Addio hippies e Bob Marley: è arrivata una nuova estetica per la cannabis

Soft Secrets
29 Mar 2022

Articolo di Giovanna Dark


Siamo sinceri: giunti (un tantino ammaccati) all'anno domini 2022, si può dire che la maggior parte delle persone ha fumato erba almeno una volta nella vita. Che sia stato con un asciugamano infilato sotto la porta del bagno, sulla scala antincendio dopo una lunga giornata di lavoro, o sotto le gradinate della scuola tra una lezione e l'altra, la cannabis è diventata una pietra miliare nella vita della generazione Z e dei millennials. Ma se per noi nati nel secolo scorso la Giamaica ha rappresentato tutto quello che potevamo sognare, per i nati dopo il 2000 la foglia di marijuana non viene per forza associata alla faccia di Bob Marley.

Negli ultimi anni, il fattore "cool-girl" della cannabis ha lentamente ma inesorabilmente fatto il suo ritorno nel mainstream. Dopo anni di crescita in un mondo iper-commercializzato - dove la tua immagine esteriore deve essere perfetta - sempre più millennial e Gen Z si sono allontanati dal vecchio preconcetto secondo cui la cannabis è il marchio di fabbrica unico dei rastafariani, o degli hippies nostalgici, o della sinistra extraparlamentare e stanno re-inventando l'estetica della cannabis. Quasi il 25% dei giovani tra i 18 e i 29 anni sono più propensi a fumare cannabis rispetto alle loro controparti più anziane. La cultura popolare e le legalizzazioni che si stanno ormai susseguendo in entrambi gli emisferi, hanno fornito il terreno perfetto per la normalizzazione della cannabis. Va da sé che l'immagine di questa nuova, enorme e lucrativa fetta di mercato dovesse essere assolutamente svecchiata e portata a buon diritto tra le merci di consumo diffuso del nuovo millennio.Un esempio? Pensiamo ai marchi di accessori per fumatori di fascia alta, incentrati sulle gemme. Oppure alle pipe in petali di vetro soffiato, alle cartine con stampe floreali non candeggiate e vegane oppure ai vassoi in resina glitterata. Se al giorno d'oggi doveste esibire il classico mezzo cocco come mistiera probabilmente vi prenderebbero per morti di fame... Per non parlare di tutta quell'iconografia quasi sacra che una volta adornava l'oggettistica per fumatori: non più Bob Marley o il mitico Zion Lion ma una miriade di declinazioni estetiche pensate per le nicchie più disparate, dal goth al nerd, dal gangsta al glamour. La cannabis poi è sbarcata prepotentemente anche sui social. Dai canali tematici alle challenges, fino ad arrivare ai trend, di erba si parla in modo sempre più esteso e in tantissimi sentono di poter rendere pubblico questo aspetto della loro vita e lo inseriscono nel quadro della loro auto-rappresentazione online. #InstaStoner o #WeedTok, quale sia l'hashtag, i creatori di contenuti stanno usando le piattaforme social per condividere ricette fatte in casa, tutorial su come dabbare o creazioni di resina customizzate in cui l'estro e il gusto personale vengono infusi negli oggetti che fanno compagnia quotidianamente ai fumatori. 

Ma il nuovo mercato ha molto da offrire anche ai non fumatori. Con l'estesa legalizzazione del CBD e la sua declinazione di marketing nella cura della persona, è esplosa l'ultima mania del benessere: popolarissima non solo tra i giovani ma anche tra gli over 50, è ormai probabile che anche vostra nonna ne abbia valutato l'uso per uno dei suoi malanni. Che si tratti di creme, gomme o oli, sono orami centinaia i marchi che si sono rivolti a questo ingrediente per le sue proprietà curative ed estetiche.

E così la foglia di marijuana, una volta additata come simbolo proibito, ora campeggia su una miriade di prodotti diversi e viene utilizzata come distintivo da una cerchia sempre più estesa di persone. Una vera e propria resurrezione rispetto agli anni bui del secolo scorso, in cui l'immagine della cannabis era spesso accompagnata dal celeberrimo cerchio rosso barrato. Ma se da un lato questo sdoganamento è cosa buona e giusta, è altrettanto cosa buona e giusta rimanere un tantino critici su questa massiccia operazione di marketing: la cannabis è e rimane una pianta, e tutto questo "hype" sulla sostanza fino ad ora non ha fatto altre che regalare sempre più spazio di manovra alle grandi aziende, togliendolo ai medi e piccoli imprenditori. Non si può infatti parlare della legalizzazione americana senza riconoscere il razzismo sistematico che si trova nell'industria e nel sistema giudiziario. Quasi tutti gli amministratori delegati delle compagnie di cannabis e i proprietari di dispensari sono bianchi con capitale, mentre milioni di americani di colore sono sproporzionatamente incarcerati per reati non violenti commessi per la prima volta. Avere il privilegio di creare accessori è una cosa. Riuscire a iniziare un business in America con una nuova piattaforma di vendita al dettaglio è purtroppo un'altra.

Ma, d'altro canto, se è vero che in questo secolo è praticamente impossibile vivere in modo etico, che almeno ci lascino l'estetica! Ed è proprio andando a cercare tra la miriade di ads targhettizzati dei vostri profili che potrete scovare gemme che andranno ad arricchire l'estetica del vostro angolo fumatori e, forse, anche le tasche di un piccolo artigiano.

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