Sulle ali della Cannabis: Sha’ Carri Richardson è oro

Marco Ribechi
28 Aug 2023

Sha’ Carri Richardson è ufficialmente la campionessa mondiale dei 100 metri avendo fatto registrare un 10.65 che è il quinto miglior tempo nella storia dell’atletica. Nel 2021 era stata costretta a saltare le olimpiadi di Tokyo perché positiva al Thc


Non c’è solo Gianmarco Tamberi tra gli eroi del mondiale di atletica di Budapest. Nonostante l’italiano abbia conquistato l’oro, saltando un ottimo 2.36 che lo ha portato agli onori di tutte le cronache, un’altra stella brilla ancora più forte nel panorama dello sport mondiale. 

È quella di Sha’ Carri Richardson, atleta afroamericana in grado di salire sul gradino più alto del podio dei 100 metri femminili facendo registrare con i suoi 10.65 il quinto tempo della storia della disciplina e facendo intendere che il risultato potrebbe essere ancora migliorabile. 

POSITIVA AL THC

Proprio la Richardson a luglio del 2021 era finita al centro di una polemica per essere stata trovata positiva al Thc. L’atleta non aveva negato le sue responsabilità e subito era partita una raccolta firme mondiale per cercare di farla gareggiare. Ma inutilmente. 

 

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Ora, con la vittoria del 22 agosto nei 100 metri ai mondiali, Sha’ Carri Richardson si riprende ciò che era suo affermandosi anche come figura di spicco dell'empowerment femminile. Nata a Dallas, in Texas, Richardson ha 2,5 milioni di follower su Instagram facendo anche impazzire TikTok. E come potrebbe essere altrimenti, visto il look sempre estremo e ricercato che l’atleta sfoggia sia nella vita privata che in pista, dove spesso si presenta con unghie lunghissime (un omaggio a Florence Griffith-Joyner, la centometrista americana morta nel 1998 che detiene il record di tutti i tempi nei 100 metri), parrucche colorate e moltissimi tatuaggi.

Richardson

«Sono umana» aveva dichiarato dopo essere stata trovata positiva al Thc, sostanza che non migliora di fatto le prestazioni dei velocisti ma che resta comunque proibita nello sport. Per farla riammettere era intervenuto anche il presidente Biden ma nemmeno lui aveva potuto nulla contro l’ipocrisia dello sport.

UN PUGNO IN FACCIA ALL'IPOCRISIA

La sua vittoria, ottenuta alla prima occasione importante, arriva a smascherare le bugie dei proibizionisti, di chi addita la Cannabis come droga, di chi la considera alla stregua delle sostanze così dette “pesanti”, di chi, nonostante i dati scientifici e sociologici ancora si barrica dietro un muro di bugie e falsità. 

Tra questi, senza dubbio, anche i rappresentanti del nostro Governo italiano, i benpensanti che mentre tutto il mondo inizia a riconoscere l’inutilità della guerra alla Cannabis continuano a sbandierare idee arcaiche per mantenere l’elettorato nella sua ignoranza. 

Da questo momento alcune di queste bugie sono state smascherate per sempre: si può utilizzare marijuana ed allenarsi in sessioni sovraumane, si può fumare marijuana e restare concentrati e focalizzati sull’obiettivo, si può fumare marijuana e correre più veloci del vento, stabilendo record che agli altri umani non è nemmeno concesso immaginare.

Ma si può anche fumare marijuana e godersi la vita, sperando in un futuro in cui non sarà l’ignoranza a decidere sulle leggi di una nazione.

 

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Marco Ribechi