Il futuro della cannabis light: un mercato in costante crescita
L'uso della cannabis in Italia, come nel resto del mondo, sta diventando sempre meno un tabù soprattutto grazie all’espandersi del mercato del CBD alimentato sia da un progressivo adeguamento delle normative nazionali sia dallo sviluppo di e-commerce specializzati.
Solamente nel 2020, il settore della cannabis ha generato più di 20 miliardi di dollari a livello mondiale, con un aumento addirittura del 48% rispetto al 2019. Un giro d’affari che continua a espandersi, moltiplicando posti di lavoro e sottraendo una larga fetta di mercato alla criminalità organizzata.
Il vero e proprio boom è arrivato nei difficoltosi mesi di lockdown, facilitato anche dalle morbide restrizioni di alcuni Paesi che, considerando la cannabis un prodotto essenziale per superare ansia e stress, hanno garantito le vendite online e le consegne a domicilio. Ma parte di questo successo è dovuto soprattutto al fatto che la cannabis sta vivendo un processo di normalizzazione nel contesto sociale, grazie ai cittadini più informati che vogliono essere liberi di scegliere.
Una rivoluzione dimostrata anche dalla storica votazione della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti (CND) del 3 dicembre del 2020, quando, i 53 Stati membri della Commissione dell’ONU hanno votato una serie di misure proposte dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla riforma internazionale della cannabis. Delle sei raccomandazioni avanzate, solamente una è stata approvata dalla maggioranza. Ma si è rivelata quella decisiva: la cannabis è stata riconosciuta ufficialmente come una medicina. Fino al 2020, la cannabis e la resina di cannabis erano incluse, insieme a oppioidi, cocaina e numerose sostanze di sintesi nella Tabella I e nella Tabella IV della Convenzione del 1961 sugli stupefacenti.
Anche in Europa sono state fatte delle piccole conquiste: nel novembre 2020, infatti, la Corte di Giustizia europea ha pubblicato una sentenza in cui afferma che il cannabidiolo (CBD), estratto dalla pianta di cannabis, non può essere considerato una droga ai sensi della Convenzione unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti. Infatti, secondo la recente revisione del Comitato di esperti sulla dipendenza dalle droghe dell’OMS, il CBD non ha alcun effetto psicotropo, nessun effetto dannoso sulla salute umana e non crea forme di dipendenza. In seguito, anche la Commissione europea ha annullato la sua valutazione preliminare sul CBD e ha affermato che la sostanza non è un narcotico, seguendo la linea adottata nella sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.
Anche grazie a queste riforme il CBD continua a essere al centro delle attenzioni, oltre che della ricerca scientifica, anche dei mercati finanziari e degli istituti competenti in fatto di regolamenti farmaceutici. Le quantità di CBD, presenti all'interno della cannabis light, hanno sull'organismo un naturale effetto rilassante, antiossidante e antinfiammatorio. Questo metabolita, favorisce il sonno e può avere un effetto calmante e distensivo contro stati di ansia e panico. La cannabis light può essere utilizzata per smettere di fumare tabacco, come sostituzione a droghe più pesanti, per contrastare la dipendenza da alcolici o per ridurre l'utilizzo di farmaci antinfiammatori, analgesici, rilassanti e sonniferi. Inoltre, un consumatore su cinque afferma di scegliere di consumare cannabis light, o prodotti a base di CBD, semplicemente per benessere personale.
A differenza del THC, il CBD non è psicoattivo, non crea assuefazione e, viste le sue numerose qualità benefiche, sta suscitando sempre maggiore interesse da parte della comunità medica e scientifica.
Un'analisi di Vantage Market Research, realizzata sul mercato globale del cannabidiolo (CBD), rileva che è questa crescente consapevolezza dei benefici terapeutici del CBD, che sta accelerando la crescita del prodotto sul mercato. Un mercato globale che si stima raggiungerà i 47,22 miliardi di dollari entro il 2028, rispetto ai 4,9 miliardi di dollari del 2021, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 21,3%.
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Per l'Italia si stima che il mercato del CBD raggiungerà un valore di 40 miliardi di euro entro il 2028. Nel nostro paese è in commercio dal 2017, dall’entrata in vigore della Legge 242/2016. Eppure la Cannabis Light, o erba legale che dir si voglia, come abbiamo visto, in questi anni ha innescato un grandissimo giro d’affari in continua crescita. D'altronde la filiera della canapa era già esistente nel Belpaese prima che venisse iscritta nel registro degli stupefacenti. Si coltivava canapa per ricavarne fibra tessile, mangime per animali, cosmetici, alimenti salutari come l’olio di semi di cannabis, ricco di omega-3. Di fatto, dal 2016 i terreni coltivati a canapa sono decuplicati e gli investimenti per le nuove colture hanno coinvolto diverse regioni italiane. Al sud e nelle isole il maggiore aumento di superficie coltivata si è avuto tra Sardegna, Puglia, Basilicata e Sicilia. Invece al nord sono Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia le regioni più intraprendenti nella nuova ‘economia verde’. Si parla nel complesso di un settore che coinvolge almeno 10 mila lavoratori. E sembrerebbe che, nonostante le difficoltà del periodo che stiamo vivendo, l’impatto occupazionale della filiera del CBD italiano non sia destinato a calare. Quando il governo si deciderà finalmente a normare il settore, anche gli ambiti occupazionali potranno crescere. Sì, perché purtroppo, per quanto la cannabis light sia legale per usi tecnici, in Italia manca ancora una norma chiara in merito alla commercializzazione. E se pensiamo che il nostro Paese è terra di eccellenza nelle produzioni agricole, luogo di sole, acqua, aria buona e terreno fertile, è un vero peccato non poterne approfittare.
Un altro dato molto significativo è quello legato alla diminuzione (circa il 33% in meno) del quantitativo di piante coltivate in maniera illegale: attuando un'attenta e precisa regolamentazione, infatti, sarebbe possibile contrastare il narcotraffico e i sequestri di marijuana illegale, si potrebbe diminuire la criminalità legata al mercato nero, tutelare i minori ed ottenere un ricavo economico stabile, sicuro e controllato.