Che cosa è il kratom, la medicina proibita come la Cannabis

Marco Ribechi
31 Aug 2021

Per alcuni si tratta di una sostanza pericolosa tanto quanto l’eroina, assolutamente da vietare. Per altri invece il kratom è l’unica soluzione disponibile per curare malattie croniche, grazie alle sue proprietà fortemente antidolorifiche. Scopriamo insieme questa pianta tipica del sud est asiatico per cui, in più di uno stato, stanno combattendo una battaglia per la legalizzazione


Nell’ultima settimana la Thailandia ha rilasciato dalle sue carceri oltre 10mila detenuti colpevoli di essere stati trovato in possesso di derivati del kratom, una pianta utilizzata sia per scopi medici e terapeutici che ricreativi. Il governo della Tigre Asiatica ha infatti avviato un processo di legalizzazione della pianta che, oltre a comportare il rilascio dei trasgressori, ha causato anche la pulizia delle loro fedine penali, poiché il fatto non rappresenta più un reato. Contemporaneamente in Malesia, sulla scia di quanto avvenuto in Thailandia, il legislatore Zahidi Zainul Abidin ha chiesto al Governo di agevolare la legalizzazione del kratom e anche della canapa, con lo scopo di creare mercato per gli agricoltori che coltivano le due piante. Ma che cosa il kratom, una pianta dagli usi terapeutici del tutto simili alla Cannabis e per questo altrettanto osteggiata?

Il nome scientifico è Mitragyna speciosa ed il suo uso è esploso negli Stati Uniti nel 2016 quando la Drug Enforcement Administration ha cercato, senza successo, di farne una droga illegale. Infatti, nonostante fosse stato definito un pericoloso oppioide, i risultati sul suo livello di dipendenza e tossicità non hanno confermato le aspettative, al contrario moltissimi usuari hanno affermato che si tratta di un modo naturale per alleviare il dolore, combattere la fatica e migliorare l’umore delle persone che soffrono di ansia e depressione. Il tutto in maniera molto meno pericolosa di alcuni antidolorifici.

La pianta, in media alta circa dieci metri ma che a volte può arrivare fino ai trenta, è utilizzata da sempre nei paesi del sud est asiatico (in prevalenza Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Papua Nuova Guinea ecc.) come elemento molto importante della medicina tradizionale. Come per la coca nei paesi andini l'utilizzo richiede di masticarne le foglie fresche o secche, oppure cucinarle in acqua per ricavarne un decotto.  Il principio attivo che contiene è la mitraginina che è attiva sul sistema nervoso e agisce come antidolorifico, stimolante, defaticante e antidepressivo.

Nelle zone rurali del sud est asiatico viene utilizzato soprattutto per agevolare il duro lavoro nei campi, o meglio nelle risaie, ma anche come antidolorifico, anestetico e antidepressivo. Inoltre, grazie alla sua azione sul sistema oppioide, il kratom può anche essere  adoperato per curare la dipendenza da altre droghe come ad esempio l’eroina, potrebbe quindi essere un sostituto naturale del metadone. In Italia la mitraginina è stata inserita nell’elenco delle sostanze proibite quindi, di conseguenza, anche la pianta è considerata illegale. 

Ma perché in un sito di informazione sulla Cannabis ci si ritrova a parlare di kratom?

Evidentemente marijuana e kratom, insieme anche ad altre sostanze, condividono il triste destino di essere vietate nonostante i loro disparati e similari usi terapeutici. Mentre la natura ha donato all’uomo tutto ciò di cui necessita per combattere alcune patologie senza ricorrere a pericolose somministrazioni chimiche, spesso inefficaci o con moltissime controindicazioni, i rimedi naturali vengono costantemente resi illegali con la scusa della droga, senza pensare a tenerne in considerazioni gli enormi benefici per chi potrebbe alleviare attraverso essi i propri dolori. Se il Governo della Thailandia, che non può assolutamente considerarsi permissivo sul tema droghe, ha deciso di legalizzarne l’uso evidentemente in Europa la proibizione può quantomeno essere vista come pretestuosa, esattamente come avviene per la Cannabis che potrebbe essere coltivata agevolmente in privato da ogni cittadino, riducendo anche la spesa pubblica per la salute e permettendo ai malati di prodursi per proprio conto la propria medicina. Nessuna pianta deve essere considerata illegale poiché, come in ogni altro campo della scienza e della tecnica, ogni elemento è uno strumento a disposizione dell’utilizzo umano. Così deve essere anche per la cannabis e il kratom. 

 

M
Marco Ribechi