Olanda: tutto come prima
Qualche anno fa, ondate di terrore avevano sconvolto l'Italia e gli italiani alla notizia che nei Paesi Bassi si stava lavorando ad una legge che impedisse ai cosiddetti "turisti dello sballo" di recarsi nelle splendide città olandesi al solo scopo di fumare marijuana o, perché no, fare un bel trip con i celeberrimi magic mushrooms che si trovano facilmente - e a un prezzo politico - negli smart shop di Amsterdam.
Qualche anno fa, ondate di terrore avevano sconvolto l'Italia e gli italiani alla notizia che nei Paesi Bassi si stava lavorando ad una legge che impedisse ai cosiddetti "turisti dello sballo" di recarsi nelle splendide città olandesi al solo scopo di fumare marijuana o, perché no, fare un bel trip con i celeberrimi magic mushrooms che si trovano facilmente - e a un prezzo politico - negli smart shop di Amsterdam.
Qualche anno fa, ondate di terrore avevano sconvolto l'Italia e gli italiani alla notizia che nei Paesi Bassi si stava lavorando ad una legge che impedisse ai cosiddetti “turisti dello sballo” di recarsi nelle splendide città olandesi al solo scopo di fumare marijuana o, perché no, fare un bel trip con i celeberrimi magic mushrooms che si trovano facilmente – e a un prezzo politico – negli smart shop di Amsterdam. Un sogno che si infrangeva per milioni di persone che vedevano nella città un'isola felice e un baluardo nell'Europa del proibizionismo. Lo spettro del Wietpas – lo strumento normativo voluto fortissimamente dal leader conservatore olandese Geert Wilders – ha indubbiamente infestato i progetti per le ferie di molti italiani che, spesso disorientati da un'informazione decisamente parziale, hanno programmato le proprie vacanze nei Paesi Bassi sulla base di pure e semplici leggende metropolitane.
Ebbene, dopo anni di travagliato iter legislativo, sulla parabola del pass per soli residenti – il Wietpas avrebbe infatti distinto i cittadini olandesi da quelli stranieri, in una macabra parodia delle peggiori leggi nazifasciste – pare sia stata finalmente posta la parola “fine”. A conferma delle indiscrezioni che da tempo si susseguivano sulla stampa orange è arrivato l’annuncio a mezzo stampa del sindaco di Amsterdam, Eberhard Van Der Laan che, nel corso di un’intervista al quotidiano della capitale Volkskrant, se n'è bellamente fregato del protocollo e, senza attendere l’annuncio ufficiale della coalizione liberale-laburista insediatasi il 5 novembre all’Aja, ha affermato: « Sappiano i turisti che saranno ancora i benvenuti nei coffee shop di Amsterdam ». Niente più Wietpas dunque, almeno per gli oltre 220 coffee shop di Amsterdam che rimarranno aperti anche ai non residenti.
Questa norma era entrata effettivamente in vigore nella parte meridionale dei Paesi Bassi il primo maggio scorso, e da subito era stata facile bersaglio delle critiche dei gestori di coffe shop e del settore turistico in generale. Scoraggiato dai risultati, il nuovo governo pare abbia deciso di lasciare alle amministrazioni locali la facoltà di scegliere se rendere operativo il bando imposto allo smercio di cannabis e derivati ai visitatori stranieri. Il primo cittadino di Amsterdam non deve averci pensato due volte e ha immediatamente optato per un ritorno alla tradizione, con tanto di motivazione legata a esigenze di ordine pubblico. Ogni anno, infatti, nella sola Amsterdam un milione e mezzo di turisti frequenta i coffee shop e una retromarcia così clamorosa sulla tolleranza in merito alle droghe leggere avrebbe portato a un aumento dello spaccio incontrollato e, conseguentemente, della criminalità. Le cifre parlano chiaro e tondo e non lasciano spazio a interpretazioni: su sette milioni di turisti ogni anno in visita nella città, circa un milione e mezzo fa tappa in un coffee shop per acquistare cannabis, come riporta ancora Volkskrant.
In realtà, il criterio della residenza resterà tecnicamente in vigore all'interno dello Stato, secondo la nuova intesa tra le forze di governo, ma a quanto riporta il giornale della capitale, la “sua applicazione avverrà di concerto con le municipalità interessate”. Saranno dunque le autorità locali ad avere l'ultima parola. E Amsterdam ha già deciso, anche in ragione del danno che il proibizionismo avrebbe recato non solo ai coffee shop, ma all'intero indotto economico della città.
Allo stato attuale, l'unica forza in grado di mettersi di traverso è il ministro della giustizia, Ivo Opstelten, che sulla lotta al “turismo dello sballo” ha basato la sua campagna elettorale. Riconfermato al suo dicastero nel nuovo esecutivo, la sua linea sarà infatti la difesa a tutto campo del Wietpas, come aveva candidamente affermato alla stampa qualche settimana fa, sfidando l’ironia dei media locali, la rabbia delle amministrazioni di frontiera – costrette da sei mesi a fronteggiare il boom dello spaccio in strada – ed il suo stesso partito, dato che i mal di pancia “antipass” tra i liberali sono stati tanti ed autorevoli.
Il rischio, a questo punto, è che il partito del premier Mark Rutte, tra l'ovvia figuraccia di una ritirata, una mediazione impossibile con i laburisti ed un’inutile e paradossale guerra ai “mulini a vento”, per salvare la faccia, scelga quest’ultima opzione applicando coattamente un provvedimento inapplicabile. Ma conoscendo il buon senso degli olandesi e la loro storica fierezza autonomista, è forse ora di sbilanciarsi e di annunciare finalmente che, almeno per quanto riguarda la tolleranza, in Olanda non cambierà nulla.