Medico e paziente: intervista doppia su cannabis terapeutica in Italia (VIDEO)

Maria Novella De Luca
03 Feb 2023

Ormai da qualche tempo si parla di cannabis terapeutica e in Italia, nel corso degli anni, sono stati fatti alcuni passi avanti dal punto di vista legislativo ma restano ancora molti problemi per i pazienti che la utilizzano.


L’iter per arrivare all’attuale panorama legislativo prende avvio nel 1990, quando viene pubblicato il Decreto del presidente della Repubblica 309/1990, che raccoglie le leggi “in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”. In realtà, il Decreto comprende tutti gli stupefacenti, ma è considerato il punto di partenza delle leggi successive riguardanti la cannabis terapeutica.

È dal 2006 che nel nostro Paese i medici possono prescrivere preparazioni magistrali, da allestire da parte del farmacista in farmacia seguendo norme ben precise. La Cannabis medica può essere prescritta al paziente per qualunque patologia per cui dà sollievo, secondo la letteratura scientifica. Si può acquistare in farmacia sotto possesso di ricetta medica.

Ma la norma di riferimento per l’uso della cannabis terapeutica è rappresentata dal Decreto ministeriale del 9 novembre 2015, che regola l’utilizzo e la somministrazione della sostanza e i casi in cui può essere prescritta.

Da anni in Italia è quindi possibile l’assunzione di cannabis terapeutica, sotto prescrizione medica e secondo regole specifiche.

Ma è tutto così semplice?

Ne abbiamo parlato in un’intervista doppia con il Dott. Carlo Privitera, che da molti anni prescrive cannabis terapeutica per pazienti di tutta Italia e Carlo Monaco dell'Associazione Canapa Caffè di Roma che la utilizza per curare la fibromialgia.

Quali pazienti possono avere benefici dall'uso di cannabis medica?

Nel 2015 il decreto Lorenzin esplicita sei aree di patologie per cui ci sono abbastanza studi scientifici e la cannabis dovrebbe essere erogata gratuitamente come ci spiega Carlo Monaco.

In Italia distinguiamo due tipi di indicazioni: le indicazioni in label e le indicazioni off-label ovvero quelle previste dalla norma, come nel caso della spasticità da sclerosi, dolore cronico, sindrome di Tourette o il glaucoma, e quelle che invece sono contemplate nella letteratura scientifica internazionale, che in pratica raggruppano tutte le patologie croniche.

Quali sono le criticità per i pazienti?

Lo stato è ancora impreparato e i militari di Firenze producono poca cannabis che non basta minimamente per il fabbisogno delle persone in cura.

Chi produce cannabis terapeutica in Italia?

“La produce anche lo Stato o meglio soprattutto e unicamente lo Stato, nell'Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, anche se la norma prevede che anche un privato possa farlo purché abbia determinati requisiti” ci spiega il Dott. Privitera.

Infatti l’Ufficio Centrale Stupefacenti, ai sensi dell’art. 32 del DPR 309/1990, rilascia l’autorizzazione alla fabbricazione di estratti di cannabis contenenti cannabinoidi per la produzione di sostanze farmacologicamente attive (Active Pharmaceutical Ingredients - A.P.I.) alle officine farmaceutiche autorizzate dall’AIFA alla produzione di API per l’impiego nella produzione di medicinali. Inoltre, l’Ufficio Centrale Stupefacenti, ai sensi degli articoli 17, 25 bis del DPR 309/1990, autorizza l’approvvigionamento di materiale vegetale di partenza e la distruzione delle sostanze stupefacenti.

Le aziende agricole che vogliono chiedere l’autorizzazione alla coltivazione, devono necessariamente stipulare un accordo di conferimento del materiale vegetale di partenza (foglie e infiorescenze) con una officina farmaceutica autorizzata dall’ AIFA alla produzione di un principio attivo farmaceutico. Potrà cedere il materiale vegetale esclusivamente alla officina farmaceutica individuata e l’officina farmaceutica potrà approvvigionarsi esclusivamente dall’azienda agricola che ha coltivato il quantitativo specificato nell’accordo di conferimento in questione.

 

Medico e paziente: intervista doppia su cannabis terapeutica in Italia
Foto Maria Novella De Luca

Quanto costa la terapia mensile?

Dal 2018 si vende nelle farmacie a €9 al grammo più il costo delle preparazioni, quindi si parla di 12-13 euro al grammo.

Nel caso in cui il paziente rientri in quelle tipologie previste dalla norma con indicazioni in label, spiega il Dottor Privitera, la terapia non ha alcun costo per i pazienti. Se invece hanno un'indicazione cosiddetta off-label sarà il paziente a dover pagare per intero la terapia.

Ad oggi qual è la prospettiva?

Carlo Privitera vede nel futuro un mercato consolidato e consapevole. Un mercato tenuto d’occhio dalle grosse multinazionali che sono già arrivate con dei prodotti standardizzati e con indicazioni terapeutiche. Questo permetterà di ampliare la platea di pazienti e quindi l'intera filiera.

“In Italia abbiamo la migliore legge al mondo per la cannabis terapeutica”, conclude Carlo Monaco, “spero solo che venga applicata. Anche solo venisse applicata in parte migliorerebbe la qualità della vita di tantissime persone”.

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Maria Novella De Luca