Amazon: la cannabis non è più un impedimento per lavorare con l'azienda
Il tema dell’uso e della vendita di cannabis negli Stati Uniti è piuttosto complicato. Sebbene sia un crimine federale consumare o possedere la sostanza, infatti, in molti stati è consentito l’uso ricreativo o quello medico. Questo sembrerebbe essere stato, tra gli altri, uno dei motivi che ha convinto un colosso degli acquisti su internet come Amazon, dell’inutilità di effettuare lo screening pre-assunzione che fino ad oggi era previsto per lavorare nell’azienda.
Martedì scorso, infatti, Beth Galetti , capo delle risorse umane di Amazon, ha dichiarato in un post sul sito dell’azienda (https://www.aboutamazon.com/news/policy-news-views/amazon-is-supporting-the-effort-to-reform-the-nations-cannabis-policy) che la società ha "ripristinato l'idoneità all'impiego" per ex dipendenti e candidati che sono stati licenziati o rinviati durante gli screening casuali o pre-assunzione di marijuana. In precedenza i lavoratori venivano licenziati quando rilevavano tracce di cannabis attraverso test casuali. Lo stesso trattamento toccava a chi aveva fatto domanda di impiego ed era però risultato positivo al THC e quindi veniva automaticamente scartato. "I test sulla marijuana prima dell'assunzione hanno colpito in modo sproporzionato le comunità di colore bloccando l'inserimento lavorativo e, di conseguenza, la crescita economica, e riteniamo che questo trattamento iniquo sia inaccettabile", scrive Galetti. La notizia non è del tutto nuova, se vogliamo.
A giungo di questo stesso anno, infatti, Amazon aveva già annunciato che non avrebbe più sottoposto a screening alcuni dei suoi dipendenti per la marijuana. E aveva in quell’occasione anche espresso il proprio supporto al Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act, che mira a depenalizzare la cannabis a livello federale, cancellare i precedenti penali e investire nelle comunità colpite.
Questo cambio di passo dell’azienda nei confronti della cannabis è avvenuto innanzi tutto perché un numero crescente di stati degli Stati Uniti, ormai, sta legalizzando la cannabis, ma ci si è resi conto anche, come spiega Galetti, che farlo avrebbe aiutato ad attirare più candidati in un mercato del lavoro sempre più ristretto. "Il ritmo di crescita di Amazon dimostra che siamo sempre alla ricerca di nuovo personale e ci siamo resi conto che l'eliminazione dei test pre-assunzione per la cannabis ci consente di espandere il nostro pool di candidati".
Gli unici candidati al lavoro che Amazon continuerà a controllare saranno coloro che si candideranno per posizioni regolamentate dal Dipartimento dei trasporti, come ad esempio gli autisti di camion e gli operatori di attrezzature pesanti. Amazon ha anche affermato che effettuerà comunque controlli di valutazione sul lavoro e che testerà la presenza di droghe e alcol dopo qualsiasi incidente.
Proprio su questo punto, l’azienda ha dichiarato che all'inizio di questo mese ha aumentato il suo salario medio iniziale a $ 18 per 125.000 nuove assunzioni nelle posizioni di trasporto e magazzino. E questo aumento dei salari è arrivato proprio quando molti datori di lavoro stanno lottando per assumere nuovi lavoratori in un momento di grande carenza di manodopera indotta dalla pandemia.
Amazon, in effetti è stata sempre, soprattutto nel periodo più difficile della pandemia, un’azienda che non si è arresa, e che pur di garantirsi più personale, ha offerto una serie di incentivi come i bonus di assunzione e le tasse universitarie gratuite.
Sul sito infatti si legge che l’obiettivo di Amazon è quello di diventare “il miglior datore di lavoro sulla terra” e questa svolta nella sua politica interna dimostra che riesce a passare dalle parole ai fatti anche molto in fretta.
Sicuramente per raggiungere questo risultato l’azienda dovrà fare ancora molto in termini di attenzione e libertà dei dipendenti ma, indubbiamente, questa è una svolta interessante per Amazon e la nuova politica, che potremmo definire “più rilassata”, gli porterà dei vantaggi in termini di forza lavoro. Una forza lavoro più diversificata e equa quindi, per un’azienda che spesso è stata accusata di tenere politiche ostili con i dipendenti. Evidentemente anche un colosso delle vendite come Amazon ha intuito che comportarsi bene con la cannabis è un modo infallibile e conveniente ma soprattutto che i divieti spesso sono solo regressivi.