, senza ragione il Ministero della Salute impedisce ai pazienti di poter aver accesso ai medicinali necessari. Il comportamento delle Istituzioni è allineato diversamente rispetto alle intenzioni dichiarate al tavolo, per questo abbiamo deciso di rivolgerci direttamente ad Annalisa Rocchietti March, Direttore Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Direzione Agroalimentare, Farmaceutico e Trasporti».

Ad oggi vi è una produzione nazionale insufficiente che non tutela la salute pubblica e impedisce ai pazienti di curarsi. «Durante i lavori del Tavolo il Ministero ha assicurato all’Antitrust che sarebbero state adottate misure per modificare il sistema di approvvigionamento e di importazione al fine di garantire un maggiore quantitativo di prodotto ma nulla è stato fatto, la carenza di cannabis terapeutica nel nostro Paese diventa sempre più grave».

 

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Ad oggi, in Italia, si stima che siano oltre 50.000 i pazienti che potrebbero ricorrere a tali medicinali, con un conseguente fabbisogno annuo stimato di 10 tonnellate circa a fronte di una disponibilità effettiva di circa 850kg.

«L’unico soggetto autorizzato nel nostro Paese a produrre cannabis terapeutica è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze che fornisce solamente  200-250 kg di prodotto (circa un quarto del totale) - si legge nella lettera - Dall’altra parte, l’importazione è consentita solo dall’Olanda, in quantità insufficienti, seppur il prodotto sia disponibile in altri Paesi europei e anche di qualità migliore e una maggiore varietà terapeutica. Riteniamo sia l’ora di un decreto d'urgenza, non abbiamo avuto alcuna risposta alla semplice richiesta di maggiori quantitativi di prodotto da rendere immediatamente disponibili».

Eppure i pazienti hanno mostrato al Ministero varie volte la semplice soluzione del problema: «Basterebbe aprire le importazioni da altri Paesi europei - prosegue la lettera - I prodotti presenti negli altri mercati europei sono registrati e certificati secondo i criteri EuGMP e regolarmente utilizzati in molti paesi europei. L’apertura alle importazioni, tra l’altro, consentirebbe di offrire una più vasta gamma di infiorescenze, permettendo al paziente di disporre della varietà più efficace per la propria patologia, esattamente come avviene per tutti gli altri farmaci. I pazienti sono disperati, non sanno più a chi rivolgersi per avere risposte su un tema che determina la qualità della loro vita. La situazione, che dura ormai da troppi anni, è legata ad un assetto normativo che tutti gli esperti ci dicono essere in manifesta violazione della normativa europea e per questo chiediamo al Garante un incontro urgente sul tema».

 

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Marco Ribechi