Lettera aperta al Presidente Vendola
Puglia. I malati non possono aspettare i tempi della politica
Puglia. I malati non possono aspettare i tempi della politica
I radicali dell' associazione Mariateresa Di Lascia, insieme all'associazione Luca Coscioni, a CanaPuglia e all' A.S.C.I.A sono i firmatari di una lettera aperta inviata al Presidente Nichi Vendola per chiedere l'approvazione di una legger regionale sull'erogazione della cannabis terapeutica. Da circa un anno, infatti, la proposta di cui si erano fatti portatori i consiglieri di Sel, prima firma Michele Losappio, giace indiscussa in commissione Servizi Sociali, al cui esame era stata affidata.
Nel 2010 è stata approvata una delibera di giunta che introduce l'utilizzo delle principali sostanze psicoattive naturali derivate dalla cannabis a carico del Servizio sanitario regionale. Ma questo non basta. Di fatti l'accesso a questo tipo di farmaci per i malati è quasi impossibile, data la scarsa informazione, le farraginose trafile burocratiche, i lunghissimi tempi d'attesa, ed anche la difficoltà di trovare dei medici che li prescrivano liberi da tabù ideologici. Solo una legge regionale, sul modello di quella già in vigore in Toscana, può rendere questo servizio effettivo.
Migliaia di malati aspettano di accedervi: infatti il farmaco si è rivelato efficace come antitumorale, nel trattamento della nausea e del vomito in pazienti che effettuano chemioterapia, stimolazione dell'appetito in pazienti con sindrome da deperimento nell'AIDS, trattamento della spasticità in malattie neurologiche (sclerosi multipla e lesioni midollari), terapia del dolore, glaucoma, epilessia. Le associazioni pugliesi chiedono al Presidente Vendola di attivarsi per sbloccare al più presto l'iter della legge: "I malati non possono aspettare i tempi della politica- si legge nel testo della lettera aperta- la sofferenza e il dolore costringe molti di essi a procurarsi la cannabis illegalmente, con grandi rischi, senza garanzie e a costi elevati. Non riteniamo giusto che cittadini già provati dalla malattia debbano affrontare questo ulteriore ostacolo e rischio solo perchè, legittimamente, vogliono scegliere la cura più efficace.
Ecco il testo della lettera a Vendola.
Egregio Presidente,
con questa lettera intendiamo portare il corpo del malato al cuore della politica.
Le scriviamo per richiamare la sua attenzione su un tema che da tempo è iscritto nell'agenda delle azioni politiche e civili dei Radicali in Italia, la cannabis terapeutica. Tema che ha trovato ascolto e accoglienza anche tra gli amministratori del partito che Lei rappresenta, quando, a gennaio del 2012, su spinta dell'associazione Luca Coscioni, dell'associazione Pazienti Impazienti Cannabis e dell'Associazione Cannabis Terapeutica, è stata depositata una proposta di legge, sulle "Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche" a prima firma del consigliere Michele Losappio. A quasi un anno di distanza la legge è ferma e non c'è traccia della discussione in commissione Servizi Sociali, al cui esame è stata assegnata la proposta.
L'approvazione di tale proposta di legge è in linea con il diritto costituzionale inviolabile dei cittadini alla salute, alla libera autodeterminazione e alla libera scelta sulle cure a cui accedere, nella fattispecie da parte di quei malati afflitti da patologie che il protocollo medico e scientifico autorizza a beneficiare del trattamento terapeutico con farmaci a base di cannabinoidi.
Con la delibera di giunta regionale n. 308/10, firmata dall'assessore alla sanità Tommaso Fiore, basata sul decreto ministeriale del 2007 che inseriva le due principali sostanze naturali della canapa sativa (delta-9 tetraidrocannabinolo -Thc; il Cannabidiolo - Cbd), fu introdotto ufficialmente in Puglia l'utilizzo di farmaci cannabinoidi da parte di pazienti affetti da diverse patologie croniche e da malattie terminali, a carico del Servizio Sanitario Regionale. Un grande merito dell'amministrazione regionale e una grande novità per centinaia di malati.
Abbiamo accolto con piacere la Sua recente affermazione, in cui si pronuncia a favore della legalizzazione della cannabis, e che vede favorevolmente la diffusione in molti Paesi della cannabis come terapia medica. La suddetta delibera del 2010 è stato un primo passo verso una società più civile e liberale, scevra da pregiudizi ideologici nei confronti di una sostanza demonizzata per anni, che in realtà, come la scienza sta dimostrando, attraverso un proliferare di studi, ha delle proprietà curative preziose ed effetti collaterali quasi nulli. Il farmaco si è rivelato efficace nel trattamento della nausea e del vomito in pazienti che effettuano chemioterapia, stimolazione dell'appetito in pazienti con sindrome da deperimento nell'AIDS, trattamento della spasticità in malattie neurologiche (sclerosi multipla e lesioni midollari), terapia del dolore, glaucoma, epilessia. Ultimamente, ancora in via di sperimentazione, la cannabis si è dimostrata in grado di fermare le metastasi.
Ora, Presidente, le chiediamo coerenza, e di mettere in pratica le Sue affermazioni. Serve di più di una delibera di giunta, serve una legge regionale stringente che renda l'accesso a tale cura immediata, limitando le trafile burocratiche farraginose e gli inutili tempi d'attesa, e che preveda un piano di informazione capillare e strutturato tra gli addetti ai lavori, sulla possibilità di cura con farmaci cannabinoidi. Uno dei punti critici della questione è proprio la difficoltà che incontrano i malati nel farsi prescrivere il farmaco causata dalla disinformazione o peggio dall'ostilità più o meno apertamente manifestata dalla quasi totalità dei medici che preferiscono non assumersi responsabilità, venendo meno a quel dovere deontologico di fornire le cure più adeguate, a discapito del paziente. La delibera in questione, inoltre, è di fatto limitativa: non consente l´accesso a tale cura a pazienti con alcune patologie, come l'HIV poichè non è prevista la figura dello specialista in malattie infettive tra i medici da voi abilitati alla prescrizione. I malati hanno ben presente la situazione, e con il loro aiuto abbiamo elaborato una soluzione che vorremmo proporre a Lei e al Consiglio, che porterebbe un notevole risparmio al SSR.
I malati non possono aspettare, la sofferenza e il dolore costringe molti di essi a procurarsi la cannabis illegalmente, con grandi rischi, senza garanzie e a costi elevati. Non riteniamo giusto che cittadini già provati dalla malattia debbano affrontare questo ulteriore ostacolo e rischio solo perchè, legittimamente, vogliono scegliere la cura più efficace.
Per quanto detto, chiediamo direttamente a Lei Presidente un incontro per esporle, e discutere insieme, il nostro progetto, e le chiediamo di farsi carico della questione calendarizzando, nel più breve tempo possibile, la proposta in Consiglio regionale.
Fiduciosi che la nostra richiesta e quella di centinaia di malati avrà presto risposta, la ringraziamo e Le porgiamo i nostri cordiali saluti.
Associazione Mariateresa Di Lascia
Associazione Luca Coscioni
A.S.C.I.A.
Associazione CanaPuglia
Comunicato Stampa