ZWILLE: una Berlino tutta fumo e fumetti
Una Berlino tutta fumo e fumetti
"Zwille. La legge ritorna a Kreuzberg", per i tipi della Westend Verlag di Francoforte sul Meno è l’ultimo lavoro di Gerhard Seyfried, probabilmente il fumettista underground più famoso d’Europa. Il giovane Gerhard Seyfried dovette lasciare la scuola di Grafica di Monaco di Baviera a causa delle sue attività contro le leggi di emergenza e il suo carattere irriverente. Fu fondatore di Blatt, un giornale alternativo di successo che divenne anche un fortunato giornale di annunci economici ma che era anche sempre odiato dalle autorità per il suo giornalismo di inchiesta e di denuncia. Il giovane artista fu poi costretto a lasciare la Baviera per sfuggire alle ricorrenti persecuzioni come le venti perquisizioni nella comune di dodici persone in cui viveva e le due dozzine di fermi dalla polizia subite a Monaco. Stabilitosi a Berlino, Seyfried compose innumerevoli vignette dove traspare il suo smisurato amore per la canapa e i movimenti sociali libertari, tanto da farlo ben presto diventare l’icona della Germania alternativa. Le sue strisce hanno inquadrato oltre cinquant’anni di movimento partendo dal 1968, gli occupanti di case degli anni Ottanta e prima ancora della esperienza dei ribelli dell’hashish e della Kommune 1 che dettero vita ad un movimento rivoluzionario di forte impatto, denominato la guerriglia dello spasso, con persone che praticavano la cannabis e l’amore libero, tra cui la top model Uschi Obermaier. Con Zwille, la fionda, siamo arrivati in un certo senso all’ultima spiaggia. In una Berlino normalizzata i due protagonisti Zwille e Mcecko cercano di sopravvivere come disoccupati senza né erba, ne fissa dimora dopo lo sgombero dell’ultima casa occupata. Vengono subito abbindolati da un politico che vuole vantarsi della sua opera caritatevole proprio mentre il loro rifugio viene demolito in una coulisse dove dominano le surreali campagne elettorali di partiti politici che appaiono sempre più folli, come nel caso del fittizio Partito nazista democratico. Berlino è cambiata in maniera radicale rispetto al periodo d’oro degli anni Ottanta per non parlare del ‘68 o della guerra civile strisciante che precedette il nazionalsocialismo reinterpretata magistralmente nel serial Berlin Babylon. La sua reintegrazione come capitale della Germania, l’innesto con l’hinterland prussiano, le hanno sicuramente cambiato i connotati anche se rimane sempre la meravigliosa capitale europea dei piccoli e grandi vizi. Oggi l’elemento di collegamento più importante di tutte questi comix è l’uso della cannabis che faceva dire all’artista Wolfgang Neuss come a Berlino una canna non si spenge mai. La sua opera, anche letteraria, è ispirata sicuramente, oltre che dall'America, anche dai suoi viaggi in Italia. Tanto che è proprio da questi due paesi che emergono nelle sue opere ulteriori spunti per la estesissima produzione fumettistica che fanno di Seyfried, un autore decisamente psichedelico. Molte sue strisce riportano episodi del movimento antiproibizionista milanese in italiano come “Fumi? Allora vieni alla manifestazione!” oppure “Armata rossa fuori dall’Afghano nero!”. Ed è proprio in Italia che Seyfried, divenuto l’ultimo editore produttore di fumetti indipendenti, si è auto-esiliato in una località segreta per difendere gli ultimi bricioli di autonomia dalla fantomatica Autorità della Graphic Novel che intende appropriarsi delle ultime energie creative indipendenti rimaste nel pianeta Terra. Il suo interesse per la cannabis non si è mai interrotto irrompendo anche nella sua collezione delle sue strisce pubblicate dalla rivista Hanf! ma anche nelle illustrazioni di un curioso mazzo di carte assieme al giornalista Mathias Broeckers, noto anche in Italia per la pubblicazione di "Canapa, Cannabis, Marijuana" per i tipi delle Parole di Cotone. Ma è come autore di fumetti surreali sulla cannabis sulle colonne di Hanf! Che Seyfried ha dato forse il meglio di sé. Si coglie nel suo ultimo racconto una certa amarezza per la gentrificazione in corso nei quartieri berlinesi, dove uno dei suoi personaggi preferiti Zwille-La Fionda, disoccupato addirittura nei fumetti, cerca di sopravvivere quasi come un fantasma tra le macerie della cultura alternativa e dove vive nell’ultima casa occupata del quartiere. Quando questa viene sgomberata dalla polizia lui e il suo amico McOeko diventano pure dei senza tetto Il loro pensiero corre con estrema naturalezza al loro benefattore di un tempo, il signor Seyfretti alias Gerhard Seyfried, apparentemente sempre ben disposto nei loro confronti e che se ne sta acquattato in Italia cercando di salvare la sua casa editrice, la Fumetti Seyfretti in compagnia di una attivissima e simpaticissima biondina. L’intenzione è riprendere Zwille come personaggio principale per il suo nuovo primo libro di fumetti nonostante gli sforzi della la GNA, la Graphic Novel Authority, che controlla il 99% del mercato mondiale, che vorrebbe impedirglielo. Questa società è pesantemente coinvolta nel sostegno al Senatore ultraconservatore Schmarotzke che nel corso della campagna elettorale vorrebbe spacciare la devastazione di Berlino come frutto della sua benevolenza. Il tentativo di fare diventare i due anarchici dei testimonial a favore della devastazione diventa in tal modo e per l’ennesima volta l’ambientazione di un divertentissimo e fumosissimo fumetto.