Arte e cannabis: la fotografa Emily Eizen sorprende il mondo

Maria Novella De Luca
20 Aug 2022

Quando parliamo di cannabis la maggior parte delle volte lo facciamo in relazione a dibattiti sulla legalizzazione, alle proteste, al suo uso terapeutico. Ma avete mai pensato ad un collegamento tra canapa e arte?


L’utilizzo della canapa, come ormai sappiamo, ha una versatilità estrema, dall’ambito industriale alla bioedilizia fino al benessere del corpo e, naturalmente, l’ambito dell’arte non ne è immune. Infatti, lungo la storia umana, e oggi più che mai, creatività e uso responsabile di cannabis si sono intrecciate nella vita di artisti, designer, inventori, filosofi e persone che hanno tratto beneficio dal consumo di erba e ne hanno difeso e diffuso la cultura.

Uno degli ultimi esempi della forte relazione tra arte e cannabis ci arriva dalla California, dall'artista "queer" che molti vedono come la prossima Keith Haring. Parliamo di  Emily Eizen, una convinta sostenitrice della cannabis nonché  artista molto richiesta che lavora nella pittura, nella scultura, nella fotografia, nella modellazione e nella performance. 

Colorata e vivace la sua arte di ispirazione psichedelica degli anni '60 mostra la bellezza, la libertà e la diversità che Eizen considera essenziali per stabilire l'equità nello spazio della cannabis e oltre. Il portfolio e le commissioni di Emily mettono in evidenza la sua capacità di adattarsi a stili ed estetiche differenti, attraverso spettri di genere e sessualità, sfidando le convenzioni. 

Emily attualmente contribuisce alla fotografia per pubblicazioni tra cui High Times, Playboy, Honeysuckle, Forbes, Different Leaf e California Leaf. È anche la direttrice creativa di bonbuz, un noto marchio di bevande analcoliche. 

Essendo del sud della California, Emily ha conosciuto l'erba sin dalla gioventù anche se durante gli anni del liceo era più interessata alla politica che all'erba buona. Era tutta incentrata sul suo "club femminista e sulla protesta contro il codice di abbigliamento scolastico", ha confessato durante una recente intervista. La sua passione per la politica si è estesa agli anni del college, quando ha conseguito una laurea in Scienze Politiche presso la George Washington University.

"Sono stata molto coinvolta con l'organizzazione LGBTQAI+ nel campus e ho persino avuto l'opportunità di incontrare il presidente Obama, Bernie Sanders e Hillary Clinton", ha rivelato. "Ho saltato la lezione per protestare a un raduno del Tea Party in cui Trump stava parlando ed è diventato virale su Snapchat e Twitter". Ma nella sua anima mancava qualcosa di "forte", ha spiegato. Aveva tralasciato, infatti, qualcosa che aveva significato molto nella sua adolescenza: l'arte e la creatività, la cui assenza l'aveva gettata nella depressione e si era persa in quella che, lei stessa definisce "la palude politica di Washington e la cultura del campus universitario". Fu allora che la cannabis le venne in aiuto.  "Fumavo nella mia stanza del dormitorio e la cannabis mi riportava tutta la creatività e la passione per l'arte", ha detto. "Subito dopo, ho abbandonato la scuola e sono tornata a Los Angeles. È stato allora che ho iniziato a lavorare in tutti i tipi di dispensari come budtender". 

Da allora, Emily ha lavorato in aziende di cannabis sia per uso medico che ludico e proprio in uno dei tanti dispensari, ha notato che il feed di instagram e il sito web del negozio non funzionavano per niente bene. Nessuna cura, nessuna coesione estetica, nessun intento. Fu così che Emily realizzò che la sua creatività avrebbe potuto trovare una collocazione e un’utilità in quel settore.

“La maggior parte dei marchi non era ancora concentrata sul raccontare una storia attraverso foto editoriali e di lifestyle”, ricorda Emily. "La mia manager, Gina, un'altra donna queer forte nell'industria della cannabis, mi ha promossa a Social Media Manager e Direttrice creativa. Mi davo molto da fare ogni giorno in negozio, partecipavo a eventi e networking, incontravo rappresentanti di diversi marchi dell'industria della cannabis. Ho avuto modo di creare tanti lavori autentici, per questo le sarò sempre grata per questa opportunità". 

 

Arte e cannabis: la fotografa Emily Eizen sorprende il mondo
Poster Emily Eizen

È così che ha avuto inizio la carriera di Emily come creativa nel mondo della cannabis. Ha anche fatto la modella per diversi dispensari e marchi di cannabis. Quello di Emily non è solo un impegno legato alla realizzazione personale ma anche un contributo  all’interno dell’industria della cannabis, per sradicare pregiudizi e mentalità superate e dare voce a tutti coloro che meritano di essere ascoltati, visti e riflessi in questo nuovo settore.

"Voglio usare la posizione in cui mi trovo come creativa per valorizzare le persone che sono state la spina dorsale di questo movimento molto prima della legalizzazione, mettendo in primo piano un'ondata inclusiva, creativa e spesso femminile della nuova cultura della cannabis. Dobbiamo mantenere lo spirito di libertà, amore e giustizia nell'industria della cannabis".

Quella di Emily si può definire arte della cannabis? O solo arte infusa di cannabis? Non importa, ciò che conta davvero, a nostro avviso, è che l’energia creativa di una giovane artista sia messa a disposizione per un dibattito costruttivo sulla cannabis e i suoi molteplici utilizzi. C’è bisogno di un confronto aperto, sincero, chiaro per sconfiggere la coltre di negatività che tanti anni di proibizionismo hanno creato intorno alla cannabis, rallentandone lo sviluppo e la ricerca.

Emily è una consumatrice schietta di cannabis ed è un'artista. 

“Queste due cose non devono necessariamente essere collegate. Sono stata un’ artista molto più a lungo di quanto non fossi appassionata di cannabis. Ho usato l'arte per crearmi una carriera nell'industria della cannabis. Gli artisti usano la cannabis da centinaia, forse migliaia, di anni. Sto portando quell'energia creativa del mondo dell'arte nel mondo della cannabis legale".

Arte e cannabis: la fotografa Emily Eizen sorprende il mondo
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