Dal Metodo Di Bella alla Cannabis medica, breve storia della legge 94/98

Marco Ribechi
21 Sep 2021

La legge 94/98 disciplina anche la prescrizione e l’allestimento di farmaci a base di Cannabis. Il professor Cini, luminare in materia, ne racconta gli sviluppi, dalla sua nascita sull’onda di una terapia antitumorale, fino al giorno d’oggi in cui i pazienti che si curano con Cannabis medica ne chiedono presto una revisione


Ha ormai ventitré anni la legge che regola le prescrizioni magistrali, ovvero quella tipologia di preparati che non hanno un corrispettivo già pronto in commercio e quindi devono essere realizzati ad hoc in farmacia. All’interno di questa categoria rientrano anche le prescrizioni a base di Cannabis che sono obbligate a seguire una legge speciale, la 94/98, nata in seguito allo sviluppo di una terapia antitumorale per mano dell’allora ministro della salute Rosi Bindi.

LUIGI DI BELLA

Siamo nel 1998 e il medico Luigi di Bella ha appena stupito il mondo intero con il suo particolarissimo metodo per curare i tumori, attraverso quello che venne definito nel linguaggio comune un cocktail di farmaci. Di Bella prometteva di far regredire e quindi guarire i tumori attraverso delle terapie specifiche basate sul singolo paziente differente da soggetto a soggetto, da questo il nome di Metodo di Bella. In Italia non si parlava altro che di questo scienziato, da alcuni definito bugiardo, da altri un salvatore. Tantissime persone però giuravano che la terapia, su di loro, aveva funzionato. «Il Metodo all’epoca ebbe un successo tale che moltissimi pazienti iniziarono a chiedere che venisse introdotto nel sistema sanitario nazionale - spiega il professore Maurizio Cini, docente universitario in Farmacia ed tra i massimi esperti di legislazione farmaceutica - il suo protocollo terapeutico richiedeva l’utilizzo di differenti sostanze che non esistevano in commercio come preparati industriali tra cui, ad esempio, formulazioni a base di vitamina E, Melatonina coniugata, sciroppo di retinoidi».

La maggior parte dei preparati necessitava di grandissima cura e condizioni particolari per la realizzazione, per questo potevano essere allestiti solo in farmacie debitamente attrezzate. «Il Governo fu costretto a varare un decreto legge apposito per permettere il prosieguo di questa cura sperimentale - continua Cini - nacque così il decreto n. 23 del ‘98 che venne convertito in legge entro sessanta giorni. Appunto con legge 94/98». La legge, nel dettaglio, prevede tutto un iter per la prescrizione e la preparazione attraverso ricette ad personam da presentare in farmacia. Poiché non ci sono medicinali sostitutivi a base di Cannabis terapeutica rientra in questa catalogazione ogni prescrizione di Cannabis che perciò necessita di consenso informato, dell’invio di speciali ricette che non possono essere digitalizzate, dell’impossibilità di recapitare la richiesta via Pec e altre procedure.

«La legge era nata in un contesto molto specifico che esulava dall’uso terapeutico della Cannabis - conclude il professore - nonostante ciò oggi disciplina anche questo tipo di terapie. A ragione molti ne chiedono un cambiamento e una rinfrescata per renderla compatibile con i tempi attuali. Ormai l’uso della Cannabis medica non è più una novità da almeno otto anni ma ancora affronta problematiche cliniche, normative e tecnologiche». A questo proposito, per fornire gli ultimi dati sul tema, è stato ideato il corso Cannabis Terapeutica: la scintilla del cambiamento (le iscrizioni sono ancora aperte) che può essere frequentato on line da specialisti del settore, farmacisti, medici, pazienti ma anche curiosi che desiderano approfondire l’argomento. Il professor Maurizio Cini ne è responsabile scientifico in quanto Presidente dell’ASFI – Associazione Scientifica Farmacisti Italiani.

 

Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con il corso "Cannabis Terapeutica: la scintilla del cambiamento" ma non si tratta di un promoredazionale, ovvero non c'è nessuna sponsorizzazione in atto. Soft Secrets Italia gratuitamente offre il suo sostegno poiché ne sposa la missione di diffondere il più possibile contenuti utili e aggiornati, seguendo l'idea che solo uniti si riuscirà a promuovere una coscienza sociale libera da pregiudizi e dogmi.

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Marco Ribechi