Cambiamento climatico: la canapa può salvare il nostro pianeta?

Maria Novella De Luca
01 Oct 2021

"Il cambiamento verrà dalle strade, da noi, non dalle conferenze. La speranza non viene dai politici, non viene dalla mancanza d'azione e dalle promesse vuote. La speranzia siamo noi, la speranza c'è quando le persone si mettono insieme per un obiettivo comune. Abbiamo tutto il diritto di essere arrabbiati, di scendere in strada e chiedere il cambiamento che non solo è possibile ma anche urgentemente necessario. Vogliamo cambiare le cose e chiediamo che le cose cambini. Non fermiamoci, continuamo a combattere. Another world is possible, we are unstoppable"...


Sì, un altro mondo è possibile, loro non si fermeranno, i ragazzi di Friday for Future e non dovremmo farlo neanche noi. Lo hanno gridato in questi giorni a Milano in cui si sono ritrovati, più di 400 giovani (2 per Paese) provenienti dai 197 Paesi membri dell’UNFCCC (La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) e lo ha ribadito oggi dal palco, in chiusura dell’evento, Greta Thunberg.

Sono stati giorni importanti non solo per il nostro paese che ha ospitato l’evento, ma per il pianeta intero, perché quello dei cambiamenti climatici è un problema che ci riguarda tutti. E a ricordarcelo, purtroppo, ancora una volta, sono i giovani.

In questo quadro in cui ognuno di noi è chiamato a una riflessione personale sui propri comportamenti e sul futuro del mondo che vorremmo lasciare ai nostri figli, noi di Soft Secrets ci sentiamo chiamati a ricordare il ruolo importante che ha, in questo percorso, la canapa industriale che per la sua versatilità sarebbe un ottimo alleato della transazione energetica nonché un aiuto per il nostro pianeta a respirare meglio, essere più pulito, e più sostenibile.

Innanzi tutto il vero valore aggiunto di questa pianta è la sua capacità di produrre diversi prodotti con una sola coltura: alimenti, mangimi, cosmetici, biomateriali, energia, ottenendo contemporaneamente ricadute ambientali positive con una sola coltura a rotazione.

Sicuramente la prima cosa che ci vorrebbe, un cambiamento mentale di ognuno di noi e politiche che aiutino a non avere paura di questo cambiamento, ma quello che è certo è che qualcosa deve cambiare, e guardare alla canapa come una possibile alternativa è la cosa che ci auguriamo accada il prima possibile.

La coltivazione della canapa infatti, rispettosa dell’ambiente e con molte caratteristiche positive sul suolo e sulla biodiversità, potrebbe davvero aiutare a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Potrebbe contribuire a ridurre drasticamente le emissioni nei settori tessile, della plastica e dell'edilizia ma anche essere utilizzata come coltura per il sequestro del carbonio nei suoli agricoli offrendo così un contributo fondamentale al potenziamento di soluzioni innovative in grado di accelerare la transizione verso un modello di crescita rigenerativa che restituisca al pianeta più di quanto viene sottratto.

Essendo coltivata con pochi o nessun prodotto fitosanitario di sintesi, può contribuire a migliorare la biodiversità nelle zone rurali. Il ciclo di fioritura, inoltre, avviene di solito tra luglio e settembre, periodo che coincide con una scarsa produzione di polline da parte di altre colture agricole. Trattandosi di una pianta impollinata mediante il vento, dioica e staminacea, la cannabis produce grandi quantità di polline, e questo significa una fonte di nutrienti vitale per le api nei periodi di carenza di fiori. La sua lavorazione non produce rifiuti: tutto può essere utilizzato o ulteriormente trasformato! E questo in un mondo in cui giornalmente ci troviamo a combattere con il problema dei rifiuti, è sicuramente un valore da non sottovalutare.

