Gli antiproibizionisti si mobilitano per il processo di Walter De Benedetto

27 Apr 2021

Processo a Walter De Benedetto. Walter è un paziente in cura con cannabis terapeutica, pianta che utilizza per lenire i dolori causati dall’artrite reumatoide, ed oggi sarà processato ad Arezzo per spaccio di cannabis.


Processo Walter De Benedetto: attesa oggi la sentenza per il processo a questo paziente in cura con cannabis terapeutica. Una storia italiana.

L’origine del processo a Walter De Benedetto risiede nella difficoltà affrontata per curarsi legalmente con la pianta di cannabis, una difficoltà che obbliga chi ne ha bisogno ad una lotta personale contro lo Stato e contro le sue leggi liberticide.

Nonostante, infatti, la cannabis terapeutica sulla carta sia assolutamente legale, non solo lo Stato non è in grado di assicurare a Walter un accesso semplice e rapido a cannabis di qualità, non solo non riesce a mettere Walter in condizione di curarsi in tutta sicurezza e tranquillità, ma addirittura, quando Walter decide di fare per conto suo e coltivare cannabis per il suo consumo medico, lo Stato lo processa come l’ultimo degli spacciatori.

Oggi Walter non sarà in Tribunale, le sue condizioni non glielo permettono, però l’ingiustizia alla base della sua storia, ha portato alla mobilitazione nazionale diversi attivisti antiproibizionisti che, coordinati dai Radicali, manifesteranno la loro indignazione a Cagliari, Cuneo, Rieti, Roma, Rimini, Firenze, Torino, Cremona, Milano, Pavia, Palermo e Prato.

Processo Walter De Benedetto: qui Cagliari

Con l’appoggio di tutti i circoli del PD di Cagliari e da diverse associazioni culturali della società civile, e con la presenza di dei consiglieri comunali Marco Benucci e Matteo Leccis Cocortu, Laura Di Napoli, di fronte al Tribunale, in Piazza della Repubblica a Cagliari ci spiega: «Siamo in presidio a sostegno di Walter come di tutti i pazienti che non riescono ad avere continuità terapeutica a causa della mancanza di cannabis. Quella prodotta in Italia non è sufficiente e nemmeno quella importata. Io, che studio medicina, ho avuto la fortuna che il mio insegnante di farmacologia abbia presentato l’utilizzo delle droghe in medicina, compresa la cannabis. Devo ammettere, però, che al di fuori di questo, il corso di studi di medicina non parla di cannabis come di un farmaco che possa essere effettivamente prescritto. Non viene proprio menzionata."

Nonostante la cannabis sia un medicamento riconosciuto come trattamento per numerose patologie, anche invalidanti come nel caso di Walter, l’offerta formativa accademica non prevede un corso su questa pianta il che lascia, alla fortuna, la preparazione della futura classe medica sulla gestione di questa risorsa.

Processo Walter De Benedetto: qui Milano

Da Cagliari a Milano in Largo Biagi di fronte al Palazzo di Giustizia, dove Federica Valcauda ci chiarisce il motivo dell’iniziativa odierna: « Il senso è quello di star vicini a Walter e a tutti gli altri malati che evidentemente subiscono una negazione di quello che è il diritto alla salute ed in aggiunta vengono perseguitati dalla legge. Per questa ragione sarà importante spingere affinché la proposta di legge di Riccardo Magi sulla coltivazione di cannabis per consumo personale abbia un esito positivo perché permettere l’auto coltivazione personale avrebbe consentito anche a Walter di non essere imprigionato in un sistema giudiziario pachidermico e non efficiente dal punto di vista di quelle che dovrebbero essere le politiche innovative sulle sostanze stupefacenti."

Senza una legge che depenalizzi la coltivazione domestica per uso personale medico o ricreativo che sia, senza quindi una norma che riconosca l’innocuità di questa pianta e ne decriminalizzi la produzione, il caso come quello di Walter, purtroppo, non sarà l’ultimo verso il quale bisognerà esprimere appoggio e incondizionato sostegno.

Processo Walter De Benedetto: qui Firenze

Dalla Lombardia ci spostiamo al Gran Ducato di Toscana, dove a Firenze in Viale Guidoni anche Ramon Rosi incalza: « Vogliamo non solo dimostrare la vicinanza a Walter De Benedetto per il suo caso, ma anche a tutti i pazienti che, in chiara violazione del diritto alla salute, non riescono a ricevere cannabis terapeutica nelle quantità necessarie per stare meglio. Questo caso dimostra come l’attuale legislazione proibizionista, che ha imposto lo svolgimento di questo processo, oltre a generare un’ulteriore sofferenza per un malato, occupi anche uomini e mezzi che sarebbe più giusto sicuramente impiegare altrove."

Uno Stato che tradisce le proprie leggi violando una della sue fondamenta: quel diritto alla salute che dovrebbe essere fra i principali indicatori della civiltà che caratterizza uno stato moderno.

Processo Walter De Benedetto: qui Roma

Staffetta da Firenze a Roma in Via Golametto, di fronte al Tribunale, dove Leone Barilli concorda: « Quest’iniziativa dei Radicali si tiene in occasione della seconda ed ultima udienza del processo per coltivazione domestica di cannabis a Walter De Benedetto. Walter è un malato con regolare prescrizione di cannabis, ma siccome lo Stabilimento militare di Firenze non produce a sufficienza per soddisfare la domanda dei malati, questi o si rivolgono al mercato illegale o provano a coltivarsela. Il tutto a fronte di uno Stato che non rispetta le proprie leggi e che accusa i malati con pene che possono comportare la condanna fino a sei anni di prigione. Per questo motivo chiediamo una modifica della normativa che consenta a chi ha una prescrizione di poterla sfruttare concretamente anche, eventualmente, coltivandola."

Processo Walter De Benedetto: qui Torino

E torniamo al nord, in Piemonte, per terminare questo giro dell'indignazione civile: anche a Torino in Via Vittorio Emanuele II, angolo corso Falcone, troviamo un presidio, coordinato da Patrizia De Grazia dell’Associazione Aglietta, ecco le sue parole: « Oggi aspettiamo la sentenza rivolutiva del processo a Walter de Benedetto, quindi vedremo come andrà a finire, ma il punto è che situazioni come quelle di Walter sono possibili perché è che la legge ad essere criminale perché non si può criminalizzare una persona per non voler soffrire. Walter è sotto processo per spaccio, ma l’unica sua colpa è quella di essere un malato che fa uso di cannabis con prescrizione medica ed il problema è che, nonostante sia legale da più di 14 anni e che la produciamo, il monopolio dei militari non ne produce abbastanza. Per questo motivo bisognerebbe che lo Stato permettesse la produzione ad altri operatori senza che ci via una sorta di discorso morale dietro perché questo medicina si chiama cannabis. A questo punto che deve fare il paziente?"

Per altri articoli sulla storia del processo a Walter De Benedetto:

Walter De Benedetto indagato per coltivazione.

Walter De Benedetto appello al Presidente Mattarella