Cannabis riconsiderata criticamente?
Intervista a Michael Krawitz, paziente cannabis ed ex pilota dell’aviazione militare statunitense
Nonostante le migliaia di lavori scientifici che nel corso di oltre un secolo hanno riaffermato la scarsa tossicità della cannabis, il suo utilizzo terapeutico è stato reso quasi impossibile a partire dal 1925 a causa del lapidario verdetto di una commissione sanitaria italo-francese, nominata dalla Lega delle Nazioni, che ne aveva decretato la pericolosità e lo scarso potenziale terapeutico. Un giudizio che precedeva di decenni importanti scoperte scientifiche riguardanti il ruolo dei cannabinoidi e del sistema endocannabinoide - solo per citarne alcuni - tanto da poter esser considerato uno scandalo tuttora alla base di un lungo periodo di oscurantismo fortemente influenzato dalle ideologie autoritarie dell’epoca che da allora è stato stancamente e vigliaccamente reiterato senza ulteriori verifiche scientifiche, fino a percolare negli ulteriori e successivi trattati.
Uno scandalo al sole considerando la totale impermeabilità all’evidenza dei sepolcri imbiancati che vivono nei Palazzi di Vienna, New York e Ginevra. Tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo quasi 94 anni di assenza, ha iniziato a volerci veder chiaro, o per lo meno questa era l’intenzione alla base della nomina di una commissione di esperti incaricati di una riconsiderazione critica della cannabis il cui lavoro è stato accompagnato a Ginevra da una agguerrita pattuglia di attivisti e scienziati, intenzionati a demolire pezzo per pezzo il castello di bugie costituito intorno alla pianta. Dopo l’”assoluzione” del CBD, la Commissione degli esperti dovrebbe fare lo stesso con il THC. Ma il condizionale è d’obbligo.
Ne abbiamo parlato con Michael Krawitz, paziente cannabis ed ex pilota dell’aviazione militare statunitense.
MK: La nostra squadra segue con grande attenzione e da molti anni i lavori del Comitato di Esperti sulle Dipendenza da droghe nominato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Il Comitato degli Esperti ha proposto una grande quantità di documentazione sulla cannabis basata su ricerca che avevano preparato con individui ed istituzioni altamente qualificate che sono state assunte su contratto. Noi abbiamo ricevuto questi documenti pochi giorni prima dell’incontro di giugno per cui abbiamo avuto poco tempo per rispondere ma siamo riusciti nella sfida. Kenzi Riboulet Zemouli, il nostro team leader, ha raccolto gli input dal nostro gruppo di oltre 20 esperti ed attivisti delle discipline mondiali riguardanti la canapa, la cannabis e le discipline scientifiche ed io ho contribuito personalmente a produrre la bozza finale da presentare al Comitato di Esperti. Noi speriamo che gli esperti inseriscano i nostri suggerimenti nella fase finale del processo di revisione della cannabis. Alla fine di queste estate noi dovremmo ricevere la comunicazione rispetto all’ultimo passaggio del processo, la rivisitazione critica della cannabis. È lo step della rivisitazione critica della cannabis che potrebbe far scaturire delle raccomandazioni rivolte alle Nazioni Unite per un cambiamento nello status dei trattati che sia basato sull’evidenza. Il CBD è stato considerato separatamente ed è già stato sottoposto ad una rivisitazione critica così che noi ci aspettiamo nello stesso periodo le raccomandazioni finali sul CBD, intorno alla fine dell’estate.
Che cosa possiamo attenderci dall’OMS e dall’ONU e quale dovrebbe essere il ruolo della società civile?
MK: Le nostre aspettative sono scarse ma la speranza che la Organizzazione Mondiale della Sanità si riveli all’altezza del ruolo fissato dai Trattati sulle Droghe, è alta. Il trattato era stato creato sulla base di informazioni che erano già vecchie nel 1962! L’evidenza presente non contiene riferimenti alla scienza dei cannabinoidi, l’efficacia e la relativa sicurezza di prodotti basati sulla pianta della cannabis ed essenzialmente tratta la cannabis nel stesso modo dell’eroina, una cosa che è chiaramente assurda e che dovrebbe esser disperatamente aggiornata. Addirittura allora chi ha fatto questi rapporti neppure conosceva i componenti attivi della cannabis nel 1962! Noi speriamo che per lo meno questo processo produca delle raccomandazioni che correggano la grande ingiustizia provocata con il posizionamento inappropriato della cannabis nel sistema dei trattati sulle droghe. Noi non abbiamo proposto delle raccomandazioni specifiche dal momento che è il processo che dovrebbe decidere questo risultato ma chiaramente la rimozione della cannabis dalla 4 tabella della Convenzione Unica sugli Stupefacenti ci sembrerebbe una misura molto appropriata. Il nostro ruolo come società civile è di assicurarci che il Comitato di Esperti abbia a disposizione tutti i fatti ed assicurarci che la Commissione sulle Droghe Narcotiche sia preparata per questo processo che darà via ad una decisione una volta che l’OMS abbia terminato i suoi rapporti, le conclusioni e le raccomandazioni e che quindi sia compito nostro di noi tutti della società civile di fare in mondo che il paesi che hanno programmi di cannabis terapeutica, industrie della canapa e che credono nei diritti umani dell'accesso alle medicine che votino sì e che facciano in modo che le raccomandazioni provenienti da questo processo dell’Organizzazione mondiale della Sanità siano incorporate nel sistema dei trattati. Questo avrà bisogno di un voto di maggioranza (non di consenso) alla Commissione sulle Droghe Narcotiche che potrebbe possibilmente succedere durante il loro prossimo incontro nel marzo 2019.
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Soft Secrets