Utilizzare la canapa per uno sviluppo economico sostenibile

02 Jun 2021

L'importanza di utilizzare la canapa per uno sviluppo economico sostenibile


 

 

Investire nella canapa per uno sviluppo economico a misura della natura. 

Cosa significa fede nel progresso quando lo sviluppo economico è arrivato a compromettere la vita dell'uomo sulla terra in cui è ospite? Perché scommettere sulla canapa potrebbe rimettere lo sviluppo economico sui giusti binari e riportare la natura al centro del dibattito? Francesca Balloni risponde alle nostre domande con una tesi accademica in sociologia dell'ambiente.

Come nasce l'interesse per le molteplici potenzialità della canapa?

Studiando sociologia dell’ambiente ho incontrato il saggio dell'economista Jeremy Rifkin: Entropia una nuova concezione del mondo e e sono rimasta affascinata dall'abile utilizzo, nell'ambito delle scienze sociali, dei principi della termodinamica e del concetto di entropia, ossia il moto caotico delle particelle, in seguito alla trasformazione dell'energia in lavoro, quindi calore. All'interno della società, Rifkin delinea gli elementi che mostrano maggiormente i segni del danno entropico derivante dal sistema economico attuale: inquinamento, trasporti, agricoltura intensiva, produzione di armi, sanità non equanime, sistema scolastico standardizzato. In seguito alla lettura di quel testo, mi misi a riflettere su quale potesse essere lo strumento capace di contrastare queste inefficienze ed al contempo creare risorse da impiegare nella produzione di benessere ed equità sociale e la cannabis è risultata essere una soluzione multi-potenziale in grado di assolvere tale compito. Il mio interesse nasce anche dal fatto che ne faccio uso a scopo terapeutico, tramite prescrizione medica, per curare in modo naturale l’emicrania farmaco resistente.

Cosa rappresenta la canapa per il passato e soprattutto per il futuro sviluppo economico del nostro paese?

La canapa è una pianta, quindi è presente in natura e da sempre utilizzata dagli esseri umani. Nel 2000 a.C. veniva usata in Cina per realizzare carta e tessuti, in India era presente nei cerimoniali Veda e per proteggere dagli agenti atmosferici i dipinti nei templi, successivamente, in occidente venne largamente usata in medicina (ad esempio da Plinio il Vecchio) e come materia prima per la produzione tessile. L'uso di canapa si è protratto nel tempo diventando anche oggetto di ricerca e studi scientifici fra l'Ottocento e il Novecento e fu proprio grazie al professor Raphael Mechoulam che si scoprì, nel 1964, la molecola di THC mentre nel 1990 la dottoressa Lisa Matsuda scoprì il sistema cannabinoide interno, presente in tutti i mammiferi e preposto alla produzione e sintetizzazione dei cannabinoidi. La canapa può essere usata per produrre tessuti resistenti ed ecologici, per produrre bioplastica, biocarburante, biomattoni per un' edilizia sostenibile, carta per contrastare il disboscamento, non crea rifiuti, fitodepura i terreni inquinati. Inoltre il consumo di acqua per la sua coltivazione è molto ridotto rispetto alle coltivazioni intensive, favorisce la biodiversità ed è in grado di sostenere una economia di tipo circolare ed ecosostenibile.

Nel suo lavoro definisce le città moderne come centri entropici, che divorano energia e producono calore, rifiuti ed inquinamento. Che ruolo riserva alla canapa per ridurre l'impatto di questi conglomerati sul pianeta?

Le città sono catalizzatori di energie e risorse. Questi input energetici che arrivano come materie prime ad alto potenziale, vengono trasformate e, una volta esauste, dissipate come rifiuti nelle inquinate periferie cittadine, crogiolo spesso di diseguaglianze e devianze sociali dovute alla distanza dagli organi decisionali centrali. La canapa, usata per migliorare lo stato di salute ambientale del territorio, può rappresentare uno strumento utile per una ripresa economica, per implementare gli introiti derivanti dalla tassazione e reinvestirli in progetti sociali quali: edilizia pubblica ecologica, sostegno alle scuole con borse di studio per gli studenti in stato di deprivazione economica e perché no la creazione di orti urbani a gestione collettiva per la coltivazione ad uso personale di cannabis con lo scopo di contrastare il narcotraffico e riavvicinare le persone alla natura.

