Schooling: la star olimpica di Singapore sospesa per uso di cannabis
Nello sport a livello olimpico le sospensioni di atleti per uso di cannabis non sono rare. Nel nuoto, ricordiamo i casi dello sprinter italiano Andrea Vergani e l’atleta della nazionale statunitense Tate Jackson che divisero molto l’opinione pubblica.
Oggi si torna sul tema e ancora una volta nel nuoto con il caso della medaglia d’oro olimpica del 2016 Joseph Schooling, sospeso dalle competizioni internazionali, per il resto del suo servizio di leva obbligatorio, per aver consumato cannabis lo scorso maggio. Il 27enne nuotatore singaporiano, campione olimpico dei 100 farfalla ai Giochi di Rio 2016 davanti al suo idolo di infanzia Michael Phelps, infatti, ha confessato di aver assunto cannabis all’estero nel mese di maggio quando era in congedo autorizzato dalle forze armate di Singapore (SAF) per potersi allenare in vista dei Giochi del Sud-est asiatico SEA Games.
I test delle urine per i farmaci controllati condotti sull’atleta, in realtà sono risultati negativi, come ha dichiarato il Ministero della Difesa.
Ma Schooling ha confessato di aver consumato cannabis nel maggio 2022, per questo non potrà più beneficiare di congedi per allenarsi o competere e sarà sottoposto a test delle urine per sei mesi. Nel caso dovesse risultare positivo sarà accusato e condannato di conseguenza.
Nel 2016 Schooling era diventato un vero eroe sportivo locale vincendo il primo oro olimpico del Paese ai Giochi di Rio. Ma oggi lo scandalo divide l'opinione pubblica in una terra nota per le sue severe leggi sulla droga.
Molti hanno espresso simpatia per il nuotatore nazionale, mentre molti lo condannano.
D'altronde è comprensibile in un Paese come Singapore che ha leggi estremamente severe sul possesso e l’uso di cannabis. Solo di recente è stato legalizzato l’uso terapeutico, ma solo in circostanze straordinarie. Il possesso o il consumo possono comportare fino a 10 anni di carcere e multe salate fino a 20.000 dollari. In caso di traffico di droga, si può addirittura incorrere nella pena di morte.
Ora saranno le Forze Armate di Singapore (SAF) a gestire il caso di Schooling in quanto è un militare a tempo pieno.
Intanto il presidente della Singapore Swimming Association, Mark Chay, sottolinea sui media locali il fermo giudizio della società sportiva contro le droghe: "Le droghe non hanno posto nella nostra società e adottiamo una posizione di tolleranza zero nei confronti dell'uso illegale di droghe. Questo messaggio, insieme alle aspettative per i nostri atleti nazionali di sostenere i più alti standard di condotta, sarà fortemente rafforzato nella nostra comunità attraverso i nostri allenatori nazionali e affiliati".
Dal canto suo Schooling non si tira indietro di fronte alle responsabilità: "Ho ceduto a un momento di debolezza dopo aver attraversato un periodo molto difficile della mia vita" ha dichiarato scusandosi pubblicamente. Nel novembre dello scorso anno, infatti, l’atleta ha sofferto molto per la morte di suo padre Colin, che lo ha sostenuto per tutta la sua carriera e che è mancato all’età di 73 anni in seguito a una battaglia contro un cancro al fegato.
“Ho dimostrato un pessimo comportamento e mi dispiace. Ho fatto un errore e sono responsabile di quello che ho fatto. Farò ammenda e correggerò ciò che è sbagliato. Non deluderò più. La mia carriera nel nuoto è stata piena di alti e bassi negli ultimi dieci anni. Durante le vittorie e le sconfitte ho sempre cercato di essere migliore dentro e fuori dalla piscina. Continuerò a lavorare con Sport Singapore e farò del mio meglio per diventare una versione migliore di me stesso” si legge dalla pagina Instagram di Schooling.
Joseph Schooling non è l'unico atleta ad essere stato sospeso per l'uso di cannabis. Nel luglio 2021, la campionessa statunitense di sprint Sha'Carri Richardson ha ricevuto una sospensione di un mese dopo che i test delle urine avevano mostrato la presenza di THC. Nel 2009, proprio l’idolo di infanzia di Schooling, l’otto volte medaglia d’oro a Pechino Michael Phelps, era stato sospeso per tre mesi dopo la pubblicazione di una sua foto mentre fumava cannabis da un bong durante una festa. Anche se in quel caso non era stata violata alcuna legge sul doping, non essendo stata rinvenuta traccia di marjiuana nelle urine, la Federnuoto Usa aveva dichiarato di voler dare un messaggio forte all’atleta per aver deluso molte persone, in particolare, le centinaia di migliaia di bambini che guardavano a lui come un modello ed un eroe.
Anche Schooling fino a pochi giorni fa era l'atleta più amato di Singapore, conosciuto come il "Golden Boy" dell'isola, tornato dalle Olimpiadi di Rio 2016 tra gli applausi di migliaia di sostenitori in un tour della vittoria. Ora, invece, potrebbe essere fuori dalla corsa per le principali competizioni, inclusi i Giochi del sud-est asiatico del 2023 in Cambogia.
Leggi anche https://softsecrets.com/it/articolo/la-cannabis-non-sara-piu-doping-wada-pronta-dietrofront