Storia di un fan del Rosin
In un cannabis club di Barcellona, durante una session di pressate di Rosin, ho conosciuto l'ennesimo personaggio della comunità cannabica. Il suo lavoro è vendere presse per schiacciare l'erba (o il fumo) per produrre il Rosin. Il Rosin è un'estrazione comparabile al BHO ma senza i residui di gas che possono rimanere intrappolati nella resina, perché non si utilizzano solventi per produrlo bensì ci si avvale di una pressa riscaldata da una decina di tonnellate di potenza. La pressione ed il calore agevolano la fuoriuscita della resina dal materiale vegetale, il liquido denso che cola viene poi raccolto e dabbato, o fumato, secondo il proprio gusto.
Le presse che vende M. sono riscaldate e sono di un materiale speciale che permette di utilizzarle per anni senza che si rompano. Mi ha raccontato che preferisce dabbare il Rosin piuttosto che fumare l'erba perché la combustione gli sembra troppo dannosa. Dabbare, mi ha confessato, si tratta della miglior maniera di godere dell'erba secondo lui. È stato molto interessante vederlo aggirarsi nei dintorni della pressa, aggiustandone ogni volta temperatura e potenza a seconda della quantità e della tipologia di materiale da cui si voleva estrarre il Rosin. Addirittura quel pomeriggio si arrivò ad estrarre Rosin dalla charas, peccato però non averlo potuto provare. Mi riserverò in un futuro di provare a pressare della charas e vedere che tipo di Rosin se ne ottiene. Ma torniamo a noi, il nostro amico si chiama o si fa chiamare M. e in ambiente molto fumoso e pieno di confusione siamo riusciti a capirci. Il risultato della nostra discussione è in questo articolo, dove ho deciso di intervistarlo perché oltre al Rosin M. ha anche coltivato tanto e prodotto semi femminizzati.
Presentati, come di consueto facciamo, ai nostri lettori. Iniziamo così.
Mi chiamo M. e sono di origine russa. Vengo da un lungo viaggio per il mondo, dove ho venduto numerose presse per Rosin. Adesso faccio questo che è la mia passione. Per anni però ho coltivato erba nella ma città di origine che non posso dire. Poi ho avuto un growshop e infine ho aperto una seedbank online prima di fare il lavoro che faccio ora. Non voglio chiederti dettagli ma quel che puoi dirci sulla tua vita da coltivatore, come coltivavi, che varietà, con che fertilizzanti... Ho avuto fortuna, avevo un garage in casa dei miei genitori. Era un garage grande e freddo, non mi serviva aria condizionata per avere 22 gradi a fine fioritura. Avevo problemi di riscaldamento, ma nella mia città tutti rubavano la corrente e la mia famiglia faceva così. Ci entravano dieci lampade da 600 Watt, ognuna con il suo vassoio per raccogliere l'acqua. Usavo i vassoi così potevo dare acqua in eccesso se sbagliavo con i fertilizzanti.
Cosa intendi come sbagliare coi fertilizzanti?
Usavo i vasi da 7 litri e se davo troppo fertilizzante bloccavo le piante. Non so perché andavano in lock, forse era per il freddo e bevevano poco o forse perché le radici avevano colonizzato il vaso intero e non c'era molto da mangiare. Comunque se sbagliavo davo tanta acqua e pulivo le radici come si fa in idroponica. Non avevo acqua osmotica ma la mia acqua mi dava 0,6 di EC e andava bene anche pura.
Quanto raccoglievi per ogni vassoio?
Ogni vassoio mi dava 500 grammi di fiori belli. Ma volevo coltivare facilmente e senza passare tanto tempo in garage. Adesso le mie piante sono molto più buone e producono di più di quando coltivavo con due fertilizzanti in cocco.
E come hai cominciato con la tua seedbank?
Quando avevo lo shop sognavo di vendere cloni, ma oltre a poco mercato nero non riuscivo a venderne abbastanza. Allora un bel giorno ho aperto un sito internet e con un mio amico abbiamo iniziato a coltivare in casa sua dieci lampade di semi. Semi femminizzati senza importazione, ne spedivamo tanti per tutta la nazione.
Come hai scoperto la tecnica di ottenere semi femminizzati?
Ho letto una guida su internet e ho provato in casa mia, quando ho visto che funzionava ho replicato in casa del mio socio. Sempre con vasi da 7 litri, 36 lampade ad ogni lampada, pulendo le piante dai rami troppo bassi che ricevevano poca o zero luce. Sempre in cocco, pensando a quando avremo potuto montare una irrigazione automatica. Anni dopo ad Amsterdam il mio socio coltivava come pensavamo una volta. Aveva una stanza automatizzata dove faceva l'alta e bassa marea.
Chi era il breeder? Chi decideva che incroci fare?
