Beyond Buds, Next Generation: Concentrati di Marijuana e Infusioni di Cannabis
Beyond Buds, Next Generation, un'edizione completamente aggiornata del libro più venduto di Ed Rosenthal sui concentrati di marijuana, è disponibile nelle librerie di tutto il mondo. Più che un manuale pratico per i consumatori curiosi e futuri estrattori, anche se certamente tratta anche quelle categorie, è una chiara istantanea sulla scienza e la cultura contemporanea della cannabis in un momento storico fondamentale: l'alba della regolamentazione del settore della cannabis. Da quelli che hanno iniziato a scoprire i benefici della cannabis - o riscoprire - a investitori, imprenditori, creatori di contenuti e altri professionisti intellettuali che ricercano un'immagine nitida delle nuove frontiere del commercio e della cultura della cannabis, Beyond Buds: Next Generation offre una panoramica della rapida evoluzione del consumo di cannabis.
Un primo uomo fortunato scoprì i poteri inebrianti della cannabis. Forse questo primo ominide che raccoglieva legna per fare il fuoco, spezzò inavvertitamente alcuni bastoncini di sativa e li gettò sul fuoco, rendendosi conto dei potenti effetti del fumo, solo dopo essersi svegliato dinanzi alla macabra prova che aveva mangiato un'intera antilope la sera prima. È certo che una volta che gli umani hanno scoperto il potere della cannabis, abbiamo immediatamente riversato la nostra energia collettiva nel suo sfruttamento. Consumare cannabis attraverso l'inalazione è una pratica antica, quindi non ci sono molte idee autenticamente nuove quando si tratta di far arrivare i principi attivi nei polmoni. Eppure, è difficile pensare a un cambiamento più rivoluzionario nel consumo attuale di cannabis rispetto a quanto non sia avvenuto col dabbing. I concentrati venivano utilizzati come supporto all'innegabile “star” del mercato della cannabis: le cime. Ora, con la diffusione del dabbing, i concentrati hanno assunto un ruolo centrale nei discorsi commerciali e culturali sulla cannabis. Con i concentrati di cannabis ad alta potenza, una persona può provare l’effetto di fumare un’intera canna o più in un unico tiro, usando solo un prodotto sufficiente a ricoprire una capocchia di spillo. Pensatela come la differenza tra bere birra e liquore. Se bevete una lattina o una bottiglia di birra con un ABV del 5%, state bevendo circa 340 grammi di liquido, ma solo 17 grammi di alcol effettivo; se bevete un tipico “shot” di alcol 80-proof, state ancora consumando 17 grammi di alcol, ma state bevendo soltanto 42,5 grammi di liquido. Il confronto tra cime e concentrati non può essere fatto con la stessa precisione del confronto tra birra e liquore. Ma l'analogia fornisce una base per capire la rispettiva potenza dei due. Potreste bere una birra da 336 grammi a un picnic, ma (probabilmente) non berreste mezzo quinto di vodka, e se lo faceste quasi certamente ve ne pentireste, anche se consumereste più o meno lo stesso volume di liquido. Allo stesso modo, potreste essere in grado di farvi un bong stracolmo di cime, ma provare a usare la stessa modalità per il vostro primo dab potrebbe essere un'esperienza spiacevole. Se tenete questo in mente quando dosate i dab, eviterete il potenziale disagio e l'ansia di sovraccaricare i vostri sensi.
Dab a bassa temperatura: il biglietto di prima classe per Terp Town
I dab caldi sono il modo in cui la maggior parte dei dabber è stata iniziata al dabbing, ma per fortuna questo non è più un rito di passaggio necessario ora che il dabbing a bassa temperatura è diventato la pratica più diffusa. La chiave per un dabbing efficace è quella di trovare l'equilibrio ideale fra il mantenimento dei terpeni e l’attivazione di cannabinoidi e THC. Il problema è che il punto di volatizzazione della maggior parte dei terpeni è molto al di sotto del punto di ebollizione della maggior parte dei cannabinoidi. Si deve trovare un compromesso. Temperature inferiori significano terpeni più elevati e meno cannabinoidi attivati, temperature più alte significano terpeni più bassi e maggiore attivazione di cannabinoidi. Per fortuna, i dab a bassa temperatura utilizzano una bassa pressione, ottenuta attraverso un flusso d'aria limitato attraverso un tappo in carbonio. I tappi in carbonio limitano e dirigono il flusso d'aria, abbassando la pressione e, di conseguenza, i punti di ebollizione dei terpeni e cannabinoidi presenti. Questo consente di ottenere un dab delicato e a bassa temperatura che comunque contiene ancora livelli più elevati di cannabinoidi attivi.
