Beffa Malta: l'autorità della Cannabis è proibizionista

Marco Ribechi
29 Dec 2022

L'isola del Mediterraneo è considerata la nuova frontiera della legalizzazione ma il processo per liberare la Cannabis ancora non si è concluso. Recentemente il Governo ha nominato un proibizionista, Leonid McKay già vertice della Caritas, come autorità sull'uso della Cannabis ma le associazioni di attiviste sanno che è un attacco al cambiamento


Malta, l’ex direttore della Caritas Leonid McKay eletto alla guida delle politiche sulle droghe. Sa di beffa e di offesa per le associazioni di attivisti la nomina della nuova autorità governativa in materia Cannabis e droghe. Nonostante la durissima battaglia svolta nell’isola in direzione della legalizzazione, ad oggi non ancora completata, il Governo continua a ribaltare le promesse e ad allontanarsi dai principi fondamentali di un approccio alla politica sulla droga basato sui diritti umani. 

«È deplorevole osservare che ancora una volta le persone che fanno uso di cannabis vengono trattate come cittadini di seconda classe - spiegano i rappresentanti dell’associazione ReLeaf, una delle più attive sull’isola per la legalizzazione della Cannabis - viene loro negata ogni rappresentanza significativa, eleggendo persone note per la loro mentalità proibizionista. Il governo continua di fatto a fallire nelle ripetute promesse di rispettare la dignità degli adulti che fanno uso di cannabis e di passare da un ambiente punitivo e criminalizzato a un quadro più inclusivo e regolamentato». 

In qualità di Direttore della Caritas, McKay occupava una posizione molto centrale nel processo decisionale, infatti, come dichiarato dalla Caritas nel 2017: "Caritas Malta desidera esprimere la più seria preoccupazione per qualsiasi forma di legislazione sul cosiddetto uso "ricreativo" della cannabis". L’associazione inoltre dichiarava che: “Abbiamo numerose testimonianze, più di trent'anni di esperienza nel settore, insieme a una solida base di argomentazioni scientifiche e lezioni apprese da altri paesi per concludere che facilitare l'uso o la vendita di cannabis avrà gravi effetti dannosi sulle nostre comunità”. 

Inoltre, proprio la Caritas nel corso degli anni, in particolare tra il 2015 e il 2022, ha lanciato una crociata contro qualsiasi forma di modifica legislativa che autorizzasse l'uso responsabile della cannabis e proteggesse le persone da inutili conseguenze penali. 

«Lo scopo principale della legge è sempre stato quello di promuovere la salute pubblica e la giustizia sociale correggendo gli abusi legali del passato e stabilendo un approccio regolamentato più sicuro nel pieno rispetto del diritto internazionale - spiega Andrew Bonello di ReLeaf - La posizione di considerare la cannabis in relazione alle dipendenze, o come pura merce, riflette purtroppo una comprensione molto scarsa di come la cannabis viene consumata nella società. Pertanto non possiamo non mettere in dubbio le competenze del nuovo incaricato in quanto il suo passato ne dimostra l’avversione alla pianta».

Secondo ReLeaf Malta proprio la Caritas è stata una delle organizzazioni più incallite nel tentativo di bloccare la possibilità di consentire la crescita personale e la creazione di uno spazio comune sicuro dove condividere e consumare cannabis. 

Sembra piuttosto complesso quindi coniugare le due posizioni: da un lato avere un approccio basato sui diritti umani che promuova l'accesso limitato e l'uso responsabile, dall'altro un presidente che considera il consumo di cannabis come un segno di debolezza, o un vizio.

«Non è chiaro - conclude ReLeaf Malta - in che modo la passata esperienza lavorativa di Mckay alla guida della Caritas e le sue personali posizioni morali ed etiche sull'uso ricreativo di droghe influiranno sullo sviluppo dell'ARUC e, per estensione, sulla legislazione locale che regola il consumo personale, la coltivazione e possesso di cannabis».

 

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Marco Ribechi