Coltivazione Cannabis medica: "Mancano le linee guida"

Marco Ribechi
22 Dec 2021

Alessandro Raudino di Cannabis cura Sicilia Social Club chiede al Ministero della Salute di stabile con gli altri enti preposti le linee guida con cui liberare la coltivazione di Cannabis Medica: "Senza queste direttive ogni lavoro è inutile"


Cannabis medica in Italia, il Governo dice di voler aprire a nuovi soggetti produttori ma mancano le linee guida assolutamente necessarie per passare dalle parole ai fatti. Questa è l’opinione di Alessandro Raudino e Florinda Vitale, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione Cannabis Cura Sicilia Social Club” che conta oltre mille soci attivi. I rappresentanti della realtà con base a Siracusa erano presenti, come anche altri attivisti, al tanto atteso incontro del 14 dicembre col Governo per discutere dell’istituzione del tavolo permanente di lavoro sulla Cannabis, fortemente voluto dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa (leggi l’articolo). Nonostante alcune note positive però i due si dicono solo parzialmente soddisfatti poiché sarebbe mancato, durante discussione, il confronto sugli aspetti più pratici che di fatto sono gli unici  veramente interessanti per chi è costretto a fronteggiare ogni giorno non solo complesse condizioni di salute, ma anche la costante difficoltà nel reperire le proprie cure.

«Non possiamo negare che l’incontro sia stato sicuramente migliore di quello che fino ad oggi avevamo ottenuto - spiega Raudino - almeno ora hanno la consapevolezza che esistiamo e che le nostre richieste sono legittime. D’altronde era un incontro preliminare di conoscenza reciproca e bisognerà attendere almeno il terzo appuntamento per capire se effettivamente c’è la volontà di cambiare le cose a favore dei pazienti».

Quello che è mancato però è stata la pianificazione con gli altri ministeri, condizione irrinunciabile affinché altri produttori si possano inserire nella coltivazione di Cannabis a scopo terapeutico e sostenere l'approvvigionamento dei pazienti. «Per permettere ad altri di coltivare vanno emesse delle linee guida che stabiliscano modalità, quantità e tipologia - prosegue Raudino - senza queste siamo di fronte solo a un bel mucchio di parole al vento. Le linee guida devono essere decise dal Ministero della Salute insieme al Ministero dell’Agricoltura, a quello degli Interni e all’Aifa. È un passo cruciale, determinante. Vista l’urgenza ci aspettavamo che all’incontro ci comunicassero una data per questo tipo di discussione, d’altronde si trattava di un tavolo tecnico e questa è a tutti gli effetti una questione tecnica. Invece non hanno la minima idea di quando questo possa avvenire. È una gravissima mancanza che ridimensiona notevolmente tutto il lavoro svolto».

Aumentare la produzione italiana è uno dei punti battuti dallo stesso Costa e dal suo segretario Achille Iachino, direttore generale del servizio farmaceutico. Le linee guida e come questo aumento potrà avvenire però sono due aspetti assolutamente sconosciuti e incerti, visto che persino la produzione dello stabilimento di Firenze, ad oggi capace di raggiungere numeri talmente risicati da essere quasi imbarazzanti, è stata a sua volta ridotta.

Per questo, i due rappresentanti dell’associazione di pazienti, alcuni colpiti da seri problemi di approvvigionamento, non se la sentono di parlare di passo storico. «Il passo storico ci sarà quando vedremo i fatti, le buone intenzioni non bastano - conclude Raudino - la sola verità, al momento, è che siamo sprovvisti di Cannabis terapeutica e per questo i pazienti soffrono. Anche il dottor Giuseppe Bova, responsabile del reparto di terapia del dolore di Taormina, parte dell’asp di Messina, ha sostenuto saldamente la nostra causa. Nelle prossime settimane si capirà se in futuro dovremmo aspettarci solo importazioni estere oppure se davvero esiste la volontà di permettere ai pazienti di curarsi nel miglior modo possibile, onorando la libertà di scelta espressamente sancita dalla Costituzione italiana».

 

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Marco Ribechi