Viaggio alla Cannabis Canarias Summer Cup 2013
Alle Isole Canarie è sempre primavera inoltrata. Cioè sono sempre tutti alberi in fiore? No, intendo che puoi fare sei fioriture l'anno in serra. Così mi è stato spiegato il clima delle isole quando, in aeroplano, ho chiesto ad un canario di raccontarmi della nostra destinazione.
Alle Isole Canarie è sempre primavera inoltrata. Cioè sono sempre tutti alberi in fiore? No, intendo che puoi fare sei fioriture l'anno in serra. Così mi è stato spiegato il clima delle isole quando, in aeroplano, ho chiesto ad un canario di raccontarmi della nostra destinazione.
Alle Isole Canarie è sempre primavera inoltrata. Cioè sono sempre tutti alberi in fiore? No, intendo che puoi fare sei fioriture l’anno in serra. Così mi è stato spiegato il clima delle isole quando, in aeroplano, ho chiesto ad un canario di raccontarmi della nostra destinazione.
Atterrato ho preso un taxi con un conducente ancora neopatentato che mi ha portato in un tour alla disperata ricerca di quella maledetta calle di cui non ricordo più il nome e di cui il tassista non ha mai saputo l’ubicazione.
Trovata la via e liquidato il tassinaro ho cercato in lungo e in largo il club ACANMED finché, da una porticina piccolissima, è sbucato Dottor Grow in persona. Se da tutte le porticine uscissero dei Dottor Grow allora sicuramente non esisterebbero i portoni.
Il club è un nuovo spazio dedicato agli appassionati ed agli utilizzatori terapeutici della Cannabis.
La selezione delle genetiche e le estrazioni disponibili sono un sicuro indicatore dell’alto livello medio dei prodotti offerti ai soci. Le sale sono grandi ed accoglienti con divani e tavoli per poter godere appieno del menù, mentre i soci presenti sono sempre numerosi e molto accoglienti con chi viene da lontano. Chi viene da lontano potrebbe essere assetato o bisognoso di canne. Anche un panino o un platano canario sarebbe andato bene ma quella canna di diesel di Vulkania ha funzionato con me come il tofu per i vegani. Ormai è chiaro per chi mi legge da tempo: io ho un problema con l’erba all’arancia dolce, che nei forum internazionali è la mandarina.
Il pomeriggio del sabato era dedicato alle ultime sedute di valutazione della categoria ancora rimasta aperta da votare: il BHO. Mi è stato offerto di partecipare come giudice esterno assieme ad altri ragazzi assortiti tra locali e stranieri. Sapevo che non avrei dovuto testare tutte quelle estrazioni, ma sono rari i tavoli con così tanti esperti e alle coppe per poter ascoltare i trucchetti degli esperti bisogna stare in prima fila tra le pipe calde e i bisturi sporchi, perciò mi sono lanciato alla fiamma ossidrica e ho dato il via alle danze.
Il condottiero della nostra esplorazione collettiva di terpenoidi è stato Guillem, espertissimo e molto conosciuto nel Cannaworld europeo. Con la sua travolgente simpatia e la sua enorme cultura ha reso la valutazione un dibattito molto interessante sulle estrazioni con solventi. Non ho mai passato una coppa da giudice così di qualità. Al nostro tavolo ero il meno esperto, così ho avuto numerose occasioni di imparare qualcosa da gente che estrae tutti i giorni da cinque anni ormai.
L’altro tavolo di giudici BHO era composto da un ristretto numero di persone, tra le quali però il fondatore di “BHO made in Canary Islands” esperto in wax, shatter, amber glass, moonrocks,…
Vedere tutte queste estrazioni assieme mi ha fatto credere di essere in Nord America per un attimo. Provare tutte queste estrazioni assieme è un viaggio ben più che transoceanico.
Finita la valutazione dei campioncini ci siamo salutati e abbiamo rimandato la continuazione al giorno seguente, la domenica. Non conoscendo nessuno non avrei mai pensato che nel tragitto dal club a casa avrei conosciuto Mariano, un personaggio simpaticissimo di cui però parleremo tra poco. Dirò solo che mi diede della mandarina da provare e che durante la cena in una pizzeria italiana anche la moglie del gestore insistette per regalarmi ben due mandarine differenti, entrambe organiche, entrambe outdoor di cui una selezionata proprio da lei!
Passato il sabato sera dormendo mi sono svegliato la domenica mattina prestissimo così ho avuto tempo per assaggiare bene le mandarina rimastemi e rendermi conto dell’altissimo livello delle canarian weed. La domenica l’appuntamento era in un ranch sull’isola per l’ora di pranzo. Non sapendo a che ora pranzano i canari ho fatto delle valutazioni basate sulla latitudine e mi sono presentato lì alle due del pomeriggio. Alle due e mezza le cuoche hanno acceso la cucina. Adoro quando sono puntuale.
La coppa si è svolta in un clima di rilassatezza tra circa 500 partecipanti intervenuti per assistere ai seminari gratuiti sulle estrazioni e sulla genetica e per assistere alla premiazione. Il pranzo era offerto con il biglietto d’entrata e una volta dentro si poteva assistere ai seminari, si poteva visitare l’ampia area stand con numerose seedbank e qualche growshop o ci si poteva rilassare sulle numerose panche allestite all’ombra del cocente sole di una bellissima domenica pomeriggio africana.
Devo spendere qualche parola positiva per ricordare tutti i ragazzi che ho incontrato nel pomeriggio della premiazione, alcuni tra l’altro italiani residenti nelle Canarie: finalmente una coppa ben organizzata dove la maggior parte dei presenti è un appassionato che conosce bene il suo hobby.
Tutte le coppe sono state vinte da coltivatori locali con sementi europee, mentre la coppa professionisti è stata vinta dall’olandese Green House seedbank.
L’organizzazione della coppa è stata impeccabile, l’evento è risultato veramente di gran qualità e i partecipanti hanno fatto sì che il tutto sembrasse più un raduno di appassionati che una cannabis cup. La sera della domenica avevo due possibilità: o andare a casa a riposare e il lunedì aspettare il volo del pomeriggio visitando i dintorni di casa o andare al club di Mariano e dormire tutto lunedì mattina.
Lunedì mattina dormivo bellamente, segnale che la domenica sera è stata lunga perciò interessante.
Mariano è un esperto grower ed ice-maker da anni. A Tenerife ha aperto un growshop ma nel tempo libero è un socio attivo di un cannabis club a Las Americas. Il Club THC è un minuscolo ma architettonicamente interessante bar con terrazza interna minuscola e retro con una piccola sala a luci soffuse. In pochi metri quadrati trovano posto 30 persone con la giusta comodità e nel rispetto della propria intimità.
Noi siamo stati nella terrazzina, tra un divano e delle poltroncine eravamo in cinque di cui un tedesco, un francese, un andaluso, un asturiano e un italiano. Ovviamente, come in tutti i romanzi mainstream, non c’era una lingua comune tra tutti. O meglio, nel nostro caso, il tedesco e io in inglese e io con gli altri in castigliano. Tra noi coltivatori esperti, giornalisti, blogger, il fondatore di seedfinder.eu (sì, proprio quel geniaccio in persona), genetisti tutti con in comune una gran passione per ciò che amiamo. Alle Canarie dicono che è sempre primavera. Ora ho capito cosa significa e mi sa che ci tornerò da quella bella gente…