L'acqua "buona" per la Cannabis, capire il pH

Soft Secrets
10 Nov 2021

Il pH dell'acqua utilizzata per irrigare le piante di Cannabis è un parametro da tenere sempre sotto controllo per capire se la pianta sta ricevendo i giusti nutrienti. Monitorarlo e correggerlo è un'operazione semplice ma allo stesso tempo basilare per il proprio raccolto


Come per ogni essere vivente anche la crescita delle piante di Cannabis ruota attorno alla qualità e alla composizione dell’acqua che forniamo, trattandosi del veicolo che permette di fornire nutrienti alla pianta. Molte sostanze, compresi i sali fertilizzanti, si sciolgono facilmente nell’acqua, che è nota come solvente universale. La maggior parte delle fonti d'acqua però di rado è pura e le impurità nell'acqua sono “invisibili” una volta disciolte e parte della soluzione. Per questo il primo passo da compiere di fronte all’intenzione di attivare una produzione domestica (ma anche su più larga scala) è misurare e monitorare il pH dell’acqua e con esso anche l’alcalinità e i solidi totali disciolti (TDS).

Cos'è il pH? Questa è una domanda che in genere porta i nuovi coltivatori a grattarsi la testa e ad andare a prendere la pipa. Il pH riguarda il livello di alcalinità o acidità di una determinata "cosa", in questo caso un liquido. Il liquido è la soluzione nutritiva utilizzata per far crescere una pianta. La scala del pH inizia da 0 e arriva a 14. Il valore di 7,0 è considerato neutro e i valori superiori a 7,0 sono alcalini, mentre quelli inferiori a 7,0 sono acidi. 

La soluzione nutritiva è sostanzialmente un cocktail di varie sostanze chimiche. Queste sostanze chimiche possono reagire l'una con l’altra in un processo chiamato legame covalente e formare nuove sostanze chimiche indesiderate. Sono indesiderate perché la pianta non può utilizzarle. Questo processo di legame covalente dipende in gran parte dal pH della soluzione in cui sono sospese le sostanze chimiche, in questo caso l'acqua. 

Misurazione del pH

Misurare il pH è relativamente facile e ci sono numerosi metodi possibili. Il metodo più economico e di bassa tecnologia prevede il prelievo di un campione dalla soluzione nutritiva che viene fatta reagire con un misuratore di pH che fa cambiare colore al liquido. A seconda della gradazione di colore avremo il nostro valore di pH. Un kit del genere è molto economico e può costare meno di 10 euro.

Regolazione del pH

Sapere quale sostanza chimica aggiungere alla soluzione nutritiva e quando farlo è fondamentale per il successo della coltivazione. Quando il livello di pH è troppo elevato (alcalino), può essere abbassato con salnitro, acido solforico o fosforo. Quando il valore del pH è troppo basso, può essere aumentato con carbonato di calcio, calce o potassio. La maggior parte dei fertilizzanti provoca un cambiamento di pH nella soluzione nutritiva. L'aggiunta di fertilizzante alla soluzione nutritiva produce quasi sempre un pH più acido. 

Per gestire tutte queste sostanze chimiche è importante avere un buon metodo. La prima regola generale è non fare nulla da “stonati”. Un'altra regola generale è quella di usare vetro o plastica, mai metallo. Le sostanze nutritive reagiscono con gli elementi estremamente liberi nel metallo e rovinano i rapporti nutritivi. Il vetro o la plastica non hanno questo problema. Non aggiungere mai l'acido al contenitore dei nutrienti ma è buona norma comporre la sostanza nutritiva in un altro recipiente.

Il pH varia anche in base alle fasi del ciclo vitale della pianta poiché, mano a mano che la pianta cresce, la quantità di sali prodotta dalla decomposizione dei fertilizzanti nel substrato fa sì che il terreno diventi sempre più acido. Alla fine, la concentrazione di questi sali nel substrato può ostacolare la pianta e provocare bruciature sulle foglie. Inoltre, con l'invecchiamento della pianta, le radici diventano meno efficienti nell’apportare alimenti alle foglie. Per evitare l'accumulo di questi sali nel substrato e garantire che la pianta riceva tutti gli alimenti di cui ha bisogno, si può risciacquare il sistema con acqua pulita a pH bilanciato ogni due settimane, in sostituzione del ciclo di alimentazione. 

 

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