La rivoluzione del rosin: produrre da sé i concentrati
Molti nuovi dabber iniziano dal dabbing del rosin. Il rosin è una miscela concentrata di terpeni e cannabinoidi estratti mediante un metodo chiamato “rosin tech” (RT). È il modo più semplice e meno costoso per estrarre concentrato dalle cime o per rifinire l'hashish per un dabbing più efficace. Anziché un processo chimico, l’RT utilizza calore e pressione per spremere cannabinoidi e terpeni dal materiale di partenza. È un processo molto rapido. Un lotto di rosin può essere prodotto in pochi istanti e consumato immediatamente. Un altro vantaggio dell’RT è che provoca un rischio minimo di lesione fisica. La scienza fisica dell’RT è semplice. L'applicazione del calore scioglie i terpeni e i cannabinoidi creando una resina flessibile all'interno del materiale di partenza. Quando il materiale viene schiacciato mediante una pressa, spinge la resina verso l'esterno. Ciò si traduce in una sorta di polpetta piatta di materiale di partenza circondata da un'aura di rosin. Il prodotto finito non è raffinato come i prodotti che si ottengono utilizzando altri metodi. I tre vantaggi sono i bassi costi iniziali, la velocità e la facilità di utilizzo dell’RT. Si può utilizzare una vasta gamma di strumenti e attrezzature per produrre il rosin. La scelta dipende principalmente dalla quantità che viene pressata. A livello di hobby è possibile utilizzare oggetti che si hanno in casa, come un ferro da stiro. I trasformatori industriali utilizzano presse pneumatiche o idrauliche.
Materiale iniziale
Ci sono tre tipi fondamentali di materiale con cui si può pressare per ottenere il rosin: cime, hashish e kief. All'interno di queste categorie figurano diversi tipi e gradi di prodotti. In questo articolo descriviamo il processo necessario per creare il rosin a partire dalle cime. La produzione di hashish e kief è descritta in dettaglio nel nostro libro: Beyond Buds, Next Generation.
Cime
Un fiore ricco di resina appena curato (sono ideali piccole cime e potature) produce il miglior rosin, perché è ricco di terpeni e di cannabinoidi. Viceversa, un materiale più vecchio e asciutto ha una resa inferiore, producendo rosin più scuro, meno saporito e meno potente.
Kief
Il Kief setacciato a secco in genere contiene un'elevata percentuale di materiale vegetale. Più la materia vegetale viene rimossa dalle teste di tricomi, maggiore sarà la resa e più pulito e delicato sarà il rosin.
Hashish
Quando il rosin viene ottenuto pressando hashish, la concentrazione è secondaria, il raffinamento di un prodotto già concentrato. Ciò si traduce in una maggiore concentrazione di cannabinoidi nel rosin ottenuto.
Pressatura del rosin
La lavorazione del rosin, sebbene non sia un processo a freddo, si verifica al di sotto del punto di volatilizzazione per la maggior parte dei terpeni e non raggiunge le temperature necessarie per la decarbossilazione. Il rosin è principalmente una concentrazione di THCA e/o CBDA, i precursori acidi dei cannabinoidi. Risultato: il materiale è ottimo per fumare ma non sarà inebriante se mangiato.
