L'erba pantagruelion e il proibizionismo

Soft Secrets
27 Jul 2016

Di recente, a un incontro pubblico sulla canapa, mi è stato chiesto di spiegare le ragioni del proibizionismo. Ho dovuto rispondere che non bastano a spiegare tanto accanimento le ragioni “ufficiali”, cioè: controllo sociale, monopolio economico da parte di grosse multinazionali, movimenti e riciclo di grosse somme di denaro contante, mantenimento dei “clienti” da parte delle società farmaceutiche, imposizione del petrolio e dei materiali da esso derivati per il mantenimento del monopolio economico (con guerre e stermini di popoli interi, cui continuiamo ad assistere, colpevoli di non fare abbastanza per fermare questa follia), manipolazione delle menti e della capacità critica dei cittadini (se ti vieto qualcosa di cui puoi fare a meno e continui a volerlo, sei un “cattivo cittadino” e quindi da punire – se critichi, anche con dati alla mano, quello che ti impongo, devi essere “riprogrammato” o eliminato).


Oggi, il “controllo sociale” è molto più sottile e va a investire tutte le scelte che facciamo nel quotidiano, dal cibo al vestiario, dalla casa ai trasporti, all'educazione, alla sanità… Solo le grosse società potrebbero fare grossi investimenti per una riconversione verso materiali più sani (la canapa è un esempio, ma non è da sola in questo campo…) ed averne un grosso ritorno economico… Già dal 2005, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha richiesto a tutti gli Stati del mondo un cambio nelle leggi sulla cannabis, perché è una medicina necessaria… (ricordo che le cosiddette “droghe” sono state vietate a livello internazionale, perché “avrebbero creato problemi e spese ai servizi sanitari nazionali” e la cannabis continua ad essere classificata “droga” nonostante gli appelli dell'OMS)… E allora, perché continuiamo a leggere articoli come: “Mischiava semi di canapa nel mangime per uccelli: arrestato” (corriere di Legnano), oppure: “Fumava fino a un grammo di cannabis al giorno: rischia di perdere un braccio” (Australia, da “Aduc”), oppure ancora “Nuova droga minaccia i giovani: il THC” (Rai 3)? E ancora, perché se usiamo questa sostanza benefica, rischiamo di perdere il lavoro o la patente?

Perché la maggior parte dei medici continua a essere disinformata o addirittura ideologicamente e culturalmente contraria a una medicina che potrebbe aiutarli tanto nel proprio lavoro? Perché si portano avanti spese folli in armamenti, quando gli stessi investimenti potrebbero favorire riconversioni economiche e benessere per tutta l'umanità (con guadagni comunque stratosferici per le stesse società, che in ogni caso continuerebbero a gestire l'economia…)? Nel 1532 Francois Rabelais, monaco francese, umanista, alchimista e astrologo, iniziato massone, pubblica il primo dei quattro (cinque, uno è postumo) libri che saranno raccolti a formare “Gargantua e Pantagruel”, enciclopedia dei costumi e degli usi del tempo, scritta in chiave esoterica e ricca di simbologie. Libro satirico e critico verso tutti, che portò Rabelais a rischiare una condanna dal tribunale dell'Inquisizione. Gargantua e Pantagruel sono due giganti, che compiono gesta epiche in terra di Francia, in un tempo imprecisato.

Pantagruel, figlio di Gargantua ed eroe del libro, ancora oggi è nominato quando si fanno grandi mangiate: un pranzo “pantagruelico”. Nel libro, a un certo punto (capitoli 49, 50 e 51), Rabelais ci parla dell'erba “pantagruélion”, che non a caso nomina con lo stesso nome dell'eroe del libro. Chiaramente, dalla descrizione, parla della Canapa, ma non la chiama mai con il suo vero nome: “A Talassa Pantagruele reclutò...Marinai, piloti, rematori, interpreti, artigiani, guerrieri, viveri, artiglieria, munizioni, vestiti, danaro e altre provviste prese e caricò come era necessario per viaggio lungo e avventuroso. Fra l'altro vidi che fece caricare grande quantità della sua erba detta Pantagruelione, sia verde e cruda e sia lavorata e preparata... L'erba Pantagruelione ha radice piccola, duretta, rotondetta, terminante a punta ottusa… Dalla radice si leva uno stelo unico, rotondo, ferulaceo, verde fuori, bianchiccio dentro... L'altezza dello stelo è generalmente, da cinque a sei piedi. Talora supera l'altezza d'una lancia… La forma delle foglie è poco differente da quella delle foglie di frassino e di agrimonio, e tanto simile all'eupatoria… Il loro odore è forte e poco gradevole agli olfatti delicati.

