Sballa di più fumare o svapare?
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Uno studio sulla cannabis, condotto nel 2018 dai ricercatori della rinomata Johns Hopkins University School of Medicine, ha scoperto che, in 6 sessioni di 8,5 ore, lo svapo fa sballare di più rispetto al fumo tradizionale.
Fumare in modo intensivo per la scienza
Diciassette persone sono state selezionate dall’Unità di Ricerca sulla Farmacologia del Comportamento della Johns Hopkins, nella città americana di Baltimora, per partecipare a 6 sessioni approfondite di test, ognuna della durata di circa 8,5 ore.
Tre diverse dosi di THC
Questo studio è stato finanziato dalla Substance Abuse and Mental Health Services Administration. Gli scienziati hanno pubblicato i loro risultati alla fine del 2018 sulla rivista JAMA Network Open, con il titolo: "Acute Effects of Smoked and Vaporized Cannabis in Healthy Adults Who Infrequently Use Cannabis".
Per ogni sessione, ogni partecipante ha fumato o svapato una dose di cannabis contenente 0 mg, 10 mg o 25 mg di THC, il principale cannabinoide psicoattivo della cannabis.
Tutti i partecipanti hanno fumato e svapato ciascuna delle tre quantità durante le 6 sessioni, ma senza sapere quanta ne stavano assumendo ogni volta.
Inoltre, i ricercatori hanno tenuto i partecipanti all’oscuro per evitare qualsiasi pregiudizio nella compilazione del "questionario sugli effetti della droga". Durante ogni sessione di sballo, i partecipanti sono stati sottoposti a una serie di test fisici e cognitivi. Ad esempio, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca sono state misurate 10 volte durante una sessione di 8 ore. Inoltre, i partecipanti hanno dovuto eseguire compiti al computer, come copiare forme su uno schermo, risolvere semplici equazioni e rispondere contemporaneamente a due diversi stimoli usando mouse e tastiera.
I ricercatori hanno innanzitutto scoperto che una dose di 25 milligrammi di THC provoca uno sballo "davvero, davvero intenso", indipendentemente dal metodo di assunzione.
Dopo aver consumato questa dose (la più alta), 2 partecipanti hanno vomitato e uno ha sperimentato allucinazioni!
Sia per chi fumava spinelli che per chi usava il vaporizzatore, la maggior parte degli effetti della droga – tra cui aumento della frequenza cardiaca, secchezza delle fauci, occhi rossi, paranoia e fame chimica – raggiungeva il picco nella prima ora dopo lo sballo. Talvolta, questi effetti non tornavano alla normalità per oltre 8 ore e spesso persistevano per ore anche dopo che il livello di THC nel sangue era tornato alla normalità.
Tuttavia, i ricercatori americani affermano che l'effetto dello svapo è molto più potente a ogni dose!
"La cannabis vaporizzata produce effetti significativamente più forti, un maggior deterioramento cognitivo e psicomotorio e concentrazioni di THC nel sangue più elevate rispetto alla stessa dose di cannabis fumata", scrivono gli scienziati su JAMA Network Open.
Questo fenomeno è dovuto alla differenza tra la combustione ad altissima temperatura (fumare uno spinello) e la vaporizzazione a una temperatura molto più bassa e ideale. Quest’ultima è perfetta per permettere ai cannabinoidi della cannabis di agire in modo efficace, mentre nello spinello si bruciano in parte inutilmente e risultano meno efficienti a causa del calore eccessivo.
Secondo questi scienziati, fumare spinelli produce anche una quantità significativa di "fumo laterale", ossia fumo ricco di THC che viene generato ma non inalato.
Di conseguenza, la cannabis vaporizzata porta – sia a dosi alte che basse – a concentrazioni di THC nel sangue significativamente più elevate rispetto alla cannabis fumata. I partecipanti che hanno usato il vaporizzatore hanno anche commesso circa il doppio degli errori nei test cognitivi e hanno sperimentato maggiori "effetti negativi della droga", come secchezza delle fauci, prurito agli occhi e paranoia, rispetto ai fumatori di cannabis.
Quindi, in conclusione, la cannabis vaporizzata fa sballare di più. E le dosi utilizzate nello studio non erano nemmeno particolarmente forti rispetto a quelle disponibili sul mercato commerciale, fanno notare ironicamente i ricercatori.