Praga vuole forzare l'EU, ma il problema è Schengen
La Repubblica Ceca è l'avamposto della legalizzazione ma bisogna trovare il modo per superare gli accordi internazionali
Legalizzazione in Europa, è l’accordo di Schengen a frenare le riforme. A sostenerlo è Mikuláš Peksa, presidente del Partito Pirata Europeo e sostenitore della legalizzazione della Cannabis. «Ogni paese che desidera legalizzare la cannabis affronta vari ostacoli nel rendere la legislazione conforme agli accordi internazionali. Tuttavia, per i paesi dell'Unione Europea ciò è ancora più complesso a causa dell'Accordo di Schengen».
Le dichiarazioni arrivano mentre il governo ceco si prepara a presentare le sue proposte per un mercato legale di cannabis per uso adulto e dopo circa un mese dalla frenata imposta alla Germania lasciando proprio la Repubblica Ceca come principale promotore. «Il nostro obiettivo è rendere possibile la legalizzazione per tutti gli Stati membri» ha dichiarato Peksa.
L'Accordo di Schengen
Stipulato nel 1995 ha sancito per legge l'obbligo di consentire la libera circolazione nei 27 Stati membri creando un mercato unico per merci, capitali, servizi e persone. Per questo la Repubblica Ceca dovrà trovare il modo per emendare l'Accordo di Schengen in virtù di altre esperienze passate. In un recente documento sono già stati delineati dei percorsi alternativi che consentirebbero agli Stati membri dell'UE di procedere con la creazione di un mercato di cannabis per uso adulto. Sebbene la natura delle discussioni tra la Germania e la Commissione Europea debba ancora essere rivelata, sembrerebbe che la Germania abbia già accettato di modificare le sue proposte. Invece di introdurre un mercato regolamentato di cannabis per uso adulto, ha accettato di consentire il consumo di cannabis "coltivata in casa" e la creazione di una serie di progetti di prova scientifica. Le prove sono uno dei due modi in cui i paesi e i blocchi economici, come l'UE, possono allinearsi alle loro obbligazioni ai sensi dei trattati internazionali sulle droghe.
Elezioni del 2024
Peksa ha poi riconosciuto che sarebbe difficile avviare tali cambiamenti nel breve termine a causa della "composizione conservatrice della Commissione Europea", ma la situazione potrebbe cambiare con le elezioni parlamentari europee che si terranno nel 2024.
«La Commissione Europea ha una tendenza conservatrice e le sue politiche nei confronti della cannabis sono conservatrici, quindi è necessario cambiare la natura della Commissione verso valori più liberali - ha dichiarato - Credo che la prossima Commissione Europea sarà più in grado di sostenere l'uso liberale della cannabis e spero che ciò ci consentirà di apportare modifiche alla legislazione vigente».
Tuttavia, con la Repubblica Ceca saldamente orientata verso una riforma completa, potrebbe generarsi un conflitto con la Commissione Europea. Il Commissario Federale per le droghe della Repubblica Ceca, Jindřich Vobořil, ha dichiarato infatti che intende proseguire con un mercato legale e commerciale di cannabis per uso adulto a costo di portare il paese davanti alla Corte di Giustizia Europea. Ne nascerebbe quindi un lungo processo legale che si protrarrebbe per anni, a quel punto "il settore si sarà già consolidato e non sarà più possibile chiuderlo".
Il dott. Tomas Ryska, direttore generale di Astrasana Czech s.r.o., una delle principali aziende di cannabis ceche, ha dichiarato: «Nell'ultimo decennio, la Repubblica Ceca si è distinta come esempio progressista in Europa riguardo alla liberalizzazione delle commodities legate alla cannabis. In particolare, siamo l'unico paese europeo che impone una soglia di THC legalmente prevista dell'1%. Inoltre, il nostro focus regolamentare va oltre le norme convenzionali, favorendo un quadro regolamentare rispetto a misure punitive, estendendosi anche a sostanze come il cannabinoide HHC. Inoltre, la Repubblica Ceca è una delle pioniere a livello globale per la cannabis medica introdotta già nel 2013».