Pressatura del rosin a macchina
Scelta della pressa
Una possibilità per chi non ha esperienza nella produzione di concentrati è quella di scegliere una pressa da tavolo entry level di medie dimensioni che offre una maggiore capacità di volume rispetto a una piastra per capelli, senza porre i problemi d’investimento e di conservazione che si avrebbero per una pressa grande. Se si sceglie di acquistare una pressa, un fattore importante è la quantità di pressione prodotta. Non è necessario acquistare apparecchiature costose di cui non si ha realmente bisogno. Non è necessario acquistare una pressa che produce 25 tonnellate di pressione quando tutto ciò che serve è da due a cinque tonnellate. Solo questo è necessario per pressare piccole quantità di hashish o cime. Per pressare contemporaneamente molti grammi di cime o hashish è necessaria una pressione maggiore: da 10 a 25 tonnellate. La maggior parte delle presse per rosin disponibili in commercio sono progettate per la sola pressione dell'hashish. Se state progettando di pressare dei fiori, optate per una macchina progettata gestirli. Richiedono più pressione rispetto ai modelli di pressatura dell’hashish.
Strumenti per lavorare il rosin
Stampi pre-pressatura
Oltre alla pressatura ci sono una serie di altri elementi da considerare. Gli stampi per pressare sono una parte fondamentale di molte presse per rosin più piccole, è quindi importante prestare attenzione alle specifiche. La pressione influisce sulla resa. Per massimizzare la pressione applicate la stessa forza sull’area più piccola possibile.
Sacchetti di filtraggio
È possibile fare una “pressatura pura” su una cima pressandola senza usare alcun sacchetto, usando una pre-pressatura o semplicemente pressando la cima così com'è. Una pressa consente di pressare più materiale su una superficie più piccola, creando maggiore pressione su quantità maggiori di materiale. Ma se volete perfezionare ulteriormente il prodotto e limitare il materiale a un'area specifica (senza perdere tricomi per l’uso di stampi o pressatura a mano) i sacchetti di filtraggio sono un’ottima scelta.
Carta forno o fogli in PTFE
A prescindere dalla tecnica per l’RT che scegliete, la carta forno è assolutamente fondamentale. Parliamo di carta forno, NON DI CARTA CERATA. Assicuratevi che la carta scelta non abbia alcun rivestimento.
Strumento per la pressatura delle cime
Pressando le cime si ottiene tra il 10% e il 35% del materiale originale, che corrisponde all’incirca al contenuto di cannabinoidi del materiale iniziale. Se una varietà ha una percentuale del 20%, attendetevi una resa di rosin di circa il 20% del peso del materiale, in condizioni ottimali. 28 grammi circa di cime rende circa 5 grammi di rosin. Prima di procedere alla pressatura, assicuratevi che l'umidità relativa del materiale sia quella giusta: se è troppo bassa, resa e qualità ne risentiranno, se è troppo elevata, il rosin sarà difficile da raccogliere oppure avrà odore e sapore di clorofilla e potrebbe persino diventare verde. In genere si consiglia di utilizzare materiale con un livello di umidità relativa compreso tra il 55% e il 60%. Lo si può misurare utilizzando un igrometro, un modello analogico di base come quello che si trova all'interno di un umidificatore per sigari oppure acquistando un igrometro digitale, che ha un prezzo di circa 27 euro. Se la cima è eccessivamente secca, potete utilizzare un prodotto umidificante come quelli commercializzati da Boveda per la cannabis. Tagliate e piegate sempre la carta forno prima della pressatura. Riempire o strappare la carta forno durante la procedura è complicato, scomodo e inefficiente. Abbassare la temperatura di solito porta a una qualità più elevata, ma non è sempre così, e temperature più basse ridurranno la resa, a volte drasticamente; dipende dalla qualità del materiale iniziale e dalla “personalità”: le idiosincrasie collettive e le peculiarità fisiche che incidono sul modo in cui reagisce alla pressatura. Un buon modo per giudicare quanto a lungo mantenere la cima sotto pressione è quello di osservare il colore dell'olio e quanto fluisce. Una volta che il flusso inizia a scurirsi e rallentare, è ora di sospendere la pressione. Alcuni produttori scelgono d’iniziare dall’alto e scendere man mano, ma vi consigliamo di cominciare a bassa temperatura e lavorare