Fra tutti gli esempi di sfruttamento etico della canapa quali sono quelli che ritiene più virtuosi?

Parlerei piuttosto di sviluppo etico mediante cannabis e in tal senso ho immaginato la pianta come mezzo per intraprendere un cammino maggiormente responsabile ossia in equilibrio con l'ecosistema e non da specie animale dannosa per il pianeta. Impiegherei la canapa nella trasformazione dell'economia in chiave sostenibile e di conseguenza promuovere una maggiore equità sociale oltre che il benessere personale. La cannabis, infatti, ha la capacità di ripristinare gli equilibri fisiologici svolgendo una funzione pro omeostatica nel nostro organismo, quando avviene uno scostamento dallo stato ideale dello stesso. Inoltre legalizzando l'uso della cannabis si potrebbe incrementare l'azione di contrasto del narcotraffico, come ha affermato anche il procuratore antimafia De Raho. Pertanto, è necessario superare la legge 309/90 e 242/16 al fine di elaborare una normativa chiara, che favorisca lo sviluppo della filiera produttiva controllata e la regolamentazione dell'autocoltivazione a uso personale per scopo terapeutico e ricreativo.

Ha qualche idea concreta che dia l'esempio di cosa la canapa potrebbe innescare a livello di sviluppo economico sostenibile?

 Vivo a Massa Carrara e sono cresciuta con la grigia immagine della Zona Industriale Apuana che da trent'anni è afflitta dalla piaga della contaminazione da veleni provenienti dalle industrie insediate nel territorio. Il danno ambientale maggiore fu causato dallo scoppio del serbatoio contenente insetticida Rogor prodotto dall' azienda Farmoplant nel 1988. La terra della mia città è avvelenata, le persone si ammalano di più dall'esplosione della Farmoplant, come afferma il registro tumori istituito per l'area di Massa Carrara e lo studio epidemiologico condotto dal CNR e un rilancio dell'economia è necessario. Pertanto, seguendo l'esempio di Chernobyl, Seveso e di Taranto, dove la canapa è stata utilizzata per fitorimediare i terreni inquinati, ho proposto la bonifica dei terreni della Zona Industriale Apuana mediante canapa e lo sviluppo di una filiera produttiva capace di sostenere un centro di trasformazione delle Piante nel Centro-Nord Italia. Paesi esteri stanno già investendo nel cannabusiness e le previsioni di Arcview Market Research e BDS Analytics, per il mercato globale della cannabis, parlano del raggiungimento di un valore pari a 57 miliardi di dollari nel 2027. New Frontier Data stima che la domanda di cannabis in Europa sia pari a 42,9 miliardi di dollari. 

Se all'estero sono all'avanguardia per quanto riguarda gli investimenti in canapa per sostenere uno sviluppo economico alternativo, cosa succede in Italia? Non credi sia fondamentale un cambio di paradigma?

L'Italia, prima del proibizionismo era il primo paese al mondo, produttore di canapa in termini di qualità. La canapa è sempre stata coltivata in tutto lo stivale sin dai tempi antichi, perciò può rappresentare realmente un aiuto per fronteggiare la crisi economica, sociale e ambientale che stiamo vivendo. Dobbiamo passare da un sistema antropocentrico, in cui l'uomo è il fulcro dominatore di natura, a un sistema eco-centrico in cui l'uomo riprenda posto all'interno del ambiente, perché non siamo altro che una manifestazione di natura e solo mimando le strategie di natura potremo costruire un vero equilibrio.

Foto in evidenza voceapuana.com