Il breeder ero io, ma non volevo fare incroci. Decidevo di quale varietà fare i semi femminizzati, ma impollinavo ogni varietà con se stessa anche per avere più stabilità tra i discendenti. Volevo varietà da vendere che fossero stabili perché sapevo che stavamo dando tanti semi a tanta gente diversa e non volevo deludere nessuno dei nostri clienti coltivatori.
Quindi mi dici che hai fatto da produttore di semi per il mercato interno del tuo paese..
Sì, anche se una varietà a dire il vero l'abbiamo inventata. Era un errore di impollinazione che ho voluto germinare nel mio garage e del quale fortunatamente ho tenuto un clone per salvare tra quei pochi semi un'eventuale pietra miliare. Per fortuna che mantenni quel clone, un errore di impollinazione tra l'Afghan e una Skunk. Il mio socio del tempo sbagliò ad impollinare e produsse una Afghan Skunk molto stabile, rapida e produttiva. Non posso però dire il nome commerciale con cui l'abbiamo impacchettata, ma se un lettore è stato ad Amsterdam nei primi anni duemila l'ha sicuramente fumata.
Sai per caso come arrivò ad Amsterdam la tua genetica?
Sì, penso che un cliente di una zona vicino all'Europa, che conoscevamo, abbia portato delle talee in Olanda perché il coffeeshop mi raccontò di aver avuto le talee da uno straniero della mia terra. E poi ti ripeto, vendevamo tanti semi ogni giro, non possono escludere siano stati spediti fin lì o portati da qualche grower.
Dev'esser stata una bella soddisfazione vedere la tua genetica portata in giro dalla comunità cannabica.
Sì ne sono stato molto fiero. Soprattutto perché è nata da una selezione fatta nel mio garage. Qualche anno dopo volli partire per girare il mondo e un amico mi parlò dell'India. Le vendite dei semi avevano sempre più concorrenza dalle seedbank straniere e un brutto affare con dei grandi coltivatori mi costrinsero a chiudere il negozio e a smettere di fare semi. Fu il segno che decisi di cogliere e partii alla volta dell'India. La vita tra le valli è stata bellissima, ho conosciuto tanta gente e uno di loro mi ha portato, una donna devo dirlo, a cambiare vita. Insieme abbiamo girato il mondo e siamo finiti tre anni fa stabilmente in California, dove tra una stagione di trimming e una piccola growroom siamo rimasti fino a poco tempo fa. Poi un pomeriggio ho visto estrarre il Rosin con una pressa e ho deciso di documentarmi. I solventi e il loro utilizzo per estrarre non mi sono mai piaciuti.
Non ti piaceva dabbare o fumare BHO?
Poco... ho sempre avuto paura dei residui di gas intrappolati nell'estrazione. Adesso so di forni speciali che possono aiutarti a pulire e purificare la tua estrazione. Ma quando ho visto il Rosin ho pensato all'alternativa salutare al BHO.
Sai dell'esistenza dell'estrazione con CO2?
Sì, ma richiede macchinari costosi e la pressione di esercizio è molto alta. Il Rosin lo puoi ottenere in casa con una spesa di poche centinaia di euro. Pressi l'erba e ottieni subito un BHO fumabile senza bisogno di pulizia. Dicevo, così ho conosciuto il Rosin e informandomi ho deciso di viaggiare proponendo dei macchinari per ottenerlo. Posso viaggiare e faccio quello che mi piace. Anche oggi in questo club ho potuto mostrare a tutti voi come si estrae un prodotto immediatamente consumabile dall'erba. Con un'altra resa in qualità e anche in quantità.
Quindi adesso hai scelto di viaggiare e diffondere il Rosin nel mondo?
Ho scelto di viaggiare, anche se questo mi ha portato a non coltivare più se non a casa della mia fidanzata in California. Tra me e lei abbiamo anche gli stessi gusti e poi facciamo Rosin da tutto il nostro raccolto. Ci siamo trovato bene subito, sono anni che condividiamo gli stessi gusti parlando di cannabis.
Hai ancora la tua varietà di Afghan Skunk?
Sì, ho ancora dei semi. Ne ho tanti e ogni anno ne pianto qualcuno per ricercare l'originale di qualche anno fa. So che ci sono ancora in giro delle talee dalle parti dove sono nato. Sarà una grande scoperta se mai le ritroverò durante qualche viaggio, se capiterà. Chi lo sa, per ora voglio diffondere il Rosin come metodo di estrazione, perché credo possa innalzare la qualità di ciò che si fuma la gente in giro per il mondo. Sono belle parole le tue, con cui concludiamo questa intervista. È un racconto di vita sicuramentestrano per chi non è un amante della cannabis, ma per noi appassionati è molto interessante sentire un'esperienza così grande nel mondo della cannabis. Grazie M., puoi andare in giro col sorriso di chi ha cambiato molte vite grazie ai suoi semi di cannabis. Ogni breeder o seedmaker in fondo lo sa, le proprie creazioni possono cambiare in positivo la vita di numerose persone. Un seme può cambiare moltissime cose. Buone fioriture a tutti!