fino a quando non noterete che la qualità peggiora. Il vostro obiettivo è quello di ottenere l’equilibrio tra resa e qualità, che dovreste essere in grado adattare all’incirca alla vostra temperatura ideale per una determinata varietà con quattro o cinque test di prova. Se volete affinare la temperatura esattamente nella “Goldilocks zone” per la pressatura, potrebbero essere necessari da otto a dieci test di prova. Ma una settato un lotto, sarete in grado di utilizzare l'impostazione o la combinazione delle impostazioni usate per il resto dello stesso. La maggior parte degli estrattori di rosin riscalda il materiale fra i 65° e i 120° gradi centigradi circa. Questo varia in base all'umidità relativa del materiale, che incide anche sulla resa. Controllate sempre la resa e la qualità del rosin a temperature diverse per determinare la migliore impostazione per un particolare lotto. Assicuratevi di usare sempre dosaggi simili nella pressatura. Stendete bene la cima in modo tale che formi uno strato uniforme. Non lavorate troppo le cime prima di pressarle. Molti ritengono che si ottenga una pressatura migliore utilizzando cime per lo più intatte e non spezzate o macinate, mentre altri semplicemente spezzano tutto fino a raggiungere le stesse dimensioni e formano uno strato uniforme. Una volta eliminati i gambi e pesata la cima per ottenere la quantità desiderata, usando uno strumento di apertura del sacchetto per tenerlo aperto, posizionate dapprima due cime piccole e assicuratevi che siano ben schiacciate negli angoli. Questo permetterà di evitare la perdita di olio negli angoli. Una volta posizionate, riempite il sacchetto con il materiale rimanente in modo uniforme senza lasciare vuoti e con uno spessore uniforme compreso tra 0,6 cm e 1,2 cm circa, lasciando un lembo da 2,5 cm da piegare. Dopo averlo piegato si formeranno due angoli in più: riempite questi spazi vuoti per ottenere un flusso omogeneo ed evitare le perdite. Una volta che avete preriscaldato e i tricomi si sono sciolti, applicate la massima pressione. Dovreste iniziare a vedere l'olio che fluisce dai vari piani. A seconda della velocità con cui avviene l'estrazione e della quantità pressata, mantenete la pressione sul materiale per 35-90 secondi. Il motivo per cui questo tempo può variare è che le velocità di flusso cambiano in base alla varietà e alla freschezza. Le cime a flusso lento richiedono l’applicazione di pressione e calore per un periodo di tempo più lungo. Per le cime fresche a flusso rapido si dovrebbe applicare calore per meno tempo.
Raccolta del rosin
Raccogliere il rosin dopo la pressatura è spesso più difficile della pressatura stessa. A seconda del materiale iniziale, della sua umidità, temperatura e tempistica, si può ottenere un’ampia gamma di consistenze. Può essere un materiale stabile e facile da raccogliere o una linfa appiccicosa. Il rosin ottenuto da hashish è più stabile (meno appiccicoso e colloso) di quello ottenuto dalle cime, che spesso è difficile da raccogliere. A prescindere dalla consistenza su cui state lavorando, probabilmente è meglio mettersi in una stanza il più fredda possibile, possibilmente con superfici di lavoro fredde, per aumentare o mantenere il grado di maneggiabilità del rosin mentre lo raccogliete e lo imballate. Assicuratevi d’indossare i guanti per non contaminare il rosin con oli cutanei e per evitare che il rosin vi resti attaccato alle mani. Dopo aver pressato il rosin, lasciate la carta nel frigorifero per circa 5 minuti per raffreddare il tutto e stabilizzare l'olio. Per agevolare la raccolta è possibile utilizzare piastre fredde o blocchi freddi: una piastra di alluminio lasciata nel frigorifero o su un blocco di ghiaccio è una superficie fredda ideale. Evitate di raschiare la carta forno, perché potreste far finire alcune particelle di carta nel prodotto finale.
Cura e conservazione
Dopo aver raccolto il rosin e averne fatto una palla, ci sono diversi modi per conservarlo. Una palla grande è un buon modo per proteggerne la maggior parte dall'ossidazione e per prevenire l'evaporazione dei terpeni. Conservate sempre il rosin in un contenitore sigillato in frigorifero. Questo mantiene i terpeni e previene l'ossidazione. Se non prevedete di pesarlo, lasciatene una palla grande all'interno di un contenitore sigillato. Di Ed Rosenthal e Greg Zeman