4.20 Hemp Fest 2019, viaggio nelle sterili polemiche politiche degli scorsi giorni

Soft Secrets
29 Apr 2019

La lunga vigilia della settimana del 4.20 Hemp Fest ha trascinato con sé una lunga serie di polemiche politiche trasversali sull'evento. Le iniziative promozionali degli organizzatori, con messaggi di chiaro e sincero antiproibizionismo unito alla promozione delle tematiche a 360° correlato alla canapa, hanno portato ad una lunga serie di prese di posizione con polemiche politiche prive di colore ma colme di ipocrisia


Come riporta il Corriere della Sera, la polemica dal maggior eco si è sviluppata attorno all'immagine che in questi giorni campeggia sui cartelloni per le strade di Milano, con una didascalia: «Io non sono droga». Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, si è definita indignata, con il chiaro intento di rimuovere tutti quei cartelloni e per questo ha chiesto l’intervento del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. I cartelloni pubblicizzano un evento fieristico che si svolgerà a Milano i primi di maggio, l’International cannabis expo, anche noto come «4.20 Hemp fest». Giorgia Meloni sta facendo di tutto per bloccarlo: «Chiedo al ministro dell’Interno e al Comune di Milano di fermare questa manifestazione. Il messaggio che la pubblicizza è devastante, e la manifestazione in se una ignobile propaganda alla droga libera». Ma gli organizzatori dell’International cannabis expo, respingono al mittente tutte le accuse: «Niente droga, niente spinelli da noi sono proibiti», garantisce Marco Russo, trent’anni, che si autodefinisce imprenditore della canapa e di canapa ha cominciato ad occuparsi nove anni fa. Dice ancora Marco Russo: «Abbiamo organizzato questo evento per far conoscere la canapa, una pianta che ha capacità di ogni genere. Terapeutica e industriale, alimentare, cosmetico». Giurano Russo e gli altri organizzatori che l’aspetto ludico della cannabis è totalmente bandito dalla loro esposizione, non sarà ammesso nemmeno uno spinello. «La canapa per il 90-95 per cento è usata per tutt’altri scopi e, tra l’altro, l’aspetto terapeutico sta facendo progressi ogni giorno. Non è giusto che si pensi soltanto per l’aspetto legato alla droga». Anche il centrosinistra, dotato di base elettorale giovanile con tendenza maggiore all'antiproibizionismo, si è espresso non favorevolmente sull'evento del weekend con l'intervenuto del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Lo riporta l'edizione locale di Repubblica, riferendosi ad un colloquio del primo cittadino meneghino a margine della 'Colazione col sindaco', nella quale ha incontrato i cittadini del quartiere Stadera, a sud di Milano. "Al festival si parla di canapa industriale, e questa è una realtà - ha spiegato - il manifesto è sbagliato, odioso, pericoloso perché un ragazzo giovane non distingue, vede una foglia di canapa, e può arrivare a pensare che la marijuana sia legale". A tale proposito "il Comune ha fatto due cose - ha illustrato -: ci siamo rivolti all'Agcom, che non ha ancora risposto, segnalando il manifesto; poi ho chiesto al vicesindaco di parlare direttamente con i promotori del festival chiedendo loro di intervenire immediatamente" per togliere i manifesti. "Per essere preciso - ha concluso - io non credo che si possa vietare l'evento in sè, ma credo che quel manifesto non vada assolutamente bene, quindi che lo si rimuova e una cosa del genere non abbia più a ripetersi". Anche la presidente di Forza Italia, Maristella Gelmini, non gradisce e chiede di "vietare" la fiera ospitata negli East End Studios di via Mecenate: "La nostra richiesta di impedire il Festival della cannabis a Milano è fondata, anche perchè a Milano, una delle città dove si consuma e si spaccia più droga in Europa, servono educazione, informazione, prevenzione". Nei giorni scorsi, si era espressa anche la consigliera del Pd Alice Arienta che ha segnalato all'authority competente, Agcom, "la pubblicità ingannevole che sta accompagnando l'evento perchè si tratta di un messaggio fuorviante con cui si vuole normalizzare il consumo di sostanze psicotrope". Gli organizzatori del festival, sottolineando che si tratta già della terza edizione della rassegna, ritengono però che a essere tradito sia stato il loro messaggio, sulla base di "pregiudizi che impediscono al Paese di sviluppare la filiera produttiva agro - industriale incentivata e promossa dalla legge 242 del 2016 che, in pochi anni, ha già dimostrato di avere i numeri e le potenzialità per competere nel mercato globale". "Proprio per questo motivo - spiegano - abbiamo scelto, tra i vari claims promozionali dell'evento, anche lo slogan 'Io non sono una droga' perchè la canapa è una pianta industriale dalle molteplici applicazioni che non ha niente a che vedere con la droga. Nessun 'messaggio devastante', bensì la semplice realtà dei fatti, suffragata dalla legge e confermata dalla dottrina e dalla giurisprudenza". Protagonista del festival, precisano, è "la canapa sativa, proveniente da varietà certificate e con valori di THC (uno dei principali cannabinoidi presenti nella pianta, ndr) inferiori ai limiti di legge, cioè per definizione normativa non una droga". Gli organizzatori hanno infine replicato con una comunicazione di servizio. "Purtroppo ci troviamo ancora costretti a rettificare quello che è stato comunicato e scritto dal Corriere della Sera in data 25 Aprile 😞 Perchè nonostante tutto quello che stiamo facendo in FAVORE della Canapa, alcuni "antiproibizionisti" che tali si "auto" definiscono, sono in realtà più proibizionisti dei proibizionisti stessi. Sono alla ricerca di pretesti e ci accusano per quello che è riportato su questo articolo, senza avere la sensibilità o fingendo di non averla, per altri motivi e interessi, nel capire che la maggior parte dei media italiani scrivono quello che vogliono per catturare l'attenzione pubblica ed eseguire determinate volontà. Non abbiamo MAI detto che lo "spinello" (come lo chiamano loro) sarà bandito dal 4.20 Hemp Fest ma alla domanda che ci è stata posta: "sarà possibile fumare spinelli all'interno della manifestazione"? abbiamo risposto testualmente cosi: "Come avviene in ogni fiera di settore italiana e anche in alcune fiere europee, il consumo di Cannabis all'interno delle strutture è vietato, ma non possiamo avere il totale controllo della situazione come non ci può essere in manifestazioni come concerti, fiere ed eventi (che non hanno nulla a che vedere con la Cannabis) che ospitano migliaia di partecipanti ma che consumano lo stesso Cannabis". Queste persone "antiproibizioniste", poche fortunatamente, possono continuare a criticare con queste false illazioni, bloccando inconsapevolmente o consapevolmente l’avanzamento, ma cosi facendo non criticano il nostro evento ma la Canapa, quella pianta che loro dicono di voler rendere libera". L'attesa per l'evento di questo fine settimana si fa sempre più carica giorno dopo giorno.

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