Spagna, “la legalizzazione è inarrestabile”

Marco Ribechi
01 Dec 2021

Nel paese iberico è sempre più forte la spinta alla regolamentazione che potrebbe arrivare già al termine del primo semestre del prossimo anno. Calcolati 8miliardi di gettito e 100mila posti lavoro. Seguendo il modello tedesco e uruguaiano gli attivisti chiedono leggi più aperte ma allo stesso tempo precise ed efficaci


Legalizzazione in Spagna, è il modello tedesco a fare da traino. Il gruppo politico Unidas Podemos chiede a gran voce di accelerare i tempi per la legalizzazione della Cannabis, definita “un processo ormai inarrestabile”. La scadenza identificata per adottare la proposta di legge è la prima metà del 2022. Durante un convegno sulla regolarizzazione la deputata Lucía Muñoz Dalda ha affermato che la società ha già manifestato il suo favore nei confronti di una totale legalizzazione che punti alla decriminalizzazione e che si opponga al modello proibizionista ormai fallimentare, come stanno dimostrando anche gli stessi Stati Uniti da sempre in prima linea nella War on Drugs. La deputata ha anche spiegato che sarebbe opportuno tenere separati i binari della Cannabis medica e dell’uso ricreativo poiché il secondo potrebbe rallentare i dibattiti sulla Cannabis terapeutica i cui benefici ormai sono attestati e unanimemente riconosciuti. Il gruppo politico desidera preparare un dettagliato dossier sugli effetti positivi che tale provvedimento potrebbe avere nei confronti dell’economia del paese con una riduzione delle spese per combattere il mercato nero e allo stesso tempo con un gettito di oltre 3 miliardi di euro. Sommando questa cifra agli 8 miliardi di euro investiti per combattere il narcotraffico e anche i 100mila posti lavori che si creerebbero è evidente che gli effetti economici potrebbero essere strabilianti e assolutamente unici. 

Il promotore del ddl ha sottolineato che regolamentare non significa liberalizzare ma proprio restringere il consumo per renderlo "responsabile" e promuovere anche la prevenzione dell'uso della cannabis nella popolazione minorenne. Al contrario la mancanza di una chiara e precisa regolamentazione è una vera e propria perdita di tempo che causa danni al paese sia da un punto di vista meramente economico che socio culturale. Queste evidenze sono state dimostrate dall’Uruguay, uno dei paesi più avanzati insieme al Canada, dove la regolamentazione ha favorito un uso più responsabile e controllato della pianta. A dar manforte alla deputata anche l’attivista Bernardo Soriano che ha aggiunto come sia assurdo affermare che l’uso di Cannabis sviluppa malattie mentali, d’altronde proprio l’Organizzazione Mondiale della Salute ha di recente eliminato la Cannabis dalla lista delle sostanze pericolose.

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Marco Ribechi