Scusi spaccia? Sì ma va bene, sono Morisi della Lega

Marco Ribechi
27 Sep 2021

Luca Morisi alias “La Bestia” di Salvini, incaricato di creare le strategie comunicative e social del leader della Lega, è indagato per detenzione e cessione di stupefacenti, proprio quei due reati su cui la macchina del fango leghista ha basato le sue campagne politiche all’insegna del pregiudizio e del razzismo


Scusi lei spaccia? Chissà se Matteo Salvini in questi giorni di tensione sarà andato a citofonare a casa Morisi per pronunciare la frase che in passato aveva fatto scalpore in Italia e non solo, destinata a un immigrato tunisino. 

Infatti, senza un briciolo di prova se non le voci di quartiere, il sorridente leader della Lega aveva messo in scena la sua pantomima, facendo di un sospetto una sentenza definitiva e alimentando in mondovisione l’odio e il pregiudizio del suo elettorato. 

Oggi, dopo che da alcuni giorni Luca Morisi è uscito dai ranghi del partito come deus ex machina della comunicazione oltre il limite della decenza, sale alla ribalta la notizia che lo stesso è interessato da un’indagine dei Carabinieri per aver ceduto a Ferragosto a dei ragazzi nei pressi di Verona degli stupefacenti, poi rinvenuti anche nella sua abitazione.

“Ho rassegnato il primo settembre le dimissioni dai miei ruoli all'interno del partito: è un momento molto doloroso della mia vita” dice affranto Morisi chiedendo comprensione, la stessa che non ha mai dimostrato verso i vari bersagli presi di mira dalla violenta propaganda leghista da lui orchestrata come spin doctor, spesso rivolta a colpire proprio gli ultimi e più deboli, persone ben più bisognose di aiuto del Morisi che per i suoi preziosi servizi è stato a lungo retribuito dal Carroccio a peso d’oro.

Oggi il carnefice diventa vittima e piange lacrime amare, finendo nel tritacarne mediatico da lui stesso sfruttato fino ad una manciata di ore fa. La rete non  lo perdona e infatti si sta scagliando contro di lui e ancor di più contro il leader della Lega di cui è stata smascherata, ancora una volta, la propaganda fatta di finti moralismi e luoghi comuni. Quegli stessi luoghi comuni che diffonde in maniera indiscriminata anche contro l'uso terapeutico della cannabis, ostacolando decine di migliaia di malati nel reperimento delle loro medicine basilari per affrontare una vita dignitosa. Tutto fa buon brodo nella zuppa riscaldata della Lega che, senza guardare in faccia nessuno, gioca i suoi calcoli politici sulle spalle dei cittadini cercando di ostacolare gli stessi diritti che lo Stato italiano ha già sancito. Quindi come possono le lacrime di chi ha contributo a tutto questo trovare comprensione di fronte al dolore fisico e psicologico che lo stesso ha contribuito a provocare senza un briciolo di rimorso?

Non è una novità che chi si erige a difensore della morale, pretendendo di inculcarla agli altri, è molto spesso il primo ad infrangere quello stesso codice. Ė proprio questa quindi la colpa mortale, non tanto quella data dalla detenzione e spaccio di stupefacenti di cui potrà rispondere in prima persona di fronte alla giustizia, ma piuttosto la cattiva abitudine di usare due pesi e due misure a seconda del guadagno che si ottiene: lupi quando si punta il dito, agnellini piagnucolanti quando si passa dall’altra parte della barricata.

 

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Marco Ribechi