Coltivare marijuana: attivisti incontrano il Ministero

Marco Ribechi
14 Feb 2022

Al tavolo si discuterà di produzione terapeutica nazionale soprattutto in merito alla concessione di nuove licenze di produzione e di importazione


Ė fissato per il 22 febbraio il tavolo di incontro tra gli attivisti della Cannabis Medica e il Ministero della salute per discutere sulla produzione nazionale di Cannabis terapeutica.

I membri delle varie associazioni (Comitato Pazienti Cannabis Medica, Canapa Caffè, Deep Green, La piantiamo e Associazione Luca Coscioni, Cannabis Cura Sicilia SC) chiederanno soluzioni definitive alla problematica dell’accesso alla Cannabis medica in Italia, dicendo basta a qualsiasi atteggiamento di boicottaggio e medioevale ostruzionismo nei confronti del diritto alla continuità terapeutica garantito costituzionalmente. 

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda il nuovo accordo sottoscritto il 17 dicembre tra il Ministero e l'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze che dovrebbe regolare produzione nazionale e importazioni. Successivamente le associazioni parleranno del documento redatto collettivamente il 14 dicembre, con un focus speciale sulla questione delle licenze per la coltivazione della pianta per uso medico, una delle questioni di fondamentale urgenza per i pazienti.

«Vogliamo che le associazioni dei malati, le figure degli "health center", dei "care givers" per la cannabis medica e i centri di medicina specializzati -  affermano gli attivisti - siano formalmente riconosciuti tramite decreto come enti autorizzati alla coltivazione collettiva per conto terzi e alla distribuzione e vendita per fini medici e di ricerca, anche in collaborazione con università, aziende agricole e farmaceutiche. Chiediamo anche che sia istituita un’agenzia statale per la cannabis medica».

Per sopperire al fabbisogno reale di cannabis medica in Italia verrà richiesto un emendamento alla legge di bilancio che permetta di introdurre il nuovo concetto di stima delle quantità di cannabis medica nazionale sulla base dei potenziali impieghi presenti in letteratura internazionale, ampliando le patologie attualmente riconosciute dal decreto Lorenzin e prevedendo una importazione di emergenza a partire dalle varietà già disponibili in Italia. Per il 2022, in attesa che si sblocchi lo stallo della produzione nazionale, verrà chiesto di portare il numero di nazioni fornitrici a 15 per non meno di due tonnellate di prodotto per importatore, al fine di garantire la continuità terapeutica con le varietà già disponibili e ampliando lo spettro di possibilità terapeutiche come avviene nel resto del mondo.

Proprio per accelerare un primo percorso di produzione nazionale le associazioni hanno avviato tra i pazienti una raccolta di adesioni (clicca qui per partecipare al sondaggio) per la determinare il fabbisogno effettivo per il 2022.

Le associazioni unite per la lotta comune presenteranno i risultati del questionario al tavolo del 22 febbraio: «È molto importante in questo momento fare fronte comune per dare maggiore forza alle nostre richieste - concludono i rappresentanti delle associazioni - per questo chiediamo ai vari pazienti italiani di partecipare alla compilazione del questionario che darà una prima visione sulla reale situazione dei pazienti italiani, troppo spesso ignorata e sottovalutata nel corso degli anni».

M
Marco Ribechi