Sulla religione della Canapa
Lo studio commissionato dal governo inglese in India nel 1893-94, comprendente sette volumi per un totale di 3281 pagine è sicuramente lo studio sulla cannabis più completo e sistematico esistente. A causa della rarità e forse del volume formidabile di questo documento, l'abbondanza di informazioni contenute non è stata presa in considerazione negli scritti contemporanei su questo soggetto. Questo è rimarchevole, poiché molti degli argomenti concernenti la cannabis che vengono discussi oggigiorno sono stati affrontati e sviscerati nell'Indian Hemp Drugs Commission Report.
Lo studio commissionato dal governo inglese in India nel 1893-94, comprendente sette volumi per un totale di 3281 pagine è sicuramente lo studio sulla cannabis più completo e sistematico esistente. A causa della rarità e forse del volume formidabile di questo documento, l'abbondanza di informazioni contenute non è stata presa in considerazione negli scritti contemporanei su questo soggetto. Questo è rimarchevole, poiché molti degli argomenti concernenti la cannabis che vengono discussi oggigiorno sono stati affrontati e sviscerati nell'Indian Hemp Drugs Commission Report.
Lo studio commissionato dal governo inglese in India nel 1893-94, comprendente sette volumi per un totale di 3281 pagine è sicuramente lo studio sulla cannabis più completo e sistematico esistente. A causa della rarità e forse del volume formidabile di questo documento, l'abbondanza di informazioni contenute non è stata presa in considerazione negli scritti contemporanei su questo soggetto. Questo è rimarchevole, poiché molti degli argomenti concernenti la cannabis che vengono discussi oggigiorno sono stati affrontati e sviscerati nell'Indian Hemp Drugs Commission Report.
Da "Schaffer Library of Drug Policy"
Per l'Hindù la pianta della canapa è sacra. Un guardiano vive nella foglia del bhang (nome comune della pianta di cannabis e della preparazione della pianta come bevanda). Come la moglie di Visnu, il conservatore, vive nel tulsi, basilico sacro, che cura l'isteria, e Shiva vive nel bel, che cura la dissenteria, così le proprietà della pianta di bhang, il suo potere di placare l'appetito, la sua virtù come febbrifugo, e le sue qualità di rinvigorente del pensiero mostrano che la foglia del bhang è la casa del grande Yogi o terribile asceta Mahadeva (uno dei nomi di Shiva).
Una pianta così sacra dovrebbe meritare una cura speciale. Shiva spiega a sua moglie, Parvati, come, seminando la canapa, bisognerebbe ripetere le parole "Bangi, Bangi" così che il suono del nome di questo guardiano possa spaventare le erbacce diaboliche.
Ancora, quando le piantine sono trapiantate, bisogna ripetere lo stesso sacro nome, e lo stesso ad ogni annaffiatura che, per lo spazio di un anno, le giovani piante devono ricevere giornalmente. Quando appaiono i fiori, questi e le foglie dovrebbero essere staccati dalla pianta e tenuti per un giorno in acqua tiepida. Il giorno successivo, mormorando cento ripetizioni del sacro nome "Bangi", le foglie ed i fiori dovranno essere lavati in un fiume e lasciati asciugare in un contenitore aperto. Quando sono secche, alcune delle foglie dovrebbero essere bruciate con umiltà ripetendo il sacro nome come un japa, un canto mormorato. Il Bhang così preparato esaudirà i voleri ed i desideri dell'officiante. Preso di mattina presto questo Bhang ripulisce il suo consumatore dai peccati. Questo Bhang santificato preso a mezzogiorno distrugge le infermità. Davanti al devoto utilizzatore del Bhang stanno gli Ashtadevata, o Otto Guardiani, con le mani giunte pronti ad obbedirgli ed ad adempiere ai suoi ordini. Sarà esaudito il volere di chi, con mente pura, versa il Bhang con la dovuta reverenza sul Linga di Mahadeva.
Una tale santità e tali poteri di spaventare i demoni devono dare al Bhang un posto di alto rango fra gli oggetti che portano fortuna. Perché un giorno sia fortunato, l'uomo accorto dovrebbe, al risveglio, guardare dentro al Bhang liquido. Così ogni incubo o spirito diabolico che possa essergli entrato dentro durante le ore della notte popolate da fantasmi, volerà via da lui alla vista del Bhang e lo lascerà libero durante il giorno dalle loro influenze negative. Così anche quando deve essere intrapreso un viaggio, o un nuovo lavoro, o degli affari, è bene guardare al Bhang. Incontrare qualcuno che porta Bhang è un sicuro segno di successo. Vedere in sogno le foglie, la pianta, od il Bhang in forma liquida è segno di fortuna; porta la dea del benessere nei poteri del sognatore. Sognare i suoi genitori venerare la pianta del Bhang e versare Bhang sul Linga di Shiva guarirà il sognatore dalla febbre. Un desiderio per il Bhang predice felicità: vedere il Bhang bevuto aumenta le ricchezze. Nulla di buono può accadere all'uomo che schiaccia sotto i piedi la sacra foglia del Bhang.
