Ansia, stress e malattie intestinali: i segreti del CBG

Fabrizio Dentini
29 Dec 2021

Il Dottor Ethan Russo racconta in esclusiva per Soft Secrets i risultati della sua ultima inchiesta sul consumo di cannabigerolo: un cannabinoide ormai sulla bocca di tanti per le sue indubbie proprietà curative


Ethan Russo è uno dei principali esperti mondiali riguardo le applicazioni terapeutiche della cannabis. Ebreo americano di origine siciliane, medico neurologo, ricercatore in psicofarmacologia, ex presidente dell'Associazione Internazionale dei Cannabinoidi in Medicina, è stato fondatore del Journal of Cannabis Therapeutics e co-editore di "Cannabis e Cannabinoidi: Farmacologia, Tossicologia e Potenziale Terapeutico".

SSIT: Recentemente avete presentato su Pubmed i risultati di un sondaggio su pazienti che impiegano preparazioni di cannabis a predominanza di cannabigerolo. Cosa l’ha condotta a interessarsi di questo cannabinoide? 

Sappiamo da molto tempo che il cannabigerolo sia una molecola molto promettente tra le tantissime prodotte dalla cannabis. Circa quindici anni fa sono stati condotti lavori molto interessanti sugli effetti farmacologici del CBG. Tra l'altro, il CBG lavora su un recettore chiamato TRPM8 e questo lo rende un candidato per il trattamento del cancro prostatico. C'è anche un lavoro svolto da un famoso scienziato italiano, Giovanni Appendino, che mostra che il cannabigerolo sia un ottimo antibiotico e che possa funzionare contro una pessima infezione ospedaliera come lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Inoltre, è stato anche sottolineato che il cannabigerolo, senza creare la dipendenza o gli effetti sedativi della maggior parte dei farmaci, potrebbe essere molto utile contro l'ansia. Nonostante questi risultati interessanti, nella letteratura scientifica si trovava ancora poco sugli effetti del CBG sull'uomo e per questo ho deciso di sviluppare la nostra ricerca. Un altro motivo poi, riguarda il mio interesse per lo sviluppo farmaceutico di preparati a base di cannabigerolo. Questi possono diventare di grado farmaceutico solo se passano attraverso il processo normativo, in Europa attraverso l'Agenzia Europea del Farmaco e negli Stati Uniti tramite la Food and Drug Administration. Ad ogni modo, prima che si possa anche solo iniziare il processo, sono necessarie alcune prove di sicurezza, quelle, appunto, che stavamo cercando di raccogliere nella prospettiva di mostrare che l'uso di preparati a base di cannabigerolo rivelano sugli umani segnali iniziali efficaci e sicuri. 

SSIT: Come è stato condotto lo studio? 

La ricerca è stata condotta online e abbiamo avuto 127 partecipanti con un'equa distribuzione fra donne e uomini. La maggior parte delle persone lavoravano e, per un periodo di tempo, hanno consumato cannabis con almeno il 50% di contenuto in cannabigerolo. La maggioranza dei partecipanti consumava infiorescenze con CBG, ma alcuni di loro preferivano gli estratti. La dose media di assunzione era di 4 grammi a settimana.

SSIT: Che cosa è emerso di interessante? 

Il 51,2% degli intervistati ha affermato che il loro consumo fosse esclusivamente di tipo medico. Una percentuale molto bassa, il 6,3%, ha dichiarato un consumo ricreativo e il 36% entrambe le modalità. Le condizioni trattate più comuni sono state: l'ansia con il 51,2%, il dolore cronico con il 40,9%, la depressione con il 33,1% e i disturbi del sonno e l'insonnia con il 30,7%. 

SSIT: Avete scoperto qualcosa in merito all’efficacia di queste genetiche a predominanza in CBG? 

La maggior parte degli intervistati ci ha risposto che le proprie condizioni fossero migliorate o molto migliorate grazie al CBG. Due terzi delle donne con endometriosi e tre quarti delle persone con malattia di Crohn hanno riportato un beneficio. Lo stesso per l'82,4% dei pazienti con sindrome dell'intestino irritabile. I pazienti intervistati hanno dichiarato che i preparati di CBG fossero superiori ai farmaci convenzionali che usavano per le stesse condizioni e questo è stato molto significativo. Un numero significativo di pazienti ha interrotto il consumo di antidepressivi e di antidolorifici non oppioidi. 

SSIT: Avete notato effetti collaterali non voluti? 

Un numero molto alto, il 44%, ha affermato di avere avuto effetti collaterali. Queste persone hanno riferito secchezza delle fauci, sonnolenza, aumento dell'appetito e secchezza degli occhi. Questi effetti, a nostro parere, sono dovuti alla presenza di THC nelle preparazioni utilizzate. L'84,3% non ha riportato sintomi di astinenza e questo è stato di nuovo un forte risultato per sostenere questo tipo di medicina. 

SSIT: Quando parliamo di CBG stiamo parlando di un cannabinoide non psicoattivo? Quello che possiamo dire è che non è inebriante come il THC. Nonostante questo deve essere considerato come psicoattivo a causa della sua capacità di ridurre l'ansia. Quando ci occupiamo di farmaci psicoattivi, fondamentalmente, ciò di cui ci preoccupiamo è se questi alterino la coscienza in un modo compromettente per le capacità operative di chi li assume, sia che si tratti di guidare un'auto o di svolgere il proprio lavoro e, da questo punto di vista, non abbiamo ricevuto questo tipo di lamentele con i preparati di CBG.

SSIT: Lei considera il cannabigerolo come psicoattivo perché riduce l'ansia. Lo stesso vale per il cannabidiolo? Penso sia un errore considerare il cannabidiolo come non psicoattivo e sfortunatamente anche gli scienziati che pubblicano articoli di letteratura peer review commettono questo errore. Quello che dovremmo dire è che, al contrario del THC, né il CBD né il CBG sono inebrianti. Questa è la distinzione.

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Fabrizio Dentini