Little Green Pharma: nuovo fornitore di cannabis terapeutica

Maria Novella De Luca
26 Feb 2022

Nel vuoto terapeutico denunciato ormai da tempo dai pazienti e farmacisti che negli ultimi mesi sono rimasti senza cannabis e, di conseguenza, senza terapia, uno spiraglio, per quanto piccolo, è arrivato giovedì 24 febbraio dall’aggiudicazione dell’appalto di fornitura di cannabis medica a favore dell’azienda Little Green Pharma.


Giovedì mattina, infatti, è stata aperta la busta “B” dell’offerta presentata dall’azienda danese, unica ad essere stata ammessa a questo ultimo step di procedura negoziata senza bando indetta dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze per la fornitura di Cannabis infiorescenze per uso medico ad alto contenuto di THC. Una procedura di gara indetta in regime d’urgenza che ha carattere “eccezionale” si legge nell’avviso, pubblicato infatti solo il 26 Gennaio 2022. La prima busta era stata aperta il 2 febbraio quando, in seduta pubblica, si era verificata l’integrità dei plichi preventivi e analizzate le offerte delle due aziende partecipanti: Tilray e Little Green Pharma.

Sarà un sospiro di sollievo per i malati? A giudicare dai numeri, e dai commenti dei pazienti, purtroppo no. Ci sarà bisogno immediatamente di altra cannabis, infatti questa, storicamente, non arriva mai con regolarità e la domanda è sempre di gran lunga superiore alla risposta. Questa nuova importazione di 120 chili, insomma, non andrà che a colmare le lacune accumulatesi nei mesi passati.

Per conoscere meglio la nuova azienda che fornirà la prossima cannabis ai pazienti italiani, abbiamo parlato con Andrea Ferrari, consulente italiano per l’azienda vincitrice della gara.

SSIT: Buongiorno Andrea, dopo la vittoria del primo bando nel 2018 con Pedanios e del secondo del 2019 con Aurora, cosa significa vincere anche il terzo con Little Green Pharma?

È stato, anche questa volta un ottimo lavoro di squadra. Senza il supporto tecnico-scientifico e l’esperienza della dott.ssa Annunziata Lombardi, già direttore tecnico di Aurora Italia per 2 anni, e del team danese di LGP non ce l’avrei mai fatta a qualificarmi per questo bando. C’è da dire che il bando italiano è estremamente difficile, soprattutto per un’azienda straniera, non solo per le specifiche tecniche richieste, che sono molto restrittive, ma anche perché sono richieste più cose rispetto ad altri paesi. Solo le specifiche tecniche sono scritte in inglese, tutto il resto è in italiano, quindi, come si può ben capire, per le aziende straniere non è facile districarsi e il nostro lavoro di consulenza diventa fondamentale. Little Green Pharma è un’azienda solida e da subito ho avuto sentore che insieme avremmo avuto una buona probabilità di vincere. Il supporto e la piena fiducia del presidente Angus Caithness e dei CEO Morten Snede e Lone Dalsgaard sono stati fondamentali per il successo della gara.

SSIT: Vogliamo ripercorrere brevemente l’iter dei bandi vinti in Italia con le altre aziende fino ad arrivare ad oggi?

Il primo bando, quello del 2018 per l’importazione di 100Kg di cannabis terapeutica, l’ho vinto con l’azienda Pedanios, azienda che poi è stata acquistata da Aurora e quindi, nel 2019, il secondo bando per l’importazione di 400 Kg l’ho vinto con loro. Questa è la terza vittoria con una nuova azienda. Vorrei chiarire che a vincere la gara è la Little Green Pharma Denmark Aps, un’azienda danese a tutti gli effetti e non australiana come è stato scritto in questi giorni. Questa azienda appartiene di fatto alla holding australiana Little Green Pharma.

SSIT: Abbiamo quindi una consulenza tutta italiana per aziende solo straniere, le uniche a poter accedere ai nostri bandi e le uniche a poter produrre e importare nel nostro paese cannabis terapeutica. Non sarebbe più immediato permettere ad aziende italiane di produrre?

