Caso Cannabis Milano: "La giustizia supera la politica"

Marco Ribechi
13 Oct 2022

All’indomani della vicenda dell'insegnante trovata con 750 grammi di Cannabis e tre piante in fioritura e dichiarata non colpevole dal giudice, Milano si ritrova capofila in Italia per la battaglia a favore della legalizzazione. A parlare è il consigliere del PD Daniele Nahum che fa un’analisi della situazione della capitale del nord: “I tribunali e le carceri della città sono assurdamente ingolfati da episodi di poco conto legati al possesso di piccole quantità di Cannabis, la legalizzazione è necessaria, lo chiede anche l’Europa”. Intanto domani alle 12 inizierà il presidio davanti il consolato degli U.S.A. organizzato da The Hemp Club per consegnare la tessera onoraria al presidente Joe Biden che ha dato l'indulto a oltre 6500 persone coinvolte in episodi di uso o possesso di Cannabis


“Milan l'è semper on gran Milan” anche sul tema Cannabis e legalizzazione. Il centro economico del paese, la capitale dell’industrializzazione, si rivela capofila anche per i temi legati all’uso e consumo della pianta. Dopo il voto in consiglio comunale per dire sì alla legalizzazione avvenuto in marzo per dare la sveglia al Governo, dopo gli Stati Generali di luglio in cui è stato fatto il punto della situazione, ora arriva anche il contributo della giustizia che con la sentenza storica legata all’insegnante trovata con 750 grammi di Cannabis e tre piante in fioritura potrebbe diventare un modello per l’Italia intera. 

«La giustizia italiana attraverso questa sentenza ha totalmente smontato lo scudo ideologico con cui la destra tenta ancora di restare su posizioni proibizioniste ormai sorpassate - dice Daniele Nahum, consigliere comunale del Pd da sempre sostenitore della legalizzazione - anche in contrasto con le posizioni dell’Europa dove la pianta è sempre più accettata e dove la Germania presto darà l’esempio attraverso quella che sembra sarà una legalizzazione totale. Per fortuna dove non arriva la politica arrivano i tribunali, infatti molti processi rimandati alla Cassazione si risolvono in un nulla di fatto».

Nulla di fatto solo a parole visto che il peso economico e sociale di questo accanimento esiste eccome: «Certo, perché oltre al costo del mantenere attivi tutti questi processi si crea anche un costo di tipo burocratico - prosegue il consigliere -  i tribunali sono ingolfati da migliaia di casi totalmente inutili che tra l'altro la Cassazione liquida con un "il fatto non sussiste" dopo anni di processi. In questo caso però il giudice ha dimostrato di comprendere meglio di chiunque altro che non valeva la pena continuare a processare una persona che evidentemente non era legata allo spaccio».

Merito della mozione approvata in consiglio comunale a marzo con cui il comune diceva sì alla legalizzazione? «Mi piacerebbe molto che fosse così ma non credo che un giudice possa essere influenzato in questo modo - replica Nahum - la verità è che chiunque viva a Milano o lavori nel settore è a favore di un approccio più liberale. Lo pensano a luci spente le forze dell’ordine, coinvolte quotidianamente in casi di microcriminalità che portano via risorse preziose per indagini ben più importanti. Lo sono i tribunali che vengono rallentati nelle loro fondamentali funzioni, lo sono i direttori delle carceri che si ritrovano delle strutture sovraffollate. Proprio durante gli Stati Generali sulla Cannabis che si sono tenuti a Milano l’8 e 9 luglio erano presenti i direttori di San Vittore, Bollate e del carcere di Bergamo, tutti e tre hanno espresso questo stesso pensiero. Infine lo sono i cittadini che vedono tutti i giorni quali sono i reali problemi della città, di sicuro non legati a una donna adulta che fa uso di Cannabis, per giunta per fini terapeutici».

La città di Milano quindi continuerà a fare da apripista per l’Italia intera: «Milano è la più grande metropoli d’Italia e quindi anche quella in cui determinate situazioni vanno risolte più celermente - conclude Nahum - le decisioni si prendono però a Roma e, anche in vista del nuovo Governo, sarà necessario continuare con azioni dimostrative e mediatiche. Prossimamente vogliamo presentare il Manifesto Collettivo in una sede istituzionale e poi stiamo già lavorando per convocare di nuovo gli Stati Generali perché l’appuntamento di luglio è stato davvero illuminante. Attivisti, scienziati, esperti e politici si sono confrontati sui temi delle mafie, dell’uso terapeutico, dell’economia, è fondamentale che non si smetta di discutere sul tema. Dal mio lato proporrò anche di prendere un terreno agricolo comunale e utilizzarlo per piantare marijuana terapeutica ma dubito che il mio appello verrà raccolto poiché l’esercito attualmente è l’unica realtà autorizzata alla coltivazione, purtroppo. Speriamo che questo caso dia la scossa anche in altri luoghi d’Italia e che sempre più città si uniscano a Milano per chiedere al Governo una scelta di buon senso e fortemente necessaria».

Intanto domani alle 12 in largo Donegani a Milano, di fronte al consolato degli Stati Uniti D'America, prenderà il via l'azione dimostrativa organizzata da The Hemp Club, associazione che si occupa di Cannabis terapeutica. Nella giornata sarà consegnata in maniera al presidente Joe Biden simbolica la tessera onoraria del club per l'azione di grazia nei confronti delle persone vittime di processi legati al possesso o uso di Cannabis. «Il 6 ottobre scorso, con un ordine esecutivo, il Presidente degli Stati Uniti d'America ha promulgato un indulto per tutti coloro che sono stati condannati a livello federale per possesso di cannabis, circa 6.500 persone in totale. Un atto storico senza precedenti per il Paese che iniziò ed esportò in tutto il mondo la War On Drugs di stampo proibizionista. L'azione del presidente Biden va salutata e celebrata anche in l'Italia dove da decenni vengono riproposte fallimentari politiche repressive. Invitiamo la cittadinanza a partecipare».

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Marco Ribechi