La semenza si forma verso la testa dello stelo, o poco al di sotto; è abbondante... deliziosa per tutti gli uccelli canori… E benché un tempo i Greci ne facessero certe specie di fricassate, torte e frittelle da mangiar per ghiottoneria dopo cena e per render più gustoso il vino, essa non è per questo meno grave alla digestione… E come in parecchie piante sono due sessi, maschio e femmina… Si semina questo Pantagruelione al primo giungere delle rondinelle, e si leva di terra quando cominciano ad arrochire le cicale… Si prepara il Pantagruelione sotto l'equinozio d'autunno in diverse maniere secondo la fantasia dei popoli e la diversità dei paesi. L'insegnamento primo di Pantagruele fu che dapprima si sfogliassero i gambi di foglie e di semenza, poi si macerassero in acqua stagnante, non corrente, per cinque giorni con tempo secco ed acqua calda, per nove e anche fino a dodici giorni con tempo nuvoloso e acqua fredda; poi si seccassero al sole, quindi all'ombra si levasse la corteccia separando le fibre (nelle quali risiede come abbiam detto, ogni pregio e valore) dalla parte legnosa... Così ella acquista le sue inestimabili virtù, parte delle quali (tutte m'è impossibile) vi esporrò, non senza prima aver chiarito la sua denominazione …

Pantagruele ne fu lo scopritore: non dico tanto della pianta, quanto di certo uso il quale è aborrito e odiato dai ladroni ed è loro contrario e nemico... Il Pantagruelione è detto così anche per similitudine. Infatti Pantagruele, quando venne al mondo, era grande appunto come l'erba di cui vi parlo e ne fu presa agevolmente la misura, che nacque al tempo della sete, all'epoca del taglio della detta erba, quando il cane di Icaro, coi suoi abbaiamenti al sole, rende tutti trogloditi costringendo a rifugiarsi in cantine e luoghi sotterranei... Il Pantagruelione è detto così anche per le sue virtù e singolarità. Infatti come Pantagruele è stato l'immagine e l'esempio di ogni gioconda perfezione - né credo che alcuno di voialtri beoni ne dubiti - così nel Pantagruelione riconosco tante virtù, tanta energia, tante perfezioni, tanti ammirabili effetti che se le sue qualità fossero state conosciute quando gli alberi, secondo la relazione del profeta, elessero un re travicello per governarli e dominarli, esso avrebbe ottenuto la pluralità dei voti e dei suffragi... Trascuro di dirvi come qualmente il sugo spremuto dal Pantagruelione, stillato nelle orecchie, uccide ogni specie d'insetti o nativi per putrefazione o entrativi di fuori.

Se mettete di quel succo in un secchio d'acqua subito vedrete l'acqua rapprendersi come latte cagliato tanto grande è la sua virtù. E l'acqua così cagliata è medicina efficace pei cavalli bolsi e che soffrono di colica. La radice cotta nell'acqua mollifica i nervi ritirati, le giunture contratte, le podagre chirrotiche e le gotte nodose. Se volete guarir prontamente d'una scottatura sia d'acqua bollente, sia di fuoco, applicatevi del Pantagruelione crudo, cioè quale nasce dalla terra, senz'altra preparazione né composizione. E abbiate cura di cambiarlo appena disseccato sul male… Senza il Pantagruelione le cucine sarebbero infami, le tavole detestabili benché coperte d'ogni vivanda più squisita; i letti sarebbero senza delizie benché carichi d'oro, argento, ambra, avorio e porfirio; i mugnai non porterebbero grano al mulino, non ne riporterebbero farina. Senza Pantagruelione come sarebbero i processi degli avvocati portati all'uditorio? Come sarebbe portato il gesso al laboratorio? Come tratta l'acqua dal pozzo? Senza Pantagruelione che farebbero tabellioni, copisti, segretari, scrivani? Non perirebbero i manifesti e la carta bollata? Non perirebbe la nobile arte della tipografia? Di che cosa si farebbero le impannate? Come suonar le campane? Son d'esso ornati gli Isiaci, rivestiti i pastofori, e tutta l'umana natura n'è ricoperta in primo grado.

