La Corea del Nord riapre al turismo: paradiso per i fumatori, inferno per i pensanti?
Dal prossimo dicembre, dopo le chiusure forzate a causa del Covid, la Corea del Nord tornerà tra le destinazioni a disposizione dei viaggiatori più temerari
Nel Paese in cui il culto della personalità è legge e la libertà di pensiero è un lusso inaudito, c'è un aspetto della vita quotidiana che continua a sorprendere anche il viaggiatore più avventuroso: la cannabis.
Mentre la Bibbia è bandita e le informazioni sono strettamente controllate, infatti, la marijuana sembra godere di una strana tolleranza.
La Corea del Nord è un paese mitico, nel senso che, a causa della mancanza di informazioni, sono stati creati molti miti su di essa. Tuttavia, alcuni di essi alla fine si sono rivelati veri, tra cui alcune restrizioni e divieti. Ricordiamo infatti, che la maggior parte dei nordcoreani non sa nemmeno che esistono i preservativi, gli assorbenti non si trovano nei negozi perché le donne coreane usano un tessuto normale, che riutilizzano dopo il lavaggio. Ovviamente non esistono catene di fast food, ed è l'unico paese che non vende Coca-Cola. Per motivi ideologici, naturalmente. Se puoi permetterti i jeans, puoi indossarli ma devono essere neri perché i jeans blu sono proibiti. In Corea del Nord incarnano l'imperialismo mondiale. Tuttavia, se sei un turista, nessuno ti dirà una parola, ma ti dovrai cambiare quando visiterai il memoriale di Kim Il Sung e Kim Jong Il. Bisogna fare attenzione a non appoggiare il gomito (o peggio altro) sull' immagine del leader, fotografarlo a metà o portarsi a casa per ricordo una moneta locale.
E ancora tagli di capelli rigorosamente approvati dal governo, auto che, in un Paese comunista, possono appartenere solo agli ufficiali.
Insomma, come è noto da sempre, i cittadini nordcoreani sono privati dei più basilari diritti umani, tuttavia godono di una strana e interessante tolleranza nei confronti della marijuana.
Malgrado il pugno di ferro governativo sull’uso e la distribuzione di droghe pesanti, infatti, la marijuana, stando a quel che si dice, non è considerata uno stupefacente, ed è quindi largamente consumata dagli esigenti gentiluomini locali.
Non c’è nessun tabù sull’erba e molti cittadini la fumano. Viene chiamata ip tambae, o “tabacco in foglie” e sembra essere particolarmente diffusa tra i giovani soldati. Resoconti sull’uso di marijuana, infatti, giungono fin dal periodo di formazione del Paese così come lo conosciamo oggi. Dopo la Guerra di Corea, i soldati statunitensi la coglievano spesso dalle zone demilitarizzate vicino al confine. Le storie di tende inondate di fumo da soldati stanchi sembra essere un ricordo folkloristico diffuso di quella difficile epoca.
In Corea del Nord non si fuma solo per sballarsi e ridere ma per risparmiare e per tirare il fiato dalle scadenti sigarette locali. Sul mercato nero nordcoreano, la maijuana è solitamente venduta a basso prezzo e si può ottenere facilmente. Per questo è una droga particolarmente popolare tra le classi più povere della società. Dopo una giornata di duro lavoro manuale, per un lavoratore nordcoreano non è così strano fumare marijuana per rilassarsi e distendere i muscoli doloranti.
Dal prossimo dicembre, la Corea del Nord tornerà tra le destinazioni turistiche da poter scegliere per i vostri viaggi più curiosi, ma bisogna ricordare tutto questo per non incorrere in problemi che potrebbero rendere indimenticabile, negativamente, il vostro viaggio.
La libertà di movimento non è scontata: il viaggiatore, a quanto si racconta, non può deviare dal percorso del tour, deve comprare solo da negozi specifici e guai a salire sui mezzi pubblici.
I tribunali ci sono, ma non c'è il principio di legalità, caposaldo del diritto penale moderno: qualsiasi comportamento, anche se non esplicitamente vietato, può diventare reato se offende in concreto il culto della personalità. Le pene non sono proporzionali ai fatti commessi, e il principio di responsabilità individuale non esiste: molte famiglie sono state chiuse nei campi di lavoro per un 'crimine' commesso da qualche parente. Alcuni vengono discriminati ancora in società perché gli avi si opposero alla dittatura comunista. Non c'è diritto di libera manifestazione o diritto di sciopero: la verità è solo quella di Stato.
Però, nonostante tutte queste privazioni, i cittadini nordcoreani godono almeno di un beneficio che in molti Paesi Liberi, come il nostro, è ancora negato!
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