Panama autorizza e regola l’uso della cannabis medica

Maria Novella De Luca
18 Oct 2021

Nella maggior parte degli stati degli USA la cannabis terapeutica è legale e per molti di questi anche l’uso ricreativo. Lo stesso vale per l’America latina, dove da quando l’Uruguay ha approvato la sua rivoluzionaria legge di legalizzazione generale nel Dicembre 2013, molti paesi hanno intrapreso un percorso per la legalizzazione. Il Messico ha legalizzato la cannabis per scopo terapeutico ormai dal 2017 ma solo all’inizio di quest’anno si è dotato dell’infrastruttura regolamentare necessaria per dare concretezza a quella decisione, inoltre una sentenza di alcune settimane fa della Corte Suprema ha cancellato il divieto dell’uso ricreativo. Non si può dire lo stesso però, per l’America centrale dove le cose purtroppo vanno diversamente, a causa di un contesto molto conservatore dove il peso della religione è forte e le battaglie politiche di stampo radicale faticano ad attecchire.


Ma qualcosa sta cambiando e ce lo dimostra il parlamento di Panama che con la firma del disegno di legge 153 del presidente Laurentino Cortizo, pochi giorni fa, ha approvato all’unanimità una legge che autorizza e regola l’uso della cannabis terapeutica. Così Panama è il primo paese dell’America centrale a procedere in questa direzione.

“L’approvazione della legge che regola l'uso medicinale e terapeutico della cannabis e dei suoi derivati, crea un quadro normativo per l'uso e l'accesso monitorato e controllato; per scopi terapeutici, medici, veterinari, scientifici e di ricerca, nel territorio nazionale”, ha pubblicato sul suo account Twitter il capo di Stato panamense il 14 ottobre.

La decisione del Congresso di Panama, è una piccola rivoluzione nella regione, che segue i progressi in corso già da molti anni nel nord e nel sud del continente. Era dal 2019 infatti, che a Panama si parlava di legalizzazione della cannabis per uso medico. Il progetto di legge presentato in quell’occasione aveva incontrato diversi ostacoli e subito molte modifiche, poi ci si è messa la pandemia da Covid-19 a rallentare l’iter legislativo.

Finalmente però, secondo il nuovo progetto di legge, verrà istituito un apposito registro che elencherà le persone bisognose di una terapia a base di marijuana. In aree designate del paese si procederà poi con la coltivazione della sostanza, che potrà anche essere importata ed esportata seguendo rigide norme commerciali. La legalizzazione vuole quindi essere anche un volano economico, tanto che il deputato Omar Castillo ha sottolineato che tra i suoi obiettivi c’è anche quello di attrarre investimenti esteri. 

La norma stabilisce che l'importazione di derivati della cannabis medicinale "può essere concessa solo per rifornire i pazienti del Programma Uso Cannabis e del mercato nazionale", e che "è proibita la commercializzazione di prodotti derivati dalla cannabis medicinale a domicilio o via internet all'interno della nazione ". Il deputato e presidente dell’Assemblea Nazionale (AN), Crispiano Adames, ha affermato poi "che i maggiori beneficiari saranno quelle persone che sperimentano il dolore ogni giorno".

Adames ha sottolineato anche che la norma "garantirà il mantenimento di costi accessibili in termini di prodotti derivati dalla cannabis medicinale" e che sarà istituito un consiglio tecnico che avrà due rappresentanti delle organizzazioni di pazienti con malattie croniche degenerative. Inoltre, da una nota dell’AN si legge che la legge autorizza il Ministero della Salute (Minsa) a creare il Programma nazionale per lo studio e l'uso medicinale della cannabis e dei suoi derivati, al fine di promuovere la ricerca, iniziative educative e un uso corretto.

Lo scorso Agosto l'Assemblea Nazionale aveva votato la norma che stabilisce che il Ministero della Salute (Minsa) possa definire il numero di licenze per fabbricare derivati della cannabis medicinale ma che, in via preventiva, “fino a cinque anni (dopo) l'emanazione della legge, possono essere concesse solo fino a sette licenze al fine di vigilare e monitorare lo sviluppo del mercato interno”.
"Dopo la scadenza del periodo di cinque anni, il numero di licenze già approvate non può essere ridotto", ha precisato il Parlamento in una nota.

Alla discussione della proposta hanno partecipato in maniera decisiva diverse istituzioni dello Stato, la Magistratura, associazioni di malati e associazioni senza fini di lucro.

La decisione di Panama quindi è una grande svolta e speriamo che inauguri una nuova stagione a favore della cannabis anche in questa parte di paese dove ancora poco si è fatto in merito.

Il pieno accordo che il congresso ha trovato sulle nuove disposizioni, infatti, inizierà a dare finalmente a migliaia di malati la possibilità di non rivolgersi più al mercato nero e alla ricerca di poter lavorare alla luce del sole. Sono indubbiamente piccoli passi ma fondamentali per iniziare un vero cambiamento, soprattutto di mentalità.

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Maria Novella De Luca