Cannabis in Italia: passo avanti per la coltivazione domestica

Maria Novella De Luca
09 Sep 2021

Come sappiamo la legge italiana è molto severa quando si parla di possesso e uso di sostanze stupefacenti. Anche quando si parla di consumo personale e nessun crimine è commesso, questa condotta è comunque sanzionabile dal punto di vista amministrativo. Ma finalmente ieri un piccolo passo avanti è stato fatto.


Dopo oltre un anno, tra audizioni e nuove proposte di legge presentate, la Commissione giustizia della Camera dei deputati ha varato il testo base di un Disegno di legge che, mira a modificare la norma del Testo Unico sugli stupefacenti, che finora contemplava come reato, questa condotta.

Finalmente ,quindi, non sarà più punita penalmente la coltivazione domestica di cannabis.

Il nuovo Ddl – che se approvato sarà legge in materia – depenalizza la coltivazione di piccole quantità di cannabis, prevedendo espressamente la legalizzazione sia della coltivazione in casa sia dell’uso personale delle sostanze stupefacenti ottenute.

Il testo prevede che sia consentita "a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro piante femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto.

A favore  del provvedimento hanno votato il Pd, M5s, Leu e Più Europa, ma la maggioranza si è spaccata, con il centrodestra contrario, ad eccezione del deputato di Forza Italia, Elio Vito, e Italia Viva che si è astenuta.

“È un risultato importante, ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione. La coltivazione di canapa in casa è fondamentale per i malati che devono farne uso terapeutico, oltre che per combattere lo spaccio e il conseguente sottobosco criminale” ha dichiarato il primo firmatario della proposta di legge, il deputato del Movimento Cinque Stelle Mario Perantoni.

Il testo infatti, oltre a prevedere la coltivazione domestica della canapa prevede l’innalzamento delle pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di cannabis, che passano da 6 a 10 anni, mentre diminuiscono le sanzioni per fatti di lieve entità.

Il deputato del M5s ha spiegato infatti, che tali reati «saranno ora autonomi rispetto alle stesse fattispecie previste per gli oppiacei: si introduce una separazione concettuale tra le diverse categorie di sostanze stupefacenti, diversità già evidenziata dalla Corte Costituzionale»

Anche Eugenio Saitta, del M5s, capogruppo in Commissione, mette l'accento sulle implicazioni terapeutiche e di lotta al crimine organizzato del provvedimento: “Guardiamo all'uso terapeutico per patologie gravi ben sapendo che, alle sofferenze dei malati, si aggiungono i grandi problemi legati all’approvvigionamento come più volte segnalato dai pazienti. Da tempo chiediamo perché non dobbiamo aiutare chi si trova ad affrontare situazioni di sofferenza. Va anche ribadito che questa legge si pone come obiettivo anche quello di combattere lo spaccio di sostanze stupefacenti e le grandi organizzazioni criminali che ne hanno il controllo”.

A questo proposito ricordiamo la notizia di non molti mesi fa, dell’assoluzione di Walter De Benedetto, un paziente ammalato di artrite reumatoide imputato in un processo perché in casa coltivava cannabis che usava a scopo terapeutico. Quella sentenza fu un passo importante in avanti, soprattutto nella direzione di una liberalizzazione attenta ai malati che utilizzano cannabis per curarsi. Walter, dopo tante battaglie e mobilitazione di un intero paese, è stato assolto, ma ci sono altri casi aperti e ce ne saranno ancora se non cambiano le leggi.

Ecco, quello di ieri è un piccolo passo verso questo importante cambiamento.

 

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Maria Novella De Luca