Tutti gli alberi laniferi dei Seri i gossampini di Tilo sul mar Persico, tutti i cynes dell'Arabia, le vigne di Malta, non vestono tante persone quante quest'erba da sola. Essa copre gli eserciti contro il freddo e la pioggia certo più comodamente che non facessero un tempo le pelli. Copre teatri e anfiteatri contro il calore; cinge boschi e macchie secondo la volontà dei cacciatori, s'affonda in acqua sia dolce, che di mare a beneficio de' pescatori. Per essa sono messi in forma e in uso stivali, stivaletti, stivaloni, vuose, borzacchini, scarpe, scarpine, pantofole, ciabatte. Per essa sono tesi gli archi, armate le balestre, fatte le fionde. E come se fosse l'erba sacra della verbena, riverita dai Mani e dai Lemuri, i corpi umani morti non sono sepolti senz'essa... Dirò di più. Mediante quell'erba le sostanze invisibili saranno visibilmente fermate, prese, detenute e come messe in prigione.

Grazie alla loro presa e arresto, le grosse e pesanti mole saranno girate agilmente con insigne profitto della vita umana. E mi stupisco come la scoperta di tale uso sia rimasto per tanti secoli nascosto agli antichi filosofi, considerata l'utilità inapprezzabile che ne proviene e la fatica intollerabile che senza essa si dovrebbe sopportare nei mulini. Mediante quell'erba, grazie alla ritensione delle onde aeree, le grosse orche, gli ampi vascelli, i forti galeoni, le navi chiliandre e miriandre sono levate dagli ancoraggi e sospinte a volontà dei piloti. Mediante quell'erba le nazioni, che la natura sembrava tener nascoste, impermeabili, sconosciute, son venute a noi, noi siamo andati a loro: cosa che non farebbero gli uccelli per quanto sia la leggerezza delle loro penne e la libertà di navigar l'aria, concessa loro da natura.

Taprobane ha visto Lappia; Giava ha visto i monti Rifei; Febol vedrà Teleme; gl'Islandesi e Groelandesi beveranno l'Eufrate. Grazie a lei Borea ha visto il maniero di Austro, Euro ha visitato Zefiro… Per modo che le Intelligenze celesti, gli dei e marini e terrestri sono stati tutti spaventati vedendo, per l'uso di questo benedetto Pantagruelione, i popoli Artici accostarsi agli Antartici, varcare l'oceano Atlantico, passare i due tropici, voltare sotto la zona torrida, misurare tutto lo zodiaco, divertirsi sotto l'equinoziale, aver l'uno e l'altro polo in vista a fior d'orizzonte… Gli dei olimpici in simile spavento si son detti: Pantagruele, per l'uso e le virtù dell'erba sua, ci ha procurato nuovi e fastidiosi pensieri più che mai facessero gli Aloidi.

Presto egli prenderà moglie. Avrà figlioli. A questo destino non possiamo opporci, che è passato per le mani e per i fusi delle sorelle fatali, figlie della Necessità. Dai suoi figli (forse) sarà scoperta erba d'altrettale energia, mediante la quale gli uomini potranno visitare le sorgenti delle grandini, le cateratte delle piogge e l'officina delle folgori. Potranno invadere le regioni della luna, penetrare nel territorio dei segni celesti e là prendere alloggio... taluni all'Aquila d'oro, altri alla Pecora, altri alla Corona, altri all'Arpa, altri al Leone d'argento; sedersi a mensa con noi e prender per moglie le nostre dee, soli mezzi questi, per esser deificati. E stabilirono di opporsi e di deliberarne in consiglio.”

...È forse per questo che la cannabis è stata proibita? È forse per questo che la si continua a proibire?

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