Sei grammi non sono reato, la lezione della Germania

Marco Ribechi
25 Aug 2021

I tedeschi ci insegnano cosa vuol dire "uso personale". Il commissario federale per la droga spiega che la Cannabis non può essere equiparata ad altre sostanze più pericolose come cocaina e eroina. Infine aggiunge: "Il vero pericolo di dipendenza è nel gioco d'azzardo"


Sei grammi di Cannabis in tasca non dovrebbero più essere reato. Almeno in Germania. È quanto sostenuto da Daniela Ludwig commissario del Governo Federale per la droga che in un’intervista a Redaktions Netzwerk Deutschland (RND) ha dimostrato una grande apertura nei confronti della sostanza e dell’uso personale in generale. 

Il Commissario si è detto favorevole alla trasformazione del reato da penale ad amministrativo per un possesso fino a sei grammi, oggi punito da una legge federale. In ogni caso, secondo Ludwig, un limite va comunque mantenuto: “Una soglia oltre la quale la quantità sia determinata da un limite amministrativo e non penale va espressa poiché questa serve da regolatore per i comportamenti del consumatore”. Insomma un limite più arbitrario che scientifico, utilizzato solo come deterrente a comportamenti più patologici o eccessivi. 

Nella regolamentazione tedesca, che ricordiamo è strutturata in maniera federale, in molte aree il limite dei sei grammi già ora non viene punito, in altre è addirittura più elevato come nel caso della capitale, Berlino, dove il possesso personale è attestato fino a 15 grammi. Daniela Ludwing poi ha anche dichiarato: “È  evidente che il livello di pericolosità della Cannabis non può essere messo sullo stesso piano di quello di altre droghe più pesanti come eroina e cocaina. Per questo serve una regolamentazione più adeguata che permetta anche di snellire il lavoro delle forze dell’ordine e dei tribunali”. 

Sul finale del suo discorso Ludwig ha anche auspicato che in Germania sia attuato il controllo della droga, ovvero la distribuzione sotto supervisione statale delle sostanze che non corrisponde a un via libera a tutte le droghe ma, al contrario, permette una maggiore sicurezza per il consumatore e per la società essendo tutto amministrato legalmente dallo Stato. 

Infine, dopo aver dimostrato la sua apertura verso la Cannabis, il Commissario ha lanciato la sua invettiva verso quella che considera una piaga ben maggiore, anche da un punto di vista delle dipendenze: il gioco d’azzardo e la ludopatia. Mentre infatti si continua a mantenere il proibizionismo sulla Cannabis, sventolando lo spauracchio della droga, alle imprese di giochi d’azzardo è consentito pubblicizzarsi in ogni dove, anche on line e verso i minori, con scarsa regolamentazione e con tutte le conseguenze nefaste del caso. “Le mie peggiori paure sono state confermate. La pubblicità è onnipresente, ma nessuno controlla il rispetto delle regole. I requisiti per la protezione dei giocatori e dei giovani sono spesso semplicemente ignorati. Questa è davvero una battuta d'arresto per la lotta alla dipendenza".

 

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Marco Ribechi