L’intero pianeta è ormai consapevole del fatto che, sebbene la plastica sia estremamente utile, l'enorme quantità di questo materiale sintetico nelle nostre vite sia diventata un vero problema ambientale, sia in mare che sulla terraferma, con un impatto forte sull'ambiente e sull'ecosistema. I governi hanno cominciato a riconoscere la questione e noi cittadini iniziamo a mostrare un interesse maggiore su forme alternative di intervento, ma anche questo è un cambiamento molto lento, almeno qui in Italia.

In effetti sul mercato esistono già alcune alternative sostenibili alle plastiche sintetiche e ai loro compositi. Diverse grandi case di produzione automobilistiche europee hanno iniziato a utilizzare fibre di canapa per gli interni dei veicoli. Questo perché la canapa è leggera e durevole quanto l’acciaio. Il passaggio dalle materie prime sintetiche alle materie prime a base biologica significa maggiore efficienza energetica e fornisce una significativa riduzione delle emissioni. È stato calcolato infatti, che l'adozione in serie dei biomateriali leggeri sui veicoli ad alto volume consentirebbe una riduzione di 40.000 t di emissioni di CO2 e la possibilità di percorrere altri 325 milioni di km con la stessa quantità di carburante.

E poi non possiamo dimenticare l’utilizzo della canapa nella costruzione di nuove abitazioni, un altro aspetto interessante per la nostra salute e per quella della terra in cui viviamo. Una casa che respira come quella costruita in canapa e calce, con l’aiuto del legno o del ferro ci assicurerebbe infatti un controllo maggiore dell’umidità e dei costi sulle bollette, riducendo drasticamente gli sprechi. I materiali a base biologica come legno, paglia, canapa o altri materiali che trattengono il carbonio all'interno delle pareti e del tetto, rimuovono infatti la CO2 dall'atmosfera durante la crescita dell'albero e la immagazzinano essenzialmente nell'edificio per tutta la vita dei prodotti.

Gli esempi di utilizzo della canapa nell'industria delle costruzioni, fortunatamente stanno aumentando e diventando sempre più efficienti. Un edificio di tre piani dell'Università di Bath, ad esempio, è stato costruito utilizzando un involucro di canapa-calce e si è rivelato così efficace che tutti i sistemi di riscaldamento, raffreddamento e controllo dell'umidità sono stati spenti per oltre un anno, mantenendo comunque condizioni più stabili rispetto agli ambienti tradizionalmente attrezzati, riducendo le emissioni e risparmiando una quantità enorme di energia. Tuttavia, rimane ancora del lavoro da fare per migliorare e diffondere questo nuovo materiale da costruzione, che purtroppo risulta ancora sconosciuto a gran parte degli operatori.

Continuando l’elenco degli innumerevoli utilizzi della pianta di canapa potremmo parlare dei tessuti di canapa, anche questo particolarmente interessante dal punto di vista ambientale, in quanto utilizza molto meno acqua e prodotti chimici rispetto al cotone. E’ traspirante, naturalmente antibatterico, resistente ai raggi UV, alle muffe e dura molto.

E ancora potremmo parlare dei semi che sono particolarmente ricchi di proteine di alta qualità e hanno uno spettro degli acidi grassi essenziali unico, mentre fiori e foglie sono ricchi di preziosi elementi fitochimici (cannabinoidi, terpeni e polifenoli), che contribuiscono ad uno stile di vita sano che insieme alla transazione ecologica e il rispetto dell’ambiente, dovrebbe essere, l’altro importante obiettivo di ognuno di noi.

Ma purtroppo molte complicazioni e ostacoli impediscono alla canapa di ricoprire il ruolo che merita all’interno delle nostre economie. È ancora presente un generalizzato malinteso, derivante da una mancanza di conoscenze rispetto a questa pianta versatile che si adatta perfettamente a un modello di crescita qualitativa e sostenibile. È necessario un sostegno forte, sincero e trasparente da parte dei governi, delle parti interessate e dei cittadini per avviare finalmente questa rivoluzione di cui la società, l'ambiente e l'economia beneficerebbero in modo permanente.


 

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Maria Novella De Luca