Canapa nel capolavoro della Cappella Sistina

Maria Novella De Luca
22 Nov 2022

La canapa è spesso legata a discorsi di legalizzazione o uso terapeutico, ma in realtà nasconde altri segreti e caratteristiche che spesso ignoriamo o dimentichiamo. Come ad esempio il suo forte legame con il mondo dell’arte.


Un legame che conferma la sua grande versatilità e si aggiunge a importanti utilizzi che vanno dal terapeutico all'ambito industriale, dalla bioedilizia fino al benessere del corpo.

La tanto bistrattata canapa, in effetti, è parte del nostro universo da sempre e sembrerebbe che in passato ricevesse molte più attenzioni e riconoscimenti rispetto al presente in cui, sebbene abbia riconquistato l’attenzione di molte persone, non ha ancora una vita semplice.

Ma resta una grande pianta che ci accompagna da millenni, un caso unico, emblematico e meraviglioso, di cui addirittura si sono ritrovate tracce nel Neolitico.

L’utilizzo come sostanza ricreativa risale già al XVII secolo, quando veniva usata mescolata al tabacco, per via del costo elevato di quest’ultimo. La cannabis era più facile da reperire e costava anche meno, così una parte della popolazione, fra cui marinai, soldati e artisti, ne fece un passatempo popolare tra gli strati della società nordeuropea.  E molti artisti furono pronti a raccontare queste abitudini in molti loro quadri, così che oggi nei musei di Amsterdam o di Barcellona è possibile ammirare opere di artisti che si specializzarono nella raffigurazione di fumatori nelle caffetterie del XVII secolo.

Ma questa splendida pianta non era solo ritratta nelle scene di vita quotidiana di famosi dipinti, ma anche utilizzata per costruire le stesse tele che gli artisti utilizzavano come base del loro lavoro. La canapa, come sappiamo, è una fibra resistente che fa invidia a tante altre fibre meno robuste. Le tele in canapa hanno la capacità di resistere a muffe, all’umidità, agli urti, inoltre, non assorbendo la luce, riesce a mantenere un’opera d’arte intatta con tutte le sue caratteristiche per tantissimo tempo. La tela su cui si dipingeva un tempo era formata dall’intreccio di fibre di lino, canapa o juta, oggi invece vengono utilizzati materiali come cotone o fibra sintetica. Le diverse texture e trame dei tessuti consentivano al dipinto di avere rese diverse, quelle fini come il lino, permettevano, ad esempio, minuziosità, mentre la canapa e la juta, erano più adatte a esecuzioni più libere.

Parte dei primi grandi quadri della nostra storia, compresi quelli dei maestri classici, come Van Gogh o Rembrandt, ma ricordiamo anche Leonardo Da Vinci, Caravaggio e Picasso, furono dipinti su tele in canapa. La stessa parola “canvas“, che in inglese significa tela, deriva dall’inglese arcaico “canevas“, una variante della parola latina cannabis.

Canapa nel capolavoro della Cappella Sistina
"Autoritratto" Vincent Van Gogh (1889) Olio su tela di canapa cm 65x54

Nel 1600 la grande richiesta di tele determinò la realizzazione di supporti meno costosi. In quel momento, il principale centro di produzione era la città di Napoli, e proprio lì il lino venne sostituito dalla canapa che rimase la regina della fibra indiscussa fino all’ 800, quando la produzione industriale prevalse e vennero introdotte fibre nuove come la lana o il cocco.

Oltre alle tele gli artisti utilizzavano la canapa anche per fabbricare i colori ad olio che risultavano più brillanti e più resistenti allo scorrere inesorabile del tempo. Ed è anche questo, che ha permesso a grandi opere come la Cappella Sistina e il Giudizio Universale di attraversare i secoli e giungere fino a noi.

Tra le opere più celebri, infatti, in cui, con effettiva documentazione, è stata scelta l’utilizzazione di materiali in canapa, c’è innanzitutto la Cappella Sistina. Michelangelo, in questo caso, scelse una base di colori ad olio di canapa all’insaputa di colui che gli commissionò l’intero lavoro, ovvero il Papa; un altro grande capolavoro dipinto ad olio su tela di canapa fu il celebre “autoritratto di Van Gogh”.

Anche ai giorni nostri la canapa è sicuramente una fibra tessile di vitale importanza, sia culturale che materiale. Molti artisti ancora prediligono il suo utilizzo perché l’opera possa sopravvivere più a lungo e mantenersi in ottimo stato nel corso del tempo. Negli Stati Uniti, ad esempio, dove il settore industriale della canapa è molto più sviluppato rispetto a noi, nel 2014 è nata una galleria d’arte che espone solamente dipinti realizzati su tela di canapa. È la Hart Gallery ed si trova in Oregon.

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Maria Novella De Luca