Cannabis: dove è legale nel mondo?
Le norme sulla marijuana sono molto diverse da un Paese all’altro: in alcuni è consentito l’uso ricreativo, in altri solo a scopi medici. Altri ancora la considerano illegale.
Parlare della cannabis legale nel mondo significa fare prima di tutto una distinzione fondamentale tra uso agricolo, uso medico ed uso ricreativo.
Il primo prevede in Italia e in altri Paesi il consumo, la produzione e il commercio di Cannabis sativa L., una varietà di marijuana accuratamente selezionata per non provocare effetti stupefacenti anche se ingerita o inalata.
L’impiego medico prevede, in Italia, l’utilizzo di Cannabis FM-2 (con THC compreso tra il 5 e l’8% e CBD compreso tra 7,5% e 12%) e Cannabis FM-1 (con THC compreso tra il 13 e il 20,0% e CBD inferiore all’1%), varietà prodotte presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Inoltre da diversi anni alcune farmacie in Italia come prodotto galenico producono già altre formulazioni con concentrazioni di THC fino a 19%.
Il terzo uso principale della cannabis, quello ricreativo, si affida agli alti contenuti di THC: gli effetti che derivano dal consumo di marijuana a alti contenuti di THC nel sangue dipendono tanto dal tipo di canapa (sativa o indica) quanto da fattori soggettivi. Generalmente noto come “fattanza”, il consumo di cannabis a scopo ricreativo è quello ancora soggetto ad un forte proibizionismo. In realtà anche la cannabis legale in Italia viene spesso utilizzata a scopo ricreativo.
Il primo Paese al mondo a legalizzarne la coltivazione e la vendita, è stato l’Uruguay, dove tra alti e bassi sono ormai nove anni che è stata regolamentata la coltivazione e la vendita della cannabis, diventando a tutti gli effetti un Monopolio di Stato. Ogni maggiorenne può coltivare, acquistare e consumare, ma deve essere iscritto in un apposito albo.
Dopo il paese sudamericano sono stati diversi i paesi nel mondo che, in maniera più o meno ampia, hanno legalizzato l’uso della marijuana a scopo terapeutico e ricreativo: il Canada, il Cile, l’Argentina in parte gli Stati Uniti e, ovviamente, la Giamaica.
Negli Stati Uniti la situazione varia da stato a stato. A metà degli anni '90 partì dalla California il movimento di legalizzazione a scopo terapeutico. Solo nel 2012 in Colorado e nello Stato di Washington ci fu il referendum per il consumo legale anche a scopo ricreativo. Nel 2014 seguirono Alaska, Oregon e Washington D.C. Poi, nel 2016 la California, il Massachussetts, il Maine, seguiti più tardi dal Vermont
In Corea del Nord invece l’uso è libero: non è considerata una droga.
Vediamo invece la situazione più vicina a noi, in Europa dove, nonostante continui a crescere la richiesta e il consumo, anche a seguito del boom durante il periodo della pandemia, i governi si muovono senza definire una linea comune, in particolare riguardo la vendita e il consumo per uso personale.
Ci sono alcuni paesi europei, come il Lussemburgo e Malta, dove ormai è praticamente legale il consumo e la produzione di cannabis a scopo ricreativo. A dicembre 2021, infatti, con un voto storico nel Parlamento a salda maggioranza laburista, Malta ha deciso di rendere pienamente legale per i maggiorenni l’uso ricreativo della cannabis. La legge approvata in quei giorni consente il consumo, la detenzione fino a 7 grammi, la coltivazione fino a 4 piante e la creazione di associazioni senza scopo di lucro per la coltivazione in comune delle piante.
Situazione simile in Portogallo dove il possesso e il consumo personale di tutte le droghe è praticamente depenalizzato da molti anni.
Nei Paesi Bassi, invece, non è presa in considerazione la vendita di quantità sotto ai 5 grammi per persona al giorno nei famosi coffee-shop autorizzati.
Anche in Spagna il consumo è legale e la vendita di piccole quantità non è sanzionata. In Austria è legale per usi terapeutici, ma illegale per uso ricreativo (nel 2016 sono state però depenalizzate le piccole quantità).
In Germania è stato depenalizzato il possesso entro i 10 grammi. È invece legale avere fino a 15 grammi nella Repubblica Ceca, dove è anche consentito coltivarla per uso personale ma non per la vendita.
Più stringenti le norme in Svizzera, dove è illegale il possesso e la coltivazione sotto forma di stupefacente, con Thc oltre l’1%.
Uno dei paesi europei con politiche più repressive per chi consuma e vende cannabis è il Regno Unito dove in generale l’utilizzo di droghe non è un reato ma il possesso può essere punito con una sanzione pecuniaria ma anche con la reclusione. La coltivazione e la compravendita di cannabis sono puniti ancor più duramente con la reclusione fino a 14 anni e con multe illimitate.
Alcuni sondaggi danno la Francia come uno dei paesi con il più alto consumo di marijuana. Nonostante sia, secondo i dati dello European monitoring centre for drugs and drug addiction (Emcdda), una delle nazioni europee che prevede le sanzioni più dure, insieme a Svezia, Finlandia, Ungheria, Estonia, Grecia e Cipro.
Diversi disegni di legge per legalizzare la cannabis sono stati presentati senza successo nel tempo. A gennaio del 2022 è stata respinta la richiesta di liberalizzare la vendita di fiori di canapa anche se privi di sostanze psicotrope (erba light).
E in Italia come procede? In Italia l’uso ricreativo di cannabis ed erba light (in luoghi pubblici) può essere punito come reato amministrativo. Tuttavia, con una sentenza della Corte Costituzionale del 2019, è stato di fatto depenalizzata la coltivazione in casa di piccole quantità di piante per uso personale.
La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del Referendum sulla Cannabis a Febbraio di quest'anno si è dimostrata l’ennesima occasione persa dall’Italia per abrogare le pene detentive legate alla cannabis (esclusa l’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito) e depenalizzare definitivamente la coltivazione a uso personale.
Una nuova proposta di legge che mirava a depenalizzare la coltivazione domestica della cannabis a uso personale era in discussione alle Camere prima che il vecchio Governo cadesse e si andasse alle elezioni. Quindi anche questo passaggio, al momento, risulta in stand by, rimandato a data da destinarsi.
Quello che emerge, comunque, da questo quadro generale è che, seppur a fatica e lentamente, molti Paesi stanno alleggerendo le loro politiche sulle droghe leggere, perseguendo una nuova visione permissiva. Speriamo che sia la strada giusta per arrivare presto ad una situazione più morbida in tutti i Paesi e che quelli che in questa materia sono già molto avanti, diventino un esempio per gli altri.
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