Sud Africa: presentato un Master Plan per la cannabis

Maria Novella De Luca
07 Sep 2021

Solo pochi giorni fa scrivevamo di  paesi africani come il Lesotho, lo Zimbabwe o lo Zambia che negli ultimi anni  hanno in qualche modo legalizzato la cannabis, e di come invece in Sud Africa il mercato della cannabis stia crescendo  più a rilento, nonostante il clima. Ma tentativi in questo senso sono stati fatti anche qui, l’ultimo dei quali è notizia di qualche settimana fa.


A fine Agosto, infatti, il dipartimento dell'agricoltura, della riforma fondiaria e dello sviluppo rurale ha presentato al parlamento il suo "Cannabis Master Plan", descrivendo in dettaglio come la marijuana potrebbe essere incorporata nel settore degli affari del Sudafrica come parte della spinta in corso del governo verso la legalizzazione e la commercializzazione.

La proposta è stata presentata ufficialmente, sebbene bisognerà attendere la sua discussione a livello legislativo e l’eventuale  approvazione. Per ora, quindi,  è solo un'iniziativa che molti sperano possa diventare realtà.

Un’iniziativa che mira a rilanciare l'economia nazionale, come hanno fatto appunto i paesi vicini, per questo è stato proposto un programma che  parte dal processo di fornitura dei semi e arriva alle campagne di educazione e formazione sull’industria  della cannabis. Si tratta di un programma completo che comprende le disposizioni per la certificazione e la tracciabilità della cannabis, nonché le procedure per ottenere prodotti derivati ​​in una filiera in cui sono incorporati anche piccoli produttori.

Tuttavia, prima che il valore dell'industria della cannabis in Sudafrica possa essere sbloccato, il dipartimento ha affermato che il governo dovrà  affrontare una serie di questioni tra cui regolamenti, distribuzione di semi e iniziative educative.

Il dipartimento ha identificato "sette pilastri chiave" che il governo dovrà assolutamente affrontare prima che il valore di questa industria venga definitivamente sbloccato: sistemi di regolamentazione efficaci, sistema sostenibile di approvvigionamento di semi, ricerca e sviluppo tecnologico, sistemi di supporto al produttore, sviluppo del mercato, sviluppo del fornitore, produzione e sviluppo del prodotto.

Tutti i produttori di semi di cannabis, confezionatori e altri attori di ruolo dovranno essere inclusi in uno schema di certificazione obbligatorio. Gli schemi assicureranno che tutti i membri rispettino le normative relative alla qualità delle sementi e tutte le altre questioni correlate.

"Ciò potrebbe includere la modifica della legislazione esistente rimuovendo i vincoli che ostacolano la commercializzazione", ha affermato il dipartimento dell’agricoltura, aggiungendo che “i coltivatori e venditori indigeni di dagga (cannabis) dovrebbero essere inclusi nelle catene del valore della cannabis. Lo stesso vale anche per i nuovi piccoli produttori in altre aree del Paese colpite dalla povertà ".

È opportuno ricordare, infatti, a questo proposito, che lo scorso maggio l'Associazione degli agricoltori neri del Sudafrica e altre organizzazioni avevano protestato contro l'Autorità di regolamentazione dei prodotti sanitari, ritenendo che le misure applicate emarginassero i più svantaggiati e beneficiassero invece i grandi imprenditori.

Ma le idee del dipartimento sembrano rassicurare su questo quando sottolineano che “l'istituzione dell'industria della cannabis porterà alla diversificazione dell'economia e quindi aumenterà la crescita economica, creerà posti di lavoro e riduzione della povertà”.

Tutto questo ci fa ben sperare che In Sudafrica si stia sviluppando un crescente settore della produzione di Cannabis e che nei prossimi anni assisteremo a una crescita esponenziale di tutte le aziende coinvolte, soprattutto nel settore Agricolo e della manodopera.

 

 

 

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Maria Novella De Luca