Se la ganja fa bene allo sport
Medical Cannabis
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Camminando per quarantacinque minuti a passo veloce, da studi scientifici citati nei precedenti articoli, è dimostrato aumentino i livelli di endocannabinoide Anandamide prodotti dal corpo. Addirittura, correndo, tutti questi endocannabinoidi sono in grado di generare un Runner High. L’atleta sente analgesia, sedazione, riduzione di ansia e stress, euforia, benessere, armonia, gioia, felicità, ma anche rimozione del catarro dai polmoni, come assumendo cannabis.
D’altro canto, uno studio sui teenager svizzeri nel 2007 ha mostrato come i consumatori di ganja pura siano più sportivi non solo di chi la consuma con il tabacco, ma anche di chi non fuma proprio nulla. Le due cose sono quindi molto compatibili, e potrebbe valere anche per gli adulti. Il motivo di questa compatibilità risiede nel fatto che l'uso di marijuana, diversamente dal tabacco, è associato con una maggiore volume d’aria espellibile forzatamente dopo l’espirazione, una maggiore capacità polmonare totale e una maggiore resistenza delle vie respiratorie.
Generalmente, secondo la dieta, il metabolismo e il tipo di ganja, a piccole dosi l’erba è uno stimolante del movimento, mentre in grandi quantità diventa sedativa.
Capita così che qualche atleta decida di consumarla proprio prima dell’attività fisica, e pure in questo la scienza ha voluto vederci meglio. Con lo studio scientifico pubblicato su Frontiers in Psychiatry, a Maggio 2013, titolato “Perché la marijuana dovrebbe essere considerata doping nello sport?”, si è mostrato come la cannabis possa essere d’aiuto negli sport estremi, proprio quelli che richiedono una maggiore determinazione, come le ultramaratone (50-70 km) , perché rilassa i muscoli, riduce l’ansia, estingue le memorie negative, migliorando le performance. Alla faccia della sindrome amotivazionale!
Non è invece vantaggiosa, secondo l’atleta americano di ultramaratone Avery Collins, intervistato questa primavera dal Wall Street Journal, assunta prima degli allenamenti sulla velocità, dove diventa un fattore negativo. Quando si allena per ore sulle lunghe distanze, invece, assume un prodotto commestibile da 15mg di THC, 45 minuti prima dell’allenamento. Correndo, il processo di metabolizzazione è velocizzato e l’effetto impiega una ventina di minuti a salire, per durare fino a 2 ore e mezza. In caso di bisogno, ogni due ore o due ore e mezzo, assume un altro prodotto commestibile da 10 mg.
A detta dell’atleta, la cannabis impedisce alla nausea e al vomito di presentarsi durante i grandi sforzi, grazie al miglioramento sensoriale permette di apprezzare la natura durante le lunghe percorrenze, lasciando che il tempo scorra meglio, tenendo la mente un po' più occupata e garantendo una maggior sincronizzazione con ciò che si sta facendo. L’atleta l’assume poi dopo l’attività fisica, per permettere un recupero più veloce delle tensioni muscolari e calmare il cervello, che altrimenti potrebbe rimanere in uno stato di euforia per molto tempo, dopo grandissimi sforzi, fino a impedire di dormire.
Pur non essendo un atleta estremo, praticando quotidianamente una qualche attività sportiva, pure io ho sperimentato diverse volte questa cosa, così come a volte la sensazione di potersi allenare anche più duramente del solito con la ganja. Dipende molto dalla predisposizione iniziale e bisogna amare molto sia lo sport che l’erba. Mi piace nel nuoto (solo per nuotatori esperti, altrimenti non fatelo), nello stile libero del Tai Chi, dove il miglioramento dell’aria in espirazione aiuta molto nell’esecuzione di movimenti che richiedono un emissione di fiato vocalizzata.
Recentemente l’ho sperimentata un giorno che sentivo una buona predisposizione alla corsa, poco prima del tramonto, assumendo con il vaporizzatore una cimetta (0,1-0,2 gr.) sativissima. Già dopo un minutino di corsa ho sentito salire l’effetto, con una spinta spirituale a partire dal cuore, dove ci sono parecchi recettori di cannabinoidi. La vera è gioia è stata raggiungere la campagna, con i colori della natura, in un bel cielo primaverile, a sorreggermi nello spirito, e lo scorrere del fiume a rinfrescarmi dallo sforzo. Rotto il fiato, era come se non volessi fermarmi più per la bellezza dell’esperienza sensoriale. Una leggera sedazione impediva al ginocchio di dolermi e ho percorso una decina di km (solitamente se esco per una corsetta faccio dai 3 ai 6 chilometri), senza annoiarmi e stancandomi quindi molto meno del dovuto.
Agisce entro i limiti della persona, senza sforzare il metabolismo e non è da considerarsi doping, piuttosto uno stimolante naturale adatto a qualche atleta. Permette, per chi ne ha bisogno, di sintonizzarsi armoniosamente con la natura e quindi di gestire meglio lo sforzo, a patto, ovviamente, sia veramente uno sport che piaccia, altrimenti, molto probabilmente fungerebbe da fattore negativo.
Per l’assunzione dopo il recupero, anche perché nel frattempo si era fatta sera, ho scelto un’indicona al CBD. Ho preferito aspettare una mezzoretta a vaporizzarla, perché i polmoni non ne volevano sapere dopo lo sforzo, e in men che non si dica ero già tornato a bolla, permettendomi effettivamente un recupero più veloce, sia degli acciacchi, che dall’affanno.
Provare, per credere. E se vi piace la volta dopo portatevi il richiamino!