Cannabis terapeutica: I volti della canapa, un libro che racconta le storie dei malati italiani

Soft Secrets
04 Jan 2020

I volti della canapa, è un viaggio in Italia tra le persone spesso inascoltate dallo Stato che hanno deciso di curarsi attraverso la cannabis terapeutica. La autrice fotoreporter Maria Novella De Luca ha viaggiato tra Arezzo, Firenze, Taranto, Grottaglie, Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Siracusa e Genova per un reporting di tante vite segnate dalla malattia e dallo scontro perpetuo con la burocrazia italiana.


I volti della canapa. Nello speciale odierno vi parliamo del libro di Maria Novella De Luca. Un importante punto di riferimento per tutti coloro che seguono da vicino l'argomento della cannabis terapeutica. La lettura fornisce importanti spunti per comprendere al meglio cosa significa la battaglia che molti malati devono affrontare in Italia contro l'assurda burocrazia su questo tema.

Le storie degli intervistati parlano dei benefici che la cannabis sta portando alle loro vite segnate da gravi patologie, dando un lieve sollievo alle loro difficili condizioni. I volti della canapa è stato sviluppato attraverso un’operazione di crowdfunding.

Maria Novella De Luca, fotoreporter di origine ciociara e romana d'adozione, con un importante background professionale nella cronaca capitolina, ha realizzato questo commuovente viaggio che ci porta in molteplici, distanti quanto vicine, realtà del nostro paese sul tema della cannabis come cura di gravi patologie. Ha rilasciato a Soft Secrets Italia la seguente intervista.

SSIT: come ci introdurresti il tuo libro "I volti della canapa"?

Sono volti di vita quotidiana di uomini e donne che da anni utilizzano la cannabis terapeutica, sostenuti da un medico. Quindi, per cercare di dare un'idea più chiara della disomogeneità con mappatura delle varie ragioni, ho provveduto a recarmi casa per casa di questi pazienti. Ho riportato sotto forma di diario la loro esperienza, documentando famiglia per famiglia come si sono avvicinati a questo tipo di terapia e con quali metodi di utilizzo a secondo della patologia della quale soffrono.

Si tratta di 15 storie di situazioni differenti corredate da quattro fotografie di loro vita quotidiana, per cercare di rendere evidente e in modo sereno l'idea delle loro condizioni. Essendo fotoreporter ho avuto modo di raccogliere le storie a livello fotografico, contestualizzandole situazione per situazione. Ho provveduto altresì a cercare di dare una introduzione per maggiori delucidazioni a chi si avvicina all'argomento per la prima volta (dalla cannabis terapeutica a che cos'è il sistema endocannabinoide), con approfondimenti di medici, farmacisti ed esperti del settore. 

SSIT: qual è stato il tuo primo approccio al tema della cannabis terapeutica?  

Per curiosità, la vera molla che muove tutto il mio lavoro. Nel 2008 questa voglia di scoprire era interamente dedicata alla pianta della canapa e l'appartenenza secolare della stessa alla cultura italiana.

Mi incuriosì il fatto che una pianta, donata dalla natura all'essere umano, fosse stata messa al bando e mi ponevo numerosi interrogativi, i quali spesso rimanevano fine a se stessi per via della sua illegalità. Iniziai, quindi, a cercare i primi contatti per dissolvere i miei dubbi, imbattendomi in uno studio dell'Università degli Studi della Tuscia.

Tuttavia, quanto cercavo di documentare non mi stava dando la giusta soddisfazione da reporter fotografica quale sono. Sentivo la necessità di un cambiamento di rotta, e lo trovai scoprendo l'importanza dell'utilizzo terapeutico della cannabis. Ho potuto quindi sbloccare la mia volontà di raccontare la storia a livello fotografico con l'elemento umano in primo piano.

SSIT: per il tuo progetto che ha portato alla stesura del libro, quali sensazioni hai provato nell'incontrare questi pazienti, per le loro battaglie contro la malattia e la burocrazia italiana? 

Posso dire che, dopo aver conosciuto queste persone, con molte di queste sono nate delle bellissime amicizie, l'elemento chiave con il quale ho trovato un comune denominatore era l'indignazione.

Mi sono resa conto della loro grossa battaglia che queste persone devono affrontare quotidianamente contro la loro malattia, grazie alla cannabis che migliora le loro condizioni, nonché la battaglia contro uno Stato inadempiente per aiutare queste persone nella fornitura del loro farmaco.

Sono della tesi che, oltre all'indispensabile presenza di un medico, ciascuno dovrebbe essere libero nella scelta della propria cura più adeguata, se le condizioni di vita migliorano per davvero. Non riesco tutt'ora a sopportare il fatto che una persona molto sofferente, come per le storie che ho descritto nel libro I volti della canapa, debba lottare e affrontare un vero calvario per il diritto alla cura.

Ci tengo a sottolineare che, per cambiare l'opinione globale e le stesse regole, è necessaria una mobilitazione dal basso per far cambiare opinione a chi sta in alto.

SSIT: Quale riscontro ha ottenuto il libro "I volti della canapa"?

Il libro è uscito a Maggio 2019 e ora, arrivati alla fine dell'anno, posso dire che qualche piccola soddisfazione me la sono tolta con la maggior parte dei volumi messi in commercio venduti.

Tenendo presente quanto sia difficile parlare di questa tematica, in particolare per i giornali di tiratura di massa, continuo ad auspicare che questa pubblicazione possa dare una mano ulteriore per rendere le persone maggiormente coscienti dell'importanza della cannabis come terapia.

Mi fa anche piacere che molte persone si sono interessate al libro con l'intento di regalarlo per Natale a destinatari con necessità di comprendere maggiormente l'utilizzo terapeutico della cannabis. Ho partecipato a varie conferenze per la presentazione del libro, sempre accompagnata da medici e pazienti per aiutare a risolvere tutti i dubbi del pubblico su questa terapia alternativa che è ancora poco diffusa ma si sta facendo largo.

I volti della canapa: LINK

Prossima presentazione del 9 gennaio a Roma: LINK

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