Non era spaccio ma uso medico: assolto Cristian Filippo

Marco Ribechi
28 Sep 2022

Dopo 1200 giorni di processo si chiude con una piena assoluzione la vicenda del giovane calabrese originario di Paola finito sotto processo con l'accusa di spaccio per aver coltivato due piantine di Cannabis ad uso terapeutico


Accusato di spaccio per aver coltivato in bagno due piantine di Cannabis ad uso medico, dopo tre anni assolto Cristian Filippo. Sono stati necessari ben 1200 giorni per concludere la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il 25enne calabrese originario di Paola, sorpreso dai carabinieri a coltivare Cannabis. Filippo, affetto da una forma di fibromialgia farmacoresistente che vede nella Cannabis medica l’unica possibilità per alleviare i suoi dolori, era ricorso all’autoproduzione dopo che il servizio sanitario si era dimostrato inadempiente, non fornendo al paziente la terapia a cui aveva diritto e per cui era in possesso di regolare prescrizione medica. 

La sua evidente condizione di malato però non era stata sufficiente per dimostrare la sua innocenza e, il 6 giugno del 2019, era quindi finito sotto processo con l’accusa di spaccio. Dopo un calvario di oltre tre anni, grazie alla difesa dell’avvocato Gianmichele Bosco e alla dichiarazione della dottoressa Mary Angela Siciliano che ha in cura il paziente, il Pubblico Ministero ha finalmente chiesto l’assoluzione piena essendo chiaro che la sostanza in questione veniva utilizzata da Cristian Filippo esclusivamente per scopo terapeutico.

Una vittoria che aggiunge un tassello importante alla battaglia a favore della Cannabis ma che di certo non può dirsi risolutiva della questione: «Oggi si conclude il processo e questo sicuramente mi rende felice - spiega Cristian Filippo - ma la realtà è che siamo di nuovo al punto d’inizio, nulla è cambiato rispetto alla mia lettera aperta inviata al Ministero della Salute tempo fa. Infatti continuo a non avere la mia terapia né tantomeno la possibilità di coltivare legalmente. Le soluzioni che si prospettano sono le stesse di tre anni fa, o l’autoproduzione con il rischio di finire di nuovo sotto processo oppure il mercato nero. Vorrei che il sistema sanitario mi fornisse la cura a cui ho diritto invece la Regione Calabria sembra andare esattamente nella direzione contraria».

In particolare Cristian filippo si riferisce a una proposta di legge, firmata da tutti i consiglieri, che potrebbe essere la rovina dei malati che utilizzano la Cannabis a scopo terapeutico: «Per prima cosa stanno pensando di mettere un tetto di spesa annuo di 90mila euro, che non sarebbe sufficiente a fornire la terapia a tutti i malati della regione - prosegue Filippo - inoltre sono state escluse varie patologie, tra cui la mia. Siamo al paradosso, mentre in tribunale viene riconosciuto il mio uso terapeutico il sistema sanitario è pronto a negarmelo. Infine l’acquisto della Cannabis terapeutica dovrà avvenire attraverso farmacie galeniche private che faranno lievitare i prezzi fino a 18 euro al grammo. Le normative regionali dovrebbero ampliare quelle nazionali invece in Calabria le riducono. Questa legge dovrebbe essere immediatamente bloccata  considerando anche che a giugno il sottosegretario alla salute Andrea Costa aveva chiesto all’azienda sanitaria di Cosenza di rispettare la legge nazionale».

M
Marco Ribechi