Dal divieto alla cultura: l'Unesco cambia rotta sulla cannabis

Marco Ribechi
18 Sep 2025

Per la prima volta nella storia, la cannabis si fa strada sul palcoscenico globale della cultura. La conferenza di punta dell'UNESCO, Mondiacult, celebra il centenario della sua proibizione internazionale e, in un significativo cambio di rotta, le dedica una piattaforma di rilievo. Questo evento storico non solo riflette la crescente accettazione della pianta a livello mondiale, ma segna un momento cruciale per la sua integrazione nelle politiche culturali globali


Un dibattito senza precedenti

La Conferenza mondiale dell'UNESCO sulle politiche culturali e lo sviluppo sostenibile (Mondiacult), la più grande conferenza culturale a livello globale, accoglie delegazioni da tutti i 194 stati membri con l'obiettivo di definire l'agenda culturale per i prossimi anni. 

L'edizione del 25°, che si svolge dal 29 settembre al 1° ottobre a Barcellona, vedrà la partecipazione di due importanti organizzazioni della società civile: FAAAT (Forum Drugs Mediterranean) e Cannabis Embassy. 

Queste organizzazioni sosterranno l'urgenza di posizionare la cannabis al centro delle discussioni sulle politiche culturali, proprio mentre le Nazioni Unite preparano il loro quadro di sviluppo post-2030. 

Un'iniziativa audace che mira a riscrivere la narrazione centenaria del proibizionismo, trasformandola in un percorso di riconoscimento culturale e di tutela del patrimonio immateriale. 

Documenti chiave e prospettive future FAAAT 

e Cannabis Embassy hanno presentato due contributi ufficiali, strumenti fondamentali per il dibattito a Mondiacult: 

  • "Cannabis: una pianta senza confini. Diagnosi culturale, cento anni dopo la sua proibizione": un documento tecnico che analizza la storia e l'eredità culturale della cannabis, offrendo una diagnosi aggiornata del suo stato globale.
  • Un rapporto di consultazione sul ruolo delle comunità legate alla cannabis nella conservazione del patrimonio culturale immateriale, con preziose intuizioni raccolte da eventi a Barcellona e Santiago del Cile.

Questa inclusione non è casuale. Avviene in concomitanza con il centenario sia del suo riconoscimento nella farmacopea internazionale sia dell'inserimento della cannabis nell'elenco delle sostanze stupefacenti. L'obiettivo è chiaro: riformulare questa eredità e integrare le pratiche legate alla cannabis in programmi più ampi di tutela del patrimonio culturale e di sostenibilità. 

unesco, politiche, pianta, cannabis

Voci dal fronte del cambiamento 

Sébastien Béguerie, presidente di FAAAT, ha sottolineato l'importanza dell'evento, definendolo "il più grande raduno internazionale dedicato alla cultura". Kenzi Riboulet-Zemouli, esperto di politica internazionale sulle droghe, ha definito l'edizione del 2025 un "momento decisivo" per integrare le culture legate alla cannabis nella prossima strategia di sviluppo delle Nazioni Unite. 

Questa iniziativa riflette una tendenza globale, un vero e proprio passaggio dal proibizionismo al riconoscimento culturale. 

La FAAAT, da oltre vent'anni in prima linea nella riforma delle politiche antidroga, ha già giocato un ruolo cruciale nella riclassificazione della cannabis da parte delle Nazioni Unite nel 2020. L'Ambasciata della Cannabis, fondata nel 2024 per unificare la difesa internazionale della cannabis, continua questo lavoro nominando "ambasciatori della cannabis" e partecipando attivamente ai forum globali.

Mondiacult, che riunisce ogni quattro anni migliaia di decisori politici e operatori culturali, offre un'opportunità unica. Con l'Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 che si avvia alla conclusione, la conferenza del 2025 si presenta come il momento ideale per rivalutare il ruolo delle culture tradizionali e contemporanee della cannabis nel processo decisionale globale. 

Questo evento segna l'inizio di una nuova era, in cui la storia e la cultura della cannabis non sono più relegate ai margini, ma riconosciute come parte integrante del patrimonio culturale dell'umanità. 

M
Marco Ribechi