Referendum cannabis: prorogato il termine per la presentazione delle firme

Maria Novella De Luca
29 Sep 2021

Grazie alla mobilitazione di ieri in Piazza Montecitorio dei promotori del referendum sulla cannabis libera tra cui erano presenti i membri dell'Associazione Luca Coscioni, esponenti politici come Marco Cappato, Riccardo Magi, Elio Vito ed Emma Bonino, possiamo accogliere oggi con applauso la decisione del Consiglio dei ministri di prorogare la data di scadenza per la presentazione delle firme sui referendum dal 30 settembre al 31 ottobre.


“Il governo ha approvato la proroga”, festeggia su Twitter Marco Cappato, “La battaglia però non è ancora finita: È importante la pubblicazione immediata in Gazzetta ufficiale, perché alle 13 di domani (giovedì 30 Settembre) ci sarebbe la scadenza in Cassazione”, rimarca Cappato, rivolgendosi a Palazzo Chigi.

"Abbiamo salvato il referendum Cannabis. Grazie all'impegno di migliaia di persone che si sono mobilitate in tutta Italia” afferma con grande entusiasmo e soddisfazione Riccardo Magi di +Europa, ringraziando su Twitter anche il Presidente Mario Draghi.

I ministri leghisti, però, con grande sorpresa dei promotori, non hanno partecipato al voto perché contrari allo slittamento del termine e ai temi posti da alcuni quesiti. In particolare quelli che mirano alla legalizzazione della cannabis. Ma ricordiamo che la norma si applica anche a quello sull'abolizione del Green pass e a quelli sull'abolizione della caccia.

“E’ davvero stupefacente apprendere che la Lega non ha votato il provvedimento che sposta i termini dei referendum perché è esattamente la norma che aveva chiesto nei mesi scorsi, anche a beneficio dei referendum che aveva promosso” sottolinea, infatti, Riccardo Magi, parlando con i cronisti fuori da palazzo Chigi.

E ancora più stupefacente è il fatto che questa decisione arrivi proprio in un momento così delicato per il partito di Matteo Salvini che si trova al centro di molte polemiche legate all'inchiesta su Luca Morisi, ex guru della comunicazione social del Carroccio, finito sotto inchiesta per possesso e cessione di droghe.

Nei mesi scorsi, il governo, aveva fatto slittare di un mese i referendum presentati prima del 15 maggio. In base a questo precedente i promotori del referendum sulla cannabis hanno chiesto la proroga, anche in considerazione del ritardo dei comuni nella spedizione dei certificati che devono essere allegati alle firme in calce ai quesiti. Su oltre 500 mila firme, infatti, a poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione in Cassazione, erano tornati indietro solo 330 mila certificati.

“Abbiamo ormai più di 600.000 firme, abbiamo tutti i certificati ma non li abbiamo potuti scaricare per tempo e accoppiarli alle firme” afferma Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni, “quindi questi giorni che mancano alla fine di Ottobre saranno necessari soltanto per completare qualcosa che ha avuto un grande successo popolare di adesione, sia per quanto riguarda il referendum sia per la legalizzazione della cannabis. La decisione del Consiglio dei Ministri di oggi è una conferma della necessità di mantenere la legge uguale per tutti e siamo contenti che finalmente sia arrivata”.

Anche Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e deputato del Movimento 5 Stelle sottolinea che “con la decisione di disporre una proroga in materia di referendum, il governo si fa carico di un’esigenza chiesta dal Parlamento e compie una scelta di civiltà, ponendo un rimedio ai ritardi dei comuni nel rilascio dei certificati elettorali di chi ha sostenuto alcune richieste di referendum, tra cui quello per la depenalizzazione della coltivazione della cannabis",

"La democrazia parte dalle piccole cose e la tecnologia può migliorarla non solo con la firma digitale, ma facilitando anche i processi amministrativi. Forse è bene affrontare concretamente questi temi prima di aprire grandi dibattiti sull’innalzamento delle firme", conclude Brescia.

 

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Maria Novella De Luca