Referendum Cannabis Legale: consegnate firme in Cassazione
"Ogni firma è una persona. Ogni firma rappresenta la voglia di cambiare le cose in un Paese paralizzato da un Parlamento incapace di dare una risposta ai grandi temi dei diritti civili. Si conclude oggi ufficialmente la raccolta firme, ma inizia una nuova stagione di mobilitazione, che speriamo ci porterà in primavera, finalmente, al voto per mandare in fumo gli affari delle mafie".
Così scrivono gli attivisti di Meglio Legale che insieme all’Associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, Antigone e Società della Regione, promotori del Referendum, hanno depositato oggi le firme alla Corte di Cassazione, in Piazza Cavour a Roma.
630Mila firme consegnate per la prima volta nella storia di questo Paese, su una chiavetta usb, che consentiranno, probabilmente già nella primavera del prossimo anno, di votare per il Referendum sulla Cannabis Legale che chiede modifiche dell’attuale legge in merito alla coltivazione e all’uso personale di marijuana.
Già nella prima settimana di mobilitazione, iniziata l’11 settembre e portata avanti grazie allo strumento della firma digitale tramite SPID, si era superata la soglia minima di 500.000 firme prevista per la convocazione di un referendum. La raccolta delle adesioni era però solo il primo passo del lungo percorso verso l’approvazione del referendum. Dopo aver ottenuto le firme necessarie (almeno 500mila) le amministrazioni comunali dovevano, infatti, verificare che i nominativi dei firmatari fossero iscritti nelle liste elettorali e quindi potessero partecipare legalmente al referendum. Per fare questo, i promotori avevano inviato più di 37mila comunicazioni pec, contenenti dai 2 ai 20 nominativi, ai comuni di riferimento, con obbligo di risposta entro 48 ore. Alla scadenza del tempo limite però erano arrivate solo 28mila risposte e il referendum rischiava di saltare. Fortunatamente con l’impegno delle associazioni promotrici e la mobilitazione di tantissimi cittadini, il governo ha concesso la proroga al 31 di Ottobre e oggi finalmente, con il tempo necessario, tutte le firme raccolte sono arrivate in Cassazione.
"Oggi abbiamo portato in Corte di Cassazione le firme di oltre mezzo milione di italiane e italiani" ha detto Marco Peduca, presidente del comitato promotore e membro dell'Associazione Luca Coscioni. "La risposta è stata straordinaria ma non sorprendente: hanno preso parte molti giovani, oltre il 70% delle persone che hanno firmato ha meno di 35 anni. Le sottoscrizioni sono arrivate dalle grandi città ma anche dai piccoli comuni. Un'omogeneità che sottolinea la portata e l'interesse del tema".
"Con un Parlamento immobile sui diritti", ha aggiunto, "l'arma referendaria è l'unico modo con cui i cittadini possono far sentire la loro voce".
"Le persone ci chiedono un cambiamento, non è più possibile rimandare" hanno aggiunto Antonella Soldo e Riccardo Maggi, anche loro entrambi membri del Comitato Promotore, sottolineando che proprio per questo al centro della prossima conferenza nazionale sulle droghe in programma il 27 e 28 novembre "ci devono essere le evidenze dei risultati delle politiche proibizioniste e gli effetti nocivi dell'attuale legge".
La consegna della 'scatola' contenente le firme è avvenuta in presenza dei volti della campagna, Marco Perduca, presidente del Comitato per il referendum, Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretario e Tesoriere dell''Associazione Luca Coscioni' e dei politici Emma Bonino e Riccardo Magi, presidente di +Europa. In piazza Cavour, davanti alla Suprema Corte, c'erano anche tantissimi giovani a sostegno del referendum.
Dopo la consegna delle firme l'ufficio centrale per i referendum della Corte, nelle prossime settimane, dovrà vagliarne la validità e, se darà il via libera, la parola passerà alla Consulta, a cui spetta la valutazione sulla legittimità del quesito. Se i giudici costituzionali riterranno ammissibile il referendum, i cittadini saranno chiamati alle urne tra aprile e giugno 2022.
All'inizio erano stati presi per pazzi, gli era stato detto che non potevamo farcela, accusati di essere solo delle “firme online” ma loro che vogliono la cannabis legale e l'Italia libera dalle mafie non si arrendono facilmente e ad oltre mezzo milione di firme raccolte online hanno aggiunto le persone che hanno sottoscritto il referendum in uno delle centinaia di tavoli che, nel mese di Ottobre, hanno invaso le piazze italiane.
E i risultati sono arrivati, un altro passo importante è stato fatto e si guarda avanti, verso un nuovo periodo di mobilitazione con la forza dei risultati ottenuti.