A Bombay, durante i matrimoni fra quasi tutte le caste più alte degli Hindu, ed anche degli Jaina, così come fra i Bramini, da parte della famiglia della sposa vengono offerte provviste alla famiglia dello sposo durante il loro soggiorno di sette giorni, e fra queste provviste è incluso il Bhang. Il nome del padre che dimentica di offrire Bhang viene ad avere una bassa considerazione. Ancora, dopo il matrimonio, quando lo sposo ed i suoi amici sono ospiti nella casa della sposa, un Bhang riccamente speziato viene bevuto dagli ospiti. Le spose Musulmane del Gujarat, prima e dopo il matrimonio devono bere una preparazione di Bhang. Fra gli Hindu del Nord, Pardeshi, residenti a Bombay, il Bhang non è offerto solo ai matrimoni, ma il Pardeshi che manca di offrire Bhang ai suoi ospiti è considerato un avaro e miserabile. Un altro importante periodo dello spirito in cui il Bhang riveste un ruolo importante è durante le guerre. Prima dell'inizio di una guerra e durante il suo svolgersi il Linga di Mahadeva dovrebbe essere bagnato di Bhang. Il suo potere di allontanare dal dio le influenze di panico ha fatto guadagnare al Bhang il nome di Vijaya, l'invincibile. Così il combattente Rajput quando circondato, quando non rimane altro che morire, dopo aver sciolto i suoi capelli perché lo spirito del Bhang possa aver libero accesso, beve il Bhang sacramentale e correndo incontro al nemico completa il suo juhar, o auto-sacrificio. È questa qualità di cancellare il panico che rende il Bhang, il Vijaya o Vittorioso, specialmente caro a Mahadeva nel suo aspetto di Tripur, l'uccisore del demone Tripurasur. Come Shiva si trova nella foglie di bel, come Visnu si trova nelle foglie di tulsi, così Tripuresvar si trova nelle foglie di Bhang. Chi vuole che i suoi desideri si realizzino deve offrire Bhang costantemente a Tripuresvar.
Il rinfrescante Bhang è un febbrifugo. Il Bhang agisce sulla febbre non direttamente o fisicamente come una medicina comune, ma indirettamente o spiritualmente tranquillizzando le influenze colleriche per le quali si verificano i calori della febbre. Come da riferimenti nell'Ayurveda, la febbre è una possessione causata dal respiro caldo irato dei grandi dei Brama, Visnu e Shiva. Citando un altro passaggio dell'Ayurveda, Shankar (Shiva), infuriato per un insulto da parte del suo suocero Daksha, esalò dalle narici le otto febbri che affliggono il genere umano. Se il febbricitante compie il rito di Vijaya, o versa il Bhang sul Linga di Shankar, il dio è soddisfatto, il suo respiro si raffredda, e la parte del suo respiro nel corpo del febbricitante scalda piacevolmente. Il Kashikhanda Purana ci racconta che a Benares un Bramino, sofferente per la febbre, sognò di versare Bhang sul Linga autogeneratosi, e di star bene. Al risveglio si recò al luogo di culto del Linga, pregò, versò il Bhang. I sofferenti che giacciono nel tempio versano Bhang sul Linga le cui virtù gli hanno guadagnato il nome di Jvareshwar, il Signore della febbre. A Bombay molte persone sofferenti per la febbre sperano di rimettersi in salute versando Bhang sul linga. Oltre ad essere una cura per la febbre il bhang ha numerose virtù medicinali. Rinfresca il sangue bollente, favorisce il dormire agli insonni, elargisce bellezza e assicura lunghezza dei giorni. Cura dissenteria e colpi di sole, ripulisce dalla flegma (uno dei 4 umori nell' Ayurveda), velocizza la digestione, acutizza l'appetito, migliora i difetti del linguaggio, rinfresco l'intelletto e da prontezza di riflessi al corpo ed allegria alla mente. Il Makhzan, il grande studio Greco-Arabo sulle droghe concorda con l'approvare caldamente la cannabis... la gangia in eccesso causa ascessi, persino follia. Assunto con moderazione il ç è il migliore dei regali. Il ç è un cordiale, un assorbente per la bile, uno stimolante per l'appetito, un prolungatore di esistenza. Il ç da rapidità all'immaginazione, profondità ai pensieri e capacità di giudizio.
Shiva, in fiamme a causa del veleno estratto dall'oceano primordiale, fu rinfrescato dal ç. Un'altra volta, infuriato con la sua famiglia, camminava fra i campi. L'ombra fresca di una pianta lo rese calmo. Sfregò le foglie fra le mani, ed il ç gli diede sollievo. Per queste due proprietà benefiche il ç è Shankarpri, il Mahadev (Grande Dio). Quindi i consumatori di ç o ganja devoti, prima di cominciare a bere o fumare la sostanza, la offrono a Mahadev, dicendo: lena Shankar, lena Babulnath (Bholenat): sii compiaciuto di accettare Shankar, prendi (quest'offerta) Bholenat. Come scritto negli Shivapurana, durante i tre mesi della stagione calda (febbraio-luglio), il ç dovrebbe essere versato giornalmente sul Linga di Shiva, o perlomeno durante i primi e gli ultimi giorni di questo periodo. Come scritto nel Meru Tantra ogni Lunedì, specialmente nel mese di Shavran (luglio-agosto) nei dodici pradoshs, nelle notti di luna nera, specialmente durante Mahashivaratri, la Grande notte di Shiva, nel mese di Magh (gennaio- febbraio), durante tutte le eclissi di sole o di luna, la persona rispettosa sia di questo mondo sia del mondo che verrà dovrebbe offrire ç a Shiva, e versarlo sul Linga.
Non tutti i devoti a Shiva fanno offerte di ç. Questi riti a Bombay vengono eseguiti soltanto nei tempio di Bhuleswar e Babulnath, e solo in occasioni speciali. Il ç offerto a Mahadeva è senza pepe o altre spezie. Viene mischiato con acqua, acqua e latte, o latte e zucchero, poi versato sul Linga. Alcuni ministri di culto stabiliscono che l'officiante non dovrebbe toccare il ç offerto. Solo una serie di amministratori del tempio dovrebbero berlo. Se non ci sono amministratori, ciò che resta dell'offerta dovrebbe essere versata in una fontana o dato da bere alle mucche. Altri ministri incoraggiano l'officiante a bere ç, poiché sorseggiare ç fa raggiungere al bevitore lo stato di Shiva-Shakti, o spirito di Shiva.
Sia i fedeli di Visnu, sia quelli di Shiva, fanno offerte di ç. La forma di Visnu, il Guardiano per il quale il ç è un'offerta benvenuta, è Baladeva, Bainram o Dauji, il fratello maggiore di Krishna. A Baladev piacciono gli alcolici, non il ç, ma i Banins, i Bhatias e altre alte caste di Indù, non potendo offrire alcolici, invece offrono ç sia a Baladeva che a Shiva. A Bombay, una preghiera a Baladeva non è completa senza un'offerta di ç., e le offerte a Shiva sono comuni e parte dei riti giornalieri. Diversamente dal ç liscio o mischiato con latte e zucchero versato sul Linga, il ç offerto a Baladeva è un liquido riccamente speziato che tutti, compreso l'officiante, bevono insieme. Questa usanza sociale e religiosa di bere ç è praticata comunemente, a Bombay, nel tempio di Dauji, i Kalyan Kirparan Lane, vicino a Bhuleswar.
Come per le caste più alte, l'offrire liquori nel culto di Baladeva è stato purificato in un offerta di ç, e lo stesso nel culto di Devi, la prima e terribile consorte di Shiva. Durante ogni martedì e venerdì, i due giorni della settimana sacri a Devi, e soprattutto durante le Navrata, o Nove Notti del mese di Ashwin, i fedeli le cui regole di casta proibiscono l'uso di alcol preparano un piacevole ç speziato. E, come nel culto di Baladeva, tutti i presenti, fedeli e ministri del culto, si uniscono nell'assumere la bevanda. Shitaladevi, la Rinfrescante, la spaventosa dea della peste, la cui natura, come la natura del ç è quella di raffreddare, è gratificata dall'offerta di ç.
Durante le epidemie di peste i bruciori e le febbri della malattia sono mitigati versando ç sull'immagine di Shitaladevi. E così per le febbri causate dal calore, specialmente per gli anziani nessuna cura ha gli stessi benefici del bere ç. Diversamente dal desiderio per la carne causato dal bere alcol, il desiderio di latte causato dal ç è approvato dalla religione indiana. Anche in accordo con le più severe correnti di pensiero degli obiettori agli stimolanti, mentre la pena prevista per un Hindu di casta alta per bere alcolici è la morte, non ci sono punizioni per l'uso di ç, ed un singolo giorno di digiuno è sufficiente per ripulirsi dallo spirito della ganja. Anche fra coloro che ritengono gli stimolanti frutti diabolici, si trova disapprovazione verso l'uso dei preparati della canapa solo quando vengono assunti senza spirito religioso e senza osservare i dovuti riti. ¨
Per ragioni di spazio, continua nel prossimo numero