Indica vs Sativa: tutte le differenze per fare chiarezza
Quando si sceglie una genetica di cannabis da coltivare è bene sapere che esistono molte variabili e tantissime differenze tra una pianta e l’altra, non solo strutturali e morfologiche, ma di tempi di maturazione ed effetti terapeutici. Quelle che andremo ad approfondire oggi, infatti, sono le differenze sostanziali tra indica e sativa, per poterci orientare nella scelta.
La cannabis venne classificata per la prima volta attorno al 1750, da Carlo Linneo, botanico svedese che credeva che il genere fosse monotipico (ovvero contenesse una sola specie) e lo nominò Cannabis sativa L. Linneo realizzò questa classificazione lavorando con esemplari di canapa, che in quell'epoca erano ampiamente coltivati in tutta Europa.
Pochi anni più tardi, esattamente nel 1785, un naturalista francese fu pronto a smentire questa affermazione: Jean Batiste Lamark, infatti, dopo un viaggio in India e nelle sue zone più a Ovest, descrisse nei minimi particolari la varietà di cannabis che aveva analizzato, ed effettivamente la razza indica è molto diversa dalla pianta teorizzata da Linneo.
Lui non si limitò solo a descrivere le differenze anatomiche, ma pubblicò anche gli effetti che comportava il consumo di questa pianta che prese il nome di Cannabis Indica Lam. Lamark vide come alcune di queste piante avevano effetti stupefacenti più decisi e che attivavano stati euforici molto differenti rispetto a quelli rilassanti e sedativi della cannabis europea.
Nel 20° secolo, il botanico russo D.E. Janichevsky individuò anche una terza varietà di cannabis, originaria della Russia, che oggi conosciamo con il nome di Cannabis ruderalis, ma in questo articolo, come detto prima, ci soffermeremo soltanto sulle genetiche indica e sativa.
Sebbene la cannabis cresca in moltissime zone diffuse in tutto il mondo, gli studiosi hanno focalizzato i punti chiave da dove è partita la loro espansione naturale, suddivisi per tipologia di cannabis: la varietà indica proviene dalle regione Hindu Kush del Medio Oriente, Turchia, Marocco e Afghanistan mentre la varietà sativa proviene dalle zone equatoriali, Colombia, Messico, Thailandia e Sud-est asiatico.
Aspetto fisico
E’ possibile fare una distinzione partendo dalle foglie finendo con l’osservare la pianta nella sua interezza.
La pianta di indica ha delle foglie molto larghe rispetto alla sorella sativa, ed è una pianta particolarmente compatta e robusta. Le sue gemme sono piene, compatte e pesanti ed emanano un’aroma intenso e fragrante. Questa pianta di canapa produce dei nodi ad intervalli regolari lungo tutto il fusto. Ad ogni nodo si diramano i rami secondari, dai quali parte poi il fogliame, nonché i fiori, chiamate anche gemme o infiorescenze. I fiori della Indica si ammassano attorno ai nodi dei tronchi in modo più stretto e compatto. Lasciano pochissimo spazio gli uni dagli altri, lo spazio prende il nome di spazio internodale.
Adatta per coltivazioni indoor, è un tipo di cannabis prevalentemente con aromi più esotici.
Le piante di sativa hanno delle foglie molto sottili e lunghe, sono alte e si sviluppano fino a un massimo di 5-7 m di altezza, adatte a una coltivazione outdoor. Le infiorescenze corrono lungo tutto il fusto e lungo i rami, motivo per il quale la quantità di infiorescenze è nettamente superiore a quella delle piante di indica sebbene le cosiddette “cime” pesino meno una volta seccate, questa differenza di peso è dovuta alla differenza di densità. Diverso anche il profumo che sprigionano. Le infiorescenze della cannabis sativa infatti hanno un aroma molto meno marcato (sia durante la crescita, che una volta terminato il periodo di essiccazione).
Fioritura
Come tutte le piante attraversano una fase vegetativa e una di fioritura, pur mantenendo delle differenze. La principale differenza tra sativa e indica, che emerge durante la crescita di questi due grandi ceppi di cannabis, è il tempo della fioritura: nelle sativa è piuttosto lunga, in quanto necessitano di un periodo che varia dalla 10 settimane in poi producendo cime più soft cioè meno compatte. Le indica invece sono più veloci avendo un tempo di fioritura che va dalle 7/9 settimane producendo buds a densitá alta.
Dimensioni
Le piante di cannabis Indica acquisiscono altezza abbastanza rapidamente una volta che iniziano a fiorire. In circostanze normali, invece, non crescono eccessivamente. L’altezza di una Indica può aumentare del 50-100% durane il periodo di fioritura.
Le piante di cannabis sativa hanno sviluppato una capacità, del tutto peculiare, che consente loro di crescere e fiorire contemporaneamente. Quindi il periodo di fioritura e quello di crescita vegetativa non è distinto, ma contemporaneo. Questo è dovuto alla durata media delle giornate nelle regioni tropicali, giornate molto corte hanno permesso a questa pianta di accomunare i periodi di crescita e fioritura. La Indica invece ha mantenuto separate le due fasi. Anche nelle colture effettuate al chiuso, le piante di cannabis sativa crescono e fioriscono contemporaneamente (allo stesso modo di come farebbero se si trovassero libere in natura).
Una volta che cominciano a fiorire, le Sativa possono crescere velocemente in altezza. Molto spesso continuano a crescere durante tutta la fase della fioritura.
Le Sativa possono abitualmente incrementare la propria altezza del 200-300% o più, durante la fioritura.
Effetti
Partendo dal presupposto che ognuno di noi ha una propensione a sviluppare un particolare effetto della cannabis possiamo dire che, in linea di massima l’effetto prodotto dalla cannabis indica viene classificato come sedativo e rilassante, per serate in pieno relax casalingo, un effetto cosiddetto “da divano”, perché maggiormente incentrato sul corpo. L’effetto può anche accentuare i sensi come il gusto, l’olfatto e il tatto.
Se stai cercando di conciliare il sonno o di rilassarti guardando una serie tv sul divano, quindi, la cannabis indica è senza dubbio quella più adatta. Attenzione però, perché a grandi dosi l’effetto può diventare soporifero. Non a caso gli estratti di questa pianta vengono impiegati anche in medicina come efficaci antidolorifici.
La sativa invece presenta effetti quasi opposti. La cannabis sativa è famosa tra i coltivatori per il suo effetto energetico: è infatti in grado di aumentare la concentrazione, la lucidità mentale e la creatività. Questo effetto può essere definito come cerebrale, allegro e perfino psichedelico.
A differenza di quanto possa far pensare questa descrizione, l’effetto delle sativa è molto più intenso di quello rilasciato dalle indica, perché non causa sonnolenza e lascia una certa frizzantezza neuronale e tanta voglia di chiacchierare.
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