Può donare sangue chi fuma cannabis?

Maria Novella De Luca
06 Dec 2022

Donare il sangue è sicuramente un atto di generosità e di altruismo importantissimo per coloro che necessitano di trasfusioni ma fa bene anche alla salute di chi lo dona.


Sapere di poter salvare la vita a qualcuno, infatti, è indubbiamente una sensazione unica. Inoltre donare il sangue attiva il metabolismo, perché il corpo lavora per produrre nuovamente le cellule da rimpiazzare. E poi ogni volta che si dona si ha diritto alle analisi del sangue complete, utili come check up annuale gratuito.

Il sangue donato si utilizza per le trasfusioni, necessarie per le donne che hanno perso molto sangue durante il parto, per i pazienti con gravi anemie, dopo un forte trauma e anche per i pazienti con cancro. Il sangue usato per le trasfusioni, infatti, deve essere privo di infezioni, come l’HIV, l’epatite B, C ed E, sifilide e molti altri. È necessario, inoltre, effettuare anche un test microbiologico.

I pazienti con problemi di salute, come malattie cardiovascolari, diabete, anemia, epilessia e cancro, non sono adatti alla donazione del sangue. Non sono idonei nemmeno i pazienti che assumono farmaci anticoagulanti, come la warfarina. Per quanto riguarda tutti i farmaci potenzialmente problematici, l’AVIS ha rilasciato un elenco completo che potete consultare a questo link https://www.avislivorno.it/news/farmaci-e-donazione/

Intanto vediamo insieme quali sono i requisiti fisici per la donazione: età compresa tra i 18 e 65 anni, peso corporeo minimo di 50 Kg, buon stato di salute, pressione e frequenza cardiaca nella norma, e assenza di patologie croniche. Nel questionario che precede la donazione, vi sono domande sulle abitudini e gli stili di vita, il quale sarà valutato dal medico nel colloquio conoscitivo. Il sangue donato dovrà essere sicuro, cioè privo di microrganismi infettivi e sostanze farmacologiche.

Ma la domanda a cui vogliamo dare risposta oggi con questo articolo è se chi fuma cannabis è idoneo o no a donare sangue?

Nella maggior parte dei paesi è vietato donare il sangue a chiunque faccia uso di droghe o alcol. Pertanto è opportuno verificare sempre tutte le restrizioni che ha il servizio di donazioni del sangue del proprio paese.

La cannabis è costituita da principi attivi tra cui il THC, pertanto potrebbe rientrare tra le sostanze che precludono l’esclusione dalla donazione di sangue. Ma in realtà non è così, in quanto sono esclusi tutti coloro che assumono sostanze farmacologiche (corticosteroidi, droghe d’abuso, ecc.) per via intramuscolare o endovenosa. Pertanto la cannabis non rientra in questa sezione specifica, perché le modalità di assunzione sono per via inalatoria, orale e topica.

In Italia sono circa 8 milioni i consumatori di cannabis. Né la cannabis né altre sostanze intossicanti sono analizzate durante il processo di screening ematico. Questo, infatti, identifica virus a trasmissione sanguigna e non è un test tossicologico. Secondo vari studi, infatti, il THC esce dal sangue entro poche ore dopo averlo fumato. Anche se restano tracce presenti, questo non è sufficiente per contaminare il sangue. Alcuni di voi potrebbero pensare: “Ma il THC non impiega molto tempo a lasciare il nostro corpo?” Questo è vero poiché il THC è a base di lipidi, si attacca alle cellule adipose e può rimanere nel corpo fino a 90 giorni, tuttavia, quando si tratta del sangue, il THC lo lascerà entro poche ore.

Quindi se la donazione viene fatta con criterio, cioè non compromette la salute altrui, con responsabilità ed è associata ad uno stile di vita sano è possibile compiere donazioni di sangue anche da parte di chi assume cannabis. Certamente non bisogna presentarsi alla donazione sballati.

Secondo le normative europee e il relativo protocollo italiano, chi fa uso di cannabinoidi in maniera occasionale è soggetto a una sospensione temporanea dalla donazione. In parole povere: chi si è fatto una “canna” (con THC), deve aspettare almeno 14 giorni prima di donare il sangue e il plasma. In questo lasso di tempo il principio attivo dovrebbe essere opportunamente stato smaltito dall’organismo. Tuttavia, è il medico stesso a dare l’ultimo parere riguardo la possibilità di donare. Ovviamente vengono esclusi completamente coloro che assumono sostanze stupefacenti “pesanti”.

Come forse saprete, i principi attivi della cannabis sono centinaia, ma quelli che interagiscono principalmente con il nostro sistema endocannabinoide sono due: il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).
Il THC è un cannabinoide psicotropo, che altera, quindi, la nostra percezione della realtà e i nostri sensi. Il CBD, invece, non ha effetti psicotropi e agisce sul corpo con effetti antinfiammatori, antidolorifici, anticonvulsivanti e molti altri ancora.

Detto questo, si consiglia sempre e comunque un uso responsabile e consapevole, conscio delle sostanze che si stanno assumendo. Il donatore di sangue, per essere d’aiuto alla salute degli altri, deve essere responsabile prima di tutto della propria. Le applicazioni medico scientifiche e farmacologiche dei principi attivi presenti nella cannabis sono in continua evoluzione e di conseguenza lo è la normativa vigente. Ma buonsenso, rispetto di sé e onestà al colloquio con il medico del centro prelievo, restano la bussola di ogni donatore.

Questi semplici accorgimenti consentiranno a tutti di compiere un gesto importante per la salute del ricevente, ma anche del donatore di sangue.

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Maria Novella De Luca