In realtà non sono moltissimi i paesi dove si produce cannabis ad uso medico. In Europa c’è l’Olanda, la Danimarca e il Portogallo. La Germania la produce, ma solo per piccoli quantitativi locali. C’è un decreto che dice che il Ministero darà le licenze per coltivare la cannabis medica, e probabilmente succederà. Sono convinto che ci arriveremo, il problema sono sicuramente i tempi perché, a mio avviso, non sarà possibile avere una produzione italiana oltre a quella dello Stabilimento di Firenze, prima di due anni. Questa stima è data dall’oggettiva lunghezza dei tempi tecnici necessari per la preparazione delle gare, per l’aggiudicazione delle licenze più i tempi per la realizzazione della struttura che, da sola, richiede non meno di 15-18 mesi. Ci vorrà ancora un po’ quindi e poi deve esserci anche la volontà politica.

SSIT: Questa è stata una gara “espressa” realizzata in tempi molto brevi. Come mai?

I tempi tecnici necessari per un bando normale sono più lunghi. Questa modalità di gara permette di risparmiare tempo, ma pone dei paletti in termini di massimale appaltabile. Alla gara, probabilmente, sono state invitate anche altre aziende che avevano già partecipato, tra cui, con buona probabilità, Aurora, Canopy, Tilray. Le uniche due che hanno risposto in questo caso siamo stati noi e Tilray, che è stata esclusa perché non conforme rispetto ai requisiti richiesti dal capitolato di gara.

Un grande limite di questa tipologia di gara è anche quello del budget. Questa procedura, infatti, prevede cifre di piccola entità per piccole quantità di cannabis. Vanno quindi solo a tamponare la situazione di emergenza. In questo caso sono stati stanziati 210 mila euro ad un prezzo a grammo pari a 1,736 euro il che significa l’importazione di circa 120 Kg di farmaco.

SSIT: Perché le altre aziende secondo lei non hanno partecipato?

Potrebbero esserci stati una serie di motivi. Il primo riguarda i tempi troppo stretti per produrre tutta la documentazione sia tecnica che amministrativa. L’altro potrebbe esser attribuito alla base d’asta di 3 euro troppo bassa. E un terzo motivo potrebbe riguardare le specifiche tecniche del capitolato che sono molto restrittive, soprattutto quelle che riguardano la stabilità del prodotto, il non utilizzo di pesticidi e molte altre. Requisiti che ad esempio, aziende come Aurora, che in passato aveva partecipato, potrebbe non avere oggi avendo cambiato sito produttivo dal Canada alla Danimarca.

SSIT: Come saranno gestite le tempistiche della nuova importazione?

L’esaurimento di questo bando è immediato, potrebbero fare un primo ordine per un controllo qualità e poi tutto il rimanente. O potrebbero anche ordinare tutto in un unico stock, vista l’urgenza del momento. I tempi di consegna dalla data dell’ordine potrebbero essere di circa 30 giorni.

SSIT: Una delle preoccupazioni dei pazienti italiani in merito alla nuova importazione è l’interruzione della terapia precedente e l’inizio di una nuova che non conoscono. Cosa possiamo dire in merito? Quali genetiche saranno importate con il nuovo bando?

La nuova varietà si chiama Billy Buttons ed è una varietà al 19% THC ibrida a prevalenza Sativa. Mi posso solo augurare che la maggior parte dei pazienti italiani si troverà bene con questa nuova varietà. In Germania è molto apprezzata per l’inalazione mentre per l’estrazione non ho informazioni in quanto le farmacie tedesche, non estraggono dalle infiorescenze.

Speriamo che sia come dice Andrea, nel frattempo non possiamo che constatare che i 120 Kg che arriveranno finiranno nel giro di un solo mese perché il vuoto da colmare richiederebbe almeno 1000kg. I pazienti resteranno di nuovo senza continuità terapeutica, in attesa di un bando ordinario che avrà tempi di realizzazione molto più lunghi.

Di fronte a questa situazione, ben nota da tempo, non sarebbe meglio agire in maniera programmatica e risolutiva per non dover rincorrere ogni volta l'emergenza?

Sarebbe sicuramente più rispettoso nei confronti dei pazienti che con la cannabis si curano e hanno diritto a trovarla, sempre, in farmacia come qualsiasi altro farmaco.

 

 

 

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